Fedez e il suo libro “Quando sarai grande”: «Una favola per il mio Leone»

Il cantante ci racconta perché ha deciso di scrivere un libro per bambini che sarà disponibile in tutte le librerie dal 7 maggio

Fedez (vero nome Federico Lucia) con il figlio Leone.
2 Maggio 2019 alle 17:55

Meglio confessarlo subito. Questo articolo non nasce da alte vette di intuizione giornalistica. Ma è il risultato di una bieca esigenza personale, la mia. Infatti, da quando mio figlio Pietro ha acquisito il dono della parola sono vittima delle sue prese in giro.

Perché? È presto detto. Ogni volta che mi chiede di raccontargli una storia prima di dormire io balbetto imbarazzato qualche versione obsoleta di “Cappuccetto rosso”. «Papà, hai rotto (sì, sull’educazione stiamo ancora lavorando..., ndr) questa la so già, inventati una storia nuova solo per me». Momento di silenzio. Già il mestiere del genitore non è semplice, ma nessuno mi aveva preparato al fatto che dovessi trasformarmi in una specie di Gianni Rodari a gettone.

Basta! Devo ribellarmi. E so come farò. È in arrivo in libreria “Quando sarai grande”, il libro in cui il cantante Fedez si è inventato una meravigliosa storia per il suo piccolo Leone che ha avuto poco più di un anno fa dalla moglie, la famosa influencer Chiara Ferragni. Fedez è l’idolo dei bambini e basta seguirlo sui social per capire che il piccolo Leone lo fissa con sguardo adorante come fosse un supereroe: chi meglio di lui può darmi i consigli per inventare una super favola a prova di bomba che lasci quel piccolo impertinente di mio figlio con un palmo di naso? Ci sarà pur qualche vantaggio a essere un giornalista di Sorrisi! Ho già il telefono in mano, chiamo Fedez!

Ciao Fede (gli amici lo chiamano così), ho bisogno del tuo aiuto. Hai dieci minuti da dedicarmi?
«Ok, ma in fretta, sto facendo i bagagli perché domani io e mia moglie partiamo per la Polinesia».

Va bene, andiamo subito al sodo. Quali sono gli ingredienti giusti per inventare una storia che conquisti un bambino?
«Io sono partito dall’idea di scrivere qualcosa che rispondesse alle domande che possono nascere nella mente di chi per la prima volta si affaccia sul mondo. Per i bambini tutto ciò che per noi è scontato, risulta invece nuovo e sorprendente, e si fanno mille domande. Io ho provato a dare alcune risposte a questi interrogativi che, crescendo, affollano sempre più la mente di un bambino».

A te come è venuta l’idea di scrivere un libro per i piccoli?
«Il libro è nato perché, dopo l’arrivo di Leo, mi sono trovato circondato da montagne di volumi per bambini che mi regalavano, ma nessuno, a mio parere, aveva le caratteristiche giuste per catturare l’interesse di un neonato. Così ho deciso di farne uno io per uso, diciamo così, “domestico”. Poi, visto che il risultato mi soddisfaceva e grazie anche all’incontro col disegnatore Andrea Zoli, il progetto ha preso forma e ho deciso di pubblicarlo».

Nella tua favola, alla fine, dici che per diventare un papà a tutti gli effetti bisogna togliersi la corazza che la vita di tutti i giorni ci impone. Nel tuo caso in cosa è consistito?
«Io sono una persona piuttosto introversa che tende a creare molte barriere intorno a sé. Non so spiegare la ragione, ma la nascita di mio figlio ha contribuito a far cadere molte delle corazze che io mi mettevo per proteggermi da ciò che mi faceva paura. Non so perché, semplicemente è successo».

Già che si dimostra così disponibile, io mi “allargo” un po’ e gli chiedo qualche altro consiglio.

A me, per esempio, tocca la lavastoviglie, tu e Chiara come vi siete divisi i compiti domestici? Chi è che fa addormentare Leo di solito?
«Difficile rispondere perché, visto il lavoro che facciamo, dipende molto dagli impegni di ciascuno di noi. Abbiamo una persona in casa che ci aiuta per le pulizie ma, per esempio, in questa fase io ho deciso di fare solo un tour in primavera e non un lungo tour estivo proprio perché volevo godermi di più la famiglia. E questo mi permette di stare molto con mio figlio. Comunque quando siamo tutti e due a casa lo facciamo addormentare insieme».

E i pannolini a Leo chi li cambia?
«Li cambio anch’io ma anche qui non c’è una regola: chi è libero lo fa».

Siete una famiglia di celebrità, tra te e Chiara avete più di 24 milioni di follower su Instagram. E siete molto attivi sui social. È un po’ come se viveste in un acquario. Che regole vi siete dati perché Leone cresca un bambino come tutti gli altri?
«Naturalmente quando è nato Leo il problema della nostra esposizione mediatica è stato argomento di dibattito in famiglia. Alla fine io e Chiara abbiamo concordato sul fatto che in una situazione come questa in cui i nostri personaggi coincidono con le nostre persone, non avrebbe avuto senso tenere nascosto Leo dalla narrazione della nostra quotidianità. Tra l’altro questo ha avuto un inaspettato effetto positivo: essere noi i primi a dare in pasto la nostra privacy al pubblico, sempre nei limiti che decidiamo, ha fatto sì che ci evitassimo gli stuoli di paparazzi sotto casa. In un certo senso gli abbiamo tolto il lavoro».

Sei un papà apprensivo?
«Essendo da sempre piuttosto ipocondriaco, direi proprio che, tra i due, quello apprensivo sono sicuramente io».

Sei geloso di Chiara? E lei?
«Lo eravamo di più all’inizio della nostra storia. Adesso siamo in una fase in cui la gelosia non gioca un ruolo significativo nelle nostre vite».

Mi sta dicendo un sacco di cose utili, io ne approfitto e gli chiedo anche una cosa che da sempre mi mette in difficoltà: cosa far fare ai bambini nei weekend.

Fede, voi cosa fate di solito durante i fine settimana?
«Mah, dipende molto da dove siamo. Quando siamo a casa, cioè a Milano, andiamo anche tranquillamente ai giardini di Porta Venezia dove ci sono tanti giochi e altri bambini. E devo dire che la gente vedendoci col piccolo è rispettosa e molto meno invadente di come ci si potrebbe aspettare».

Progetti musicali?
«Contrariamente a quello che hanno scritto molti giornali, non è vero che mi sono preso una pausa dalla musica. Semplicemente, come tutti gli artisti quando finisci un disco e un tour, ti riposi un po’ ed è quello che sto facendo. Anche se in realtà la mia vita è la musica e quindi sto già lavorando al prossimo progetto musicale. Solo che non lo vivo con delle scadenze».

Pensi che farai altri libri?
«Penso di sì. Fare questo mi è piaciuto, soprattutto per il fatto di averlo potuto legare a un operazione benefica (vedi box, ndr). Quindi sì, mi piacerebbe andare avanti».

E un altro figlio?
«Sì, senz’altro. In questo momento non è in cantiere, ma arriverà».

Riattacco il telefono soddisfatto. Per stasera una storia ce l’ho.

Dal 7 maggio in libreria

Un’immagine del libro con i personaggi che rappresentano Fedez e suo figlio. I disegni sono stati realizzati da Andrea Zoli

"Quando sarai grande" è il titolo del libro scritto da Fedez (Fabbri, 15 euro). Parte del ricavato sarà devoluto alla Heal Onlus che si occupa di tumori pediatrici.

Seguici