Mel Brooks: «A 95 anni sono ancora felice di farvi ridere»

Dagli inizi della carriera al successo mondiale con "Frankestein Junior", il comico racconta la sua vita in un libro

Mel Brooks
3 Gennaio 2022 alle 12:16

Dal primo folle amore per i musical di Broadway ai film con cui ha fatto ridere il mondo, passando per due amicizie “speciali”, la dieta durante il servizio militare e l’Oscar vinto con “Per favore, non toccate le vecchiette”: ecco la vita di Mel Brooks raccontata in dieci aneddoti tratti dall’autobiografia “Tutto su di me!”.

Taxi senza autista

«Nel 1935 avevo 9 anni. (…) Arrivò mio zio Joe e mi disse: “Mel, ho due biglietti (…) per andare a vedere un musical di Broadway (…). Ti andrebbe di venire con me?”. (…) Non vi ho detto che Joe era il tassista più basso della città. Quel sabato, quando vidi arrivare dal fondo della strada un taxi senza autista, capii che era zio Joe».

La filosofia

«Quando mi chiedono: “Come sei diventato un comico?” rispondo che non ci sono spiegazioni valide dal punto di vista psicologico. (…) Quello che posso dire è che, nel mio caso, far ridere ha voluto dire mantenere viva, e ogni giorno sempre più forte, la gioia di un’infanzia felice».

Soldato Mel

«Ricordo che il purè di patate faceva schifo. Era grigio, acquoso, sapeva di terra ed era pieno di grumi. Al che, non riuscii a trattenermi: “Questo è il purè di patate peggiore che abbia mangiato in vita mia!”. Il mio amico Sunny si voltò verso di me dicendo: “Sarà perché non è un purè di patate. Sono rape (…)”. Replicai: “Ah, meno male!”. Il fatto è che stavo per chiudere per sempre con il purè di patate, e sarebbe stato un peccato, mentre dopo quell’esperimento potevo chiudere con il purè di rape per il resto della mia vita».

I passaggi di Woody

«“Caesar’s hour” (uno show televisivo dell’americana Nbc, ndr) finì nel 1957 e in seguito mettemmo in scena diversi spettacoli (…) con Sid (Caesar, ndr) interprete principale. In quell’occasione si unì al gruppo un brillante giovane autore, di nome Woody Allen. (…) Dal Rockefeller Center fino all’incrocio tra la Quinta Strada e la 87a (dove vivevo allora) era un tragitto abbastanza lungo e Woody si offriva generosamente di accompagnarmi. Non ho mai saputo se lo facesse perché aveva voglia di fare una bella chiacchierata, o se pensava di chiamare il 911 in caso di un mio collasso».

L’Oscar

«La ragione per cui portai a mia madre la statuetta era che lei aveva sempre conservato tutti i miei premi. Pare che ogni venerdì pomeriggio invitasse per un tè con i biscotti i vicini e i loro amici ad ammirare i trofei del suo adorato figlio, che troneggiavano sopra il mobile della televisione. Sapevo che, lì in mezzo, l’Oscar avrebbe fatto un figurone».

Nasce un mito

«Un giorno, sul set di “Mezzogiorno e mezzo di fuoco”, (…) notai che Gene Wilder (…) stava scribacchiando qualcosa (…). Mi porse il taccuino e vidi in testa le parole “Frankenstein Junior” (…). “Sembra interessante”, gli dissi. “Che cosa vuoi farne?”. Mi rispose: “Il mio sogno è scriverlo insieme a te, e poi lo dirigi tu”. Lo incalzai: “Hai dei soldi con te?”. Gene rispose: “Ho 57 dollari”. (È tutto vero). “Be’, è un inizio”, io dissi. “Li prendo come acconto”».

Quale gobba?

«Fu decisamente la mia buona stella che mi permise di ingaggiarlo (Marty Feldman, ndr) nel ruolo del folle e gobbuto Igor. Fu Marty a venirsene fuori con la battuta più fulminante del film. Quando Gene dice: “Non intendo certo metterla in imbarazzo, ma dato che mi considero un chirurgo piuttosto bravo, forse potrei far qualcosa con quella gobba”. Marty rimbrottò: “Quale gobba?”. Fu una bomba».

Ho (ri)fatto storia

«La mia interpretazione personale della storia (di Mosè in “La pazza storia del mondo”, ndr) prevedeva che i Comandamenti in origine fossero in realtà 15, scritti su tre enormi tavole di pietra. Per cui introdussi la scena con le seguenti parole: “L’Eterno, il Signore Geova mi comanda di recarvi questi 15...”. BAM! In quel momento, una delle tavole cade e finisce a pezzi davanti a me. Al che (…) nascondo sotto i piedi i pezzi caduti a terra e proseguo come nulla fosse accaduto, dicendo: “...questi dieci! Dieci Comandamenti!”».

Amicizie vere

«Mi trovavo in Europa per promuovere “La pazza storia del mondo”. Arrivammo in Italia: il tour prevedeva che fossi ospite di (…) “Striscia la notizia”, condotto da Ezio Greggio (…). Lavorare con Ezio mi piacque molto, fin dal primo incontro (…) e andammo subito d’accordo. (…) Da allora siamo rimasti buoni amici».

Una grande lezione

Nel 2019, Mel è stato la stella di alcune serate d’onore a Broadway, in cui dialogava con il pubblico. «Spesso tornava la domanda: “Mel, qual è il segreto di una lunga vita?”. Al che io rispondo sempre: “Non morire”. Ragazzi, se funziona».

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