La vita di Enzo Jannacci raccontata in “Ecco tutto qui”

Dieci anni fa scompariva l’artista che ha raccontato, riuscendo a far sorridere, tante storie di emarginazione

18 Aprile 2023 alle 08:55

Enzo Jannacci ci ha lasciato 10 anni fa (il 29 marzo 2013) ma la sua figura, unica nel panorama italiano, è più viva che mai. Un omaggio a questo poliedrico personaggio giunge da un libro scritto a quattro mani dal figlio Paolo e dal giornalista Enzo Gentile, dal titolo “Ecco tutto qui”, come una canzone composta da Jannacci nel 1979. Il libro (252 pagine, editore Hoepli, 19,90 euro) ci fa riscoprire un autore particolare che dietro storie comiche ha raccontato le vicende dei tagliati fuori, degli “ultimi” (e a Milano, il Comune ha battezzato un centro per i senzatetto proprio Casa dell’accoglienza “Enzo Jannacci”). Questo libro regala curiosità che solo chi ha vissuto molto vicino a Jannacci poteva conoscere e rivelare. E noi ve ne raccontiamo alcune.

Chi era davvero Dice il figlio Paolo, anche lui musicista: «Aveva l’animo di un ragazzino e un’energia irrefrenabile che spendeva in tutto»: come medico, quando suonava e quando andava in moto, per evitare di cadere...

Medicina e jazz Era «diviso a metà»: medico e musicista. E nelle sue canzoni poteva emergere l’aspetto clinico. Il caso più esplicito nella canzone “Natalia” dedicata a una bambina cardiopatica.

Debutto estero con fuga Primi anni 50, racconta il jazzista Paolo Tomelleri: «Con lui e Adriano Celentano andammo a suonare in una “balerona” vicino a Norimberga. Ci avevano fatto credere che avrebbe partecipato anche Elvis». Ma l’organizzatore scappò con l’incasso...

Gli amici Sin dall’inizio ha suonato con grandi nomi: il rock ’n’ roll con Tony Dallara, Luigi Tenco, Ricky Gianco, Celentano, Gaber (con cui formò “I due corsari” negli Anni 60 e gli “Ja-Ga Brothers” negli 80). Poi Bruno Lauzi, Paolo Conte, Mina, Milva. E jazzisti come Enrico Intra, Franco Cerri, Tullio De Piscopo e, appunto, Paolo Tomelleri. Ma ha frequentato anche il mondo del teatro, in particolare figure come Dario Fo (che fu il suo vero scopritore) e Cochi e Renato, e quello della tv: Beppe Viola, Fabio Fazio e tanti altri.

Sanremo? A 53 anni Dopo aver suonato jazz e rock ’n’ roll, fatto dischi in dialetto milanese e in italiano, dopo aver lavorato nel cabaret, in teatro, al cinema e in tv, gli mancava solo Sanremo. Debutta al Festival nel 1989 con un brano tipicamente jannacciano, stralunato e toccante: “Se me lo dicevi prima”. Torna all’Ariston due anni dopo con “La fotografia” e vince il Premio della critica.

Cinema Luciano Bianciardi, autore di “La vita agra”, rimane affascinato da questo cantante dalla «poesia schietta, sostenuta dal suo amore per la povera gente». E un giovanissimo Enzo compare in una scena del film (con Ugo Tognazzi e Giovanna Ralli) tratto proprio dal libro di Bianciardi. All’attivo di Jannacci ci sono poi altri ruoli al cinema: i più noti in “L’udienza” di Marco Ferreri e “La bellezza del somaro” di Sergio Castellitto.

Una canzone con Sandro Ciotti Fra le decine di collaborazioni, probabilmente la più singolare è quella con il cronista sportivo Sandro Ciotti, con cui scrisse, insieme a Dario Fo, il brano “Veronica”.

Era un talent scout Nel 1977 allestisce con Beppe Viola lo spettacolo “La tappezzeria”, un insieme di sketch in cui appaiono alcuni debuttanti che faranno fortuna: Giorgio Faletti, Diego Abatantuono, Teo Teocoli, Massimo Boldi, Francesco Salvi, Mauro Di Francesco.

Le sue passioni Il karate, nel quale era fortissimo. Amava inoltre il calcio, giocato e tifato (era milanista). E la moto. Ne ha avute di molti tipi e una delle sue “Vespe” è immortalata sulla copertina del disco “E allora... concerto”. La sua prima passione però è stato il jazz: ad alimentare la sua curiosità giovanile è Gigi Concato, padre di Fabio, che negli Anni 50 gli mostra la sua collezione di dischi allora rarissimi.

Amato dai colleghi Paolo Conte, di cui Enzo ha interpretato alcuni pezzi, ha dichiarato: «Ho avuto la fortuna di trovare Jannacci, per me il più grande cantautore che ha espresso l’Italia». «Enzo Jannacci era un genio» secondo Vasco Rossi, e per Renzo Arbore «è il numero uno di tutti i tempi».

Le sue preferite Da giovanissimo Jannacci amava Elvis Presley e ha poi detto che avrebbe voluto scrivere lui “Vita spericolata” di Vasco Rossi e “Il nostro concerto” di Umberto Bindi.

La fede Nelle sue canzoni il cantautore non ha mai risparmiato l’ironia su certi aspetti della religione e della Chiesa. Ma Enzo Jannacci aveva una sua dimensione spirituale. Chi lo conosceva ha detto che il suo era un Gesù che abbracciava i poveracci.

Celebrazioni Elio (delle “Storie Tese”) ha appena finito di girare l’Italia con lo spettacolo “Ci vuole orecchio” per far rivivere le sue canzoni. E il 3 giugno Paolo Jannacci celebrerà il suo papà, insieme con tanti amici di una vita, con il concerto “Jannacciami!” al Teatro degli Arcimboldi di Milano (info e biglietti: ticketone.it).

Lo ricordiamo con un cd imperdibile

Un’occasione unica per chi vuole riscoprire il talento poliedrico di Jannacci: in edicola proprio in questi giorni c’è una super raccolta (con ben 25 pezzi) dal titolo “Quando un musicista ride” che ne ripercorre un po’ tutta la lunga carriera: da “L’Armando” a “Quelli che” e altri successi. A 10,90 euro più il prezzo della rivista.

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