Bruno Vespa: «Chiedetemi tutto… Anche la Luna»

Quasi 50 anni fa, il 21 luglio 1969, l’uomo posò il piede sulla Luna. Chi lo ha visto in diretta davanti alla tv non potrà mai scordare quei momenti. Ma a chi non c’era (o era troppo piccolo) è difficile anche solo raccontarlo

Bruno Vespa
9 Maggio 2019 alle 16:07

Alle 4.56 del mattino (ora italiana) di quasi 50 anni fa, il 21 luglio 1969, l’uomo posò il piede sulla Luna: prima Neil Armstrong, comandante della Missione Apollo 11, e poi Buzz Aldrin (mentre Michael Collins li aspettava dentro l’astronave in orbita, pronto a riportarli a casa). Chi li ha visti in diretta davanti alla tv non potrà mai scordare quei momenti. Ma a chi non c’era (o era troppo piccolo) è difficile anche solo raccontarlo.

• In «First Man», Ryan Gosling è un Neil Armstrong più uomo che eroe

Ci prova ora Bruno Vespa, consapevole della difficoltà dell’impresa: «Si dice sia impossibile raccontare la guerra a chi non l’ha vissuta. Di fronte alla conquista della Luna ho provato una sensazione simile: come fai? Persino io, allora, faticavo a crederci. Poi mi sono rimboccato le maniche, ho scavato nei miei ricordi e mi sono documentato, scoprendo anche molte cose che non sapevo neppure io. Per esempio, che l’Italia è stata il terzo Paese al mondo a mandare un satellite in orbita, dopo Unione Sovietica e Usa, nel 1964».

Il risultato delle ricerche di Vespa è “Luna”, un volume che ripercorre come se fosse un romanzo la storia della corsa allo spazio, svelando anche tantissime curiosità. Ce ne siamo fatte svelare alcune.

Quel ritaglio sotto il vetro «La notte dello sbarco ero in via Teulada, assunto in Rai da appena 40 giorni» ricorda Vespa. «C’era un senso di irrealtà. Mi convinsi che era tutto vero solo quando la telescrivente stampò il “lancio” dell’agenzia France Press: “L’homme est sur la Lune”, “L’uomo è sulla Luna”. Lo ritagliai e lo tenni per anni sotto il vetro protettivo della mia scrivania».

L’uomo di ghiaccio
«Dei tre astronauti della missione Apollo 11 il più simpatico era Collins, colto e ironico e, tra l’altro, nato a Roma. Aldrin era un perfezionista, perseguitato tutta la vita dalle pretese del padre che lo voleva primo in ogni cosa facesse. Armstrong potevi ammirarlo, ma non trovarlo simpatico: era il classico uomo di ghiaccio, trasformato in una specie di robot dal proprio mostruoso autocontrollo. Del resto la Nasa mica poteva correre il rischio che il comandante della missione avesse una crisi isterica... Eppure al momento dell’allunaggio il suo cuore toccò le 150 pulsazioni. Ma se ne accorse solo un medico a Houston».

Spie nello spazio
«Pochi sanno che tutta la missione Apollo 11 fu accompagnata da un intruso: Luna 15, una sonda sovietica spedita in fretta e furia dai russi con obiettivi poco chiari, forse di spionaggio. Più probabilmente l’idea era di farla atterrare sullla Luna (pur senza esseri umani) per rovinare almeno in parte la festa agli americani. Ma finì per schiantarsi. Prima però arrivò a “sfiorare” Apollo passando a 16 chilometri di distanza e creando allarme negli scienziati americani, che temevano interferenze magnetiche».   

Le mogli
«Nel libro cito spesso Oriana Fallaci, che a furia di fare articoli sulla corsa allo spazio era diventata amica degli astronauti e delle loro signore. Quello che più colpisce è che, più che di parlare della Luna, le mogli erano interessate ai suoi racconti di vita newyorchese. Per loro, che come i mariti venivano dalla provincia, dalla cosiddetta “America profonda”, New York era il massimo dello chic».

Mezza Italia pronta a partire
«La missione Apollo scatenò in tutti un’ondata di entusiasmo oggi, ahimè, dimenticata. Armstrong, Aldrin e Collins partirono per un tour mondiale che toccò anche l’Italia e il Vaticano, dove il 16 ottobre incontrarono Papa Paolo VI.  Si dava ormai per scontato che l’uomo sarebbe arrivato su Marte entro il 1990. E un istituto di ricerche demoscopico accertò che il 51 per cento degli italiani si dichiarava pronto ad andare sulla Luna prima del 2000» prosegue Vespa.

Un dollaro per cinque
Eppure c’è chi ha criticato le missioni spaziali dicendo che quei soldi potevano essere spesi meglio. Ma Bruno Vespa è di parere differente: «Non scherziamo. Tutte le attività di ricerca scientifica portano benefici “a cascata” nella vita civile. Ed è stato calcolato che ogni dollaro speso per le missioni Apollo ne abbia fruttati almeno cinque».

Solo un passo verso Marte
E ora? «Quello che 50 anni fa sembrava incredibile, cioè arrivare sulla Luna, presto diventerà solo l’antipasto per i viaggi su Marte. Il progetto è di utilizzare la Luna come base di partenza, approfittando della sua forza di gravità molto minore. Per farlo, però, bisognerà prima costruire delle basi spaziali e lunari. E gli americani devono recuperare il distacco che ormai soffrono nei confronti dei russi: pensate che oggi per far portare i loro astronauti in orbita, devono usare le navette russe Sojuz, pagando per ogni passaggio un biglietto da 80 milioni di dollari».

E ora Samantha studia il cinese
Bisogna poi vedere chi ci arriverà per primo, su Marte. «Perché i più agguerriti nella nuova corsa allo spazio sono i cinesi. Tanto è vero che la nostra astronauta Samantha Cristoforetti sta studiando il cinese per essere pronta per le prossime missioni. D’altra parte già parlava cinque lingue, russo compreso: una più, una meno...».

Un romanzo spaziale

In “Luna” (Rai Libri, 19 euro) Bruno Vespa racconta storia e segreti delle missioni Apollo. E non solo: spaziando dai sogni dello scrittore Jules Verne ai progetti del futuro (come la conquista di Marte)il libro ripercorre, come fosse un romanzo, tutta l’epopea della conquista dello spazio.

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