«Petrademone»: il libro fantasy sta per diventare una serie tv di Ivan Cotroneo

Al Lucca Comics and Games 2018, Manlio Castagna, Marco D'Amore e il famoso sceneggiatore e regista, parlano della necessità di storie di formazione prese dalla letteratura italiana da adattare alla tv

3 Novembre 2018 alle 11:58

Manlio Castagna, per molti, è uno degli organizzatori storici del Giffoni Film Festival,  Per molti altri da inizio 2018, è anche un bravo scrittore. Nato a Salerno nel 1974 e con una lunga esperienza in campo cinematografico, al suo esordio come scrittore con il libro «Petrademone: il libro delle porte» Manlio non solo ha ottenuto un successo speciale, ma è giunto là dove molti scrittori vorrebbero arrivare.

I diritti per la trasposizione dell'opera sono oggi nelle mani di Ivan Cotroneo, uno dei più brillanti sceneggiatori della tv che da molto tempo crede nelle potenzialità di quest'opera edita da Mondadori. Ma partiamo dall'inizio: cos'è «Petrademone»?

«Non lo considero un fantasy vero e proprio, tanto che è un genere del quale non sono nemmeno appassionato» spiega Manlio «ma vivo per quelle storie dove il quotidiano è visto come un mondo fatto da diversi livelli di lettura e di visione della realtà. Sono convinto che quel "mondo parallelo" che costruiamo nelle nostre menti per evadere e difenderci, in qualche modo esista davvero».

«Petrademone» (letto in alcuni passaggi al Lucca Comics and Games 2018 dalla voce di Marco D'amore, che si occuperà anche degli audiolibri) racconta la storia di Frida, ragazzina colpita da un terribile dolore (la morte di entrambi i genitori) e si ritrova per questo motivo in una tenuta tra i monti. Affidata agli zii che di mestiere fanno gli allevatori di cani, cambia vita. In questo scenario immerso nella natura, nasce un'avventura densa di magia.

«Sono stato uno dei primi lettori di questo libro» spiega Ivan Cotroneo «e fin dal primo momento ho capito che può diventare una clamorosa serie televisiva. In questo libro ciò che si può definire fantasy, in fondo è un rifiugio che abbiamo almeno una volta nella vita creato tutti: ci ha permesso di gestire i momenti difficili e il dolore. Ne verrebbe fuori un racconto di formazione che parla a tutti i ragazzi, sia chi lo è ancora, sia chi lo è stato».

Uno dei problemi sottolineati durante l'incontro con il pubblico e la stampa è la difficoltà con la quale certe opere "dedicate ai ragazzi" arrivano al grande pubblico attraverso la tv o il cinema italiano. «Qui c'è poca tradizione in questo tipo di racconti» spiega Ivan Cotroneo «eppure proprio perché c'è un terreno poco esplorato, forse varrebbe la pena coltivarlo».

«Petrademone» è una saga: sono in arrivo altre 525 pagine previste per i primi mesi del 2019, il secondo capitolo di una storia che può avere lunga vita. «Una lettrice mi ha portato la copia del libro tutta rovinata» spiega «perché alla fine della lettura ha scoperto che c'era ancora tantissimo da scoprire. Per la rabbia iniziale, l'ha buttato fuori dalla finestra» ha detto Manlio «in realtà, la sua era solo la reazione estrema a un'attesa che per alcuni è molto difficile da gestire. Per me, è un dato positivo: ho creato un mondo molto ricco da esplorare». 

«Manlio con i ragazzi ci ha vissuto e ci vive da sempre» aggiunge Ivan Cotroneo «per questo è riuscito a raccontare il mondo dei giovani, dal loro punto di vista». Non ci è dato sapere quando e come vedremo questa serie in tv, ma quello che è certo è che si preannuncia un lavoro molto speciale.

«Tra le mie più grandi passioni nella lettura, c'è la mia più grande per Stephen King» dice Manlio «non solo per le sue storie, ma per come riesca a raccontare i quindici minuti peggiori della vita di chiunque, nel modo migliore possibile». «Scrivere lunghi testi che ti incollino alla pagina dall'inizio alla fine con quello stesso tipo di narrazione» conclude l'autore «è per me l'unica cosa che conta».

La copertina di Petrademone

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