Ogni anno a Pasqua la fantasia dei pasticcieri si scatena e scatta la gara a chi crea l’uovo più alto, più bello, più costoso, più originale. Il re del cioccolato Ernst Knam (che vediamo in tv su Food Network) è andato oltre: dopo i fenicotteri del 2018 ora propone le sue creazioni a forma di unicorni.
Le alternative golose, insomma, non mancano. C’è chi è patito del fondente, chi preferisce la versione al latte. Ma ai bambini interessano soprattutto le soprese nascoste dentro il guscio da spaccare in mille pezzi con un colpo di karate ben assestato. Certo, ci sono anche quelli che rompono le uova in metà perfette, per mangiarne un pezzetto al giorno finché non si stufano e decidono di fondere i rimasugli. Per non parlare dei più esigenti in fatto di regali, che non si accontentano dei portachiavi o dei braccialetti di plastica che si trovano nei dolci industriali e comprano da sé il dono da far confezionare in negozio: anelli di fidanzamento, biglietti per un viaggio, giocattoli desiderati...
Ma a Pasqua e Pasquetta ci scambiamo anche uova vere dipinte a mano oppure di ceramica. Dove e quando sono nate queste tradizioni? Perché, specialmente nei paesi anglosassoni ma ultimamente pure da noi, si è diffusa l’abitudine di fare la caccia alle uova nascoste dai coniglietti? A queste e a tante altre domande rispondiamo con gli aneddoti, le storie e le curiosità che trovate qui sotto.
Il rito risale al tempo dei persiani
Ancor prima della festa della resurrezione di Cristo, per i Cinesi e gli antichi Greci l’uovo era simbolo di rinascita. Gli Egizi lo consideravano l’origine dei quattro elementi (aria, acqua, terra e fuoco). In primavera, quando la natura “risorge”, i Persiani usavano regalarlo come segno di nuova vita. Sembra però che la tradizione di donare uova per la Pasqua cristiana risalga al 1176, quando il re di Francia Luigi VII le distribuì al popolo per festeggiare il suo rientro a Parigi dalla Seconda Crociata.
Torino, dove furono brevettati gli stampi
Fu la spagnola Caterina, sposa del duca Carlo Emanuele I di Savoia, a importare il cacao in Piemonte, terra del gianduia e di maestri cioccolatai: Talmone, Venchi, Caffarel, Streglio e Ferrero, quello dei mitici ovetti Kinder. A Torino nel 1725 la bottegaia Benedetta Giambone ebbe l’idea di ricoprire i gusci delle uova di gallina con della cioccolata. E negli Anni 20 la ditta Sartorio brevettò gli stampi per modellare il cioccolato.
Birmingham, dove inventarono la prima sorpresa
Nel Medioevo si diffuse l’abitudine di decorare le uova. Lo scopriamo per esempio scartabellando tra i libri contabili della corte inglese: il re Edoardo I commissionò 450 uova rivestite d’oro da donare in occasione della Pasqua. Nel Regno Unito, vicino a Birmingham, si trova la celebre fabbrica Cadbury (oggi è anche un parco di divertimenti) che nel 1875 commercializzò il primo uovo di cioccolato pasquale con una sorpresa all’interno: nelle prime era un ripieno alle mandorle dolci.
Un pegno di eterno amore donato dallo zar
Nel 1885 Alessandro III Romanov commissionò al gioielliere di corte Peter Carl Fabergé un uovo di Pasqua speciale da regalare alla moglie Maria. Aveva il guscio in smalto bianco e un tuorlo d’oro con dentro una gallina dagli occhi di rubino. Un’opera così bella che lo zar incaricò Fabergé di creare ogni anno un altro uovo per la consorte. Le uova Fabergé oggi sono conservate in varie collezioni d’arte nel mondo.
Il colore: se sono rosse è per un miracolo
Dopo la morte di Gesù, Maria Maddalena fu la prima ad andare al sepolcro e lo trovò vuoto. Si narra che in quel momento la donna avesse con sé un cesto di uova. Secondo una leggenda, quando la Maddalena annunciò all’Imperatore Tiberio che Cristo era risorto, lui rispose scettico: «Crederò a ciò che dici solo se le uova contenute in quel cestino diventeranno rosse!». Per miracolo le uova si colorarono e dal quel momento tra i cristiani si diffuse l’usanza di donare a Pasqua uova decorate di rosso. Tradizione che permane tuttora tra gli ortodossi in Grecia, ma anche a Ischia e a Caltanissetta.
Il coniglio che le nasconde è un mito pagano
Per far felice la dea pagana della primavera Ostara, un coniglio lasciava in giro uova colorate di tinte arcobaleno. Da questo mito germanico nasce la tradizione del coniglio pasquale che nasconde le uova in giardino per farle trovare ai bambini in una caccia al tesoro.
Chi ama il cinema impazzisce per le easter eggs
Si chiamano uova di pasqua in inglese, Easter eggs, le piccole sorprese inserite nei film per citare altre pellicole. Due esempi: in “Toy Story 1” la moquette a casa di Syd ha la stessa fantasia di quella dell’Overlook Hotel di “Shining”. E tra i geroglifici in “Indiana Jones e i predatori dell’arca perduta” si nascondono i due robot di “Star Wars” R2-D2 e C-3PO.
Torna dal 18 dicembre il programma che ci fa conoscere le Cesarine. Le custodi delle tradizioni gastronomiche regionali sono la più antica rete di cuoche casalinghe, amanti delle specialità locali che propongono agli ospiti nelle loro case
È arrivato l’autunno e c’è un appuntamento che accomuna tanti italiani: quello con la castagnata in famiglia. Già, perché le castagne sono le regine della stagione e attorno a loro esiste un enorme patrimonio di tradizioni e curiosità