Con “NormaL English”, imparare l’inglese è un gioco

Il libro di Norma Cerletti è tra i più venduti in Italia ed è la regina dei social. Ma conosciamola meglio...

Norma Cerletti  Credit: © Silvia Pasquetto
3 Agosto 2021 alle 08:48

Imparare l’inglese non è mai stato così veloce, divertente e fantastico. Parola di Norma Cerletti, la 29enne di Inveruno (MI) che dal 15 giugno è nelle librerie con “NormaL English” (proprio così con la “L” maiuscola ed edito da Mondadori), uno dei libri più letti nel nostro Paese e che ha già venduto oltre 40 mila copie.

Si tratta di un innovativo corso per apprendere, giocando, la lingua d’oltremanica. Il metodo proposto dall’autrice è il frutto di dieci anni di insegnamento, un anno di liceo negli Stati Uniti dove si è diplomata e ha imparato l’inglese (con un perfetto accento americano) e una grande determinazione. Ma anche di una disavventura lavorativa e... del Covid! Per saperne di più abbiamo raggiunto l’insegnante d’inglese più famosa (e originale) d’Italia.

Come è cominciata questa avventura?
«A ottobre del 2019 mi sono licenziata dalla scuola d’infanzia dove insegnavo e ho deciso di mettermi in proprio. A Milano, dove vivo, l’inglese va molto e mi ero creata il mio giro: giovani, adulti, aziende. Poi il Covid ha bloccato tutto, lavoro crollato, ma c’era il mutuo da pagare».

Insomma, ci voleva una soluzione efficace in tempi brevi.
«Esatto, e così, seguendo il consiglio di un amico, a maggio del 2020 ho aperto il profilo “Normasteaching” su TikTok (dove oggi ha circa 370 mila follower, ndr) e pubblicato il mio primo video, che ha avuto molto successo. Il passaparola fra gli utenti è stato impressionante. A fine luglio ho aperto una pagina su Instagram (la seguono in quasi 700 mila, ndr) dove tengo i miei brevi corsi gratuiti».

Come funzionano nel dettaglio?
«Da lunedì al venerdì ci sono le lezioni su argomenti specifici, su singole parole, il sabato c’è il ripasso online e la domenica i quiz per chiarire ogni dubbio e vedere se abbiamo capito tutto».

Chi sono i suoi “studenti” tipo che la seguono sui social?
«In media l’eta oscilla fra i 30 e i 50 anni. Sono soprattutto signore, magari mamme che hanno i figli all’estero. Ci sono anche tanti studenti: sembra incredibile, ma molti professori hanno detto ai loro alunni di seguirmi sui social come compito per le vacanze! Ma ci pensa? Non le nascondo che sto pensando anche a un corso per docenti, sarebbe il mio sogno».

Nello studio di una lingua la pronuncia è importante.
«Certo, e l’inglese non fa eccezione. Così ho ideato il metodo “Pronunci-YAY-tion”, un corso a pagamento che dura cinque settimane, disponibile sul mio sito normasteaching.com, che prevede quiz e workshop. Da quando è online lo hanno già ordinato in 15 mila».

Lei crede che serva una predisposizione per imparare una lingua?
«No, perché una lingua noi italiani, per esempio, l’abbiamo già imparata da piccoli. Non parliamo della matematica dove devi apprendere le formule. Un’altra lingua significa imparare nuovi termini, nuovi suoni, che al di là della grammatica sono la parte più complessa».

Quindi le difficoltà che talvolta s’incontrano a cosa sono dovute, secondo lei?
«Ce ne sono diverse: la memoria, la vergogna a esprimersi magari temendo di fare errori. Ma bisogna capire che è proprio dagli errori che si impara di più, quindi è giusto farli. Ci vuole impegno e nel libro in più occasioni spiego che la “pappa pronta” non esiste. Se voglio trovare il significato di una parola me la devo cercare sui siti e spiego anche quali».

Non a caso, il corso del libro rende il lettore protagonista.
«Protagonista della sua crescita nell’apprendimento e nella conoscenza della lingua. Torno spesso sull’argomento, sulla necessità di mettersi in gioco in prima persona, un po’ come ho fatto io dall’ottobre 2019. Ma sia chiaro, ci vuole anche un po’ di cattiveria e di determinazione per raggiungere i risultati».

A proposito di risultati, in marzo “Forbes Italia” l’ha inserita fra i 100 talenti italiani sotto i 30 anni…
«Le posso confessare una cosa? Me l’ha comunicato una follower! Non sapevo nulla, per me è un grande onore».

Oltre al corso per docenti c’è altro in programma?
«Un grosso progetto che vedrà la luce soltanto in autunno. Per scaramanzia non voglio anticipare nulla, ma per ora posso dire che sarà una vera svolta…».

5 consigli per parlare con gli stranieri in vacanza

  1. Curare l’emotività. Rilassarsi, stare tranquilli, fare un respiro profondo e provarci. È dagli errori che si impara di più.
  2. Scaricare sul cellulare qualche app dizionario, come Reverso (www.reverso.net) che fa anche sentire la pronuncia corretta.
  3. Comporre frasi corte. La costruzione inglese è più semplice di quella italiana. Andare subito al nocciolo della richiesta o spiegazione.
  4. Può sembrare banale, ma ripetere ogni tanto «please» (per favore) o «thank you» (grazie) è un gesto molto gradito, soprattutto agli inglesi.
  5. Sfruttare il “body language” (il linguaggio del corpo): indicare una direzione con il braccio, toccarsi la pancia se stiamo male. Aiuta sempre.

5 consigli pratici

  1. Impostare il proprio cellulare con i comandi in lingua inglese.
  2. Scaricare una app in inglese per giocare.
  3. Usare le “flashcard”. Si chiamano così dei cartoncini sui quali da una parte scriviamo la parola che ignoriamo e dall’altro cerchiamo e scriviamo la traduzione.
  4. Provare a leggere un libro per bambini in inglese.
  5. Rivedere un film in inglese (meglio se disponibile con i sottotitoli in lingua originale, così da leggere le parole) già visto in italiano.

5 errori classici

  1. La convinzione (molto diffusa) di non riuscire a esprimersi o di non potercela fare.
  2. Leggere ogni lettera delle parole inglesi come se fossero in italiano.
  3. Tradurre in modo letterale le parole inglesi che spesso hanno significati differenti.
  4. Bloccarsi improvvisamente quando non ci si ricorda o non si conosce una singola o alcune parole.
  5. Scusarsi (succede spesso) per il proprio livello di conoscenza della lingua inglese.
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