Matrimonio da favola: tutte le regole spiegate da Enzo Miccio

Il popolare wedding planner ci spiega come organizzare un ricevimento di nozze in piena sicurezza. A partire dal 15 giugno

Enzo Miccio
27 Maggio 2021 alle 08:43

Avete presente il film “Il Gladiatore” quando Massimo Decimo Meridio dice: «Al mio segnale scatenate l’inferno»? Bene, è quello che sta succedendo da quando è stato dato il via libera ai ricevimenti di nozze: dal 15 giugno si riapre il comparto eventi e matrimoni dopo una serie di battaglie e rinvii. Ma con quali regole? «Poche e confuse» ci spiega Enzo Miccio, ora su Real Time con “Abito da sposa cercasi Puglia”.

«La gente non ha le idee chiare nemmeno sulle cose più semplici: a che ora deve finire la cena, quante persone si possono invitare, se la mascherina va indossata in chiesa... Tutte domande che mi fanno gli sposi, a cui non so rispondere. Ed è piuttosto frustrante».

Tanto più che ora è partita la corsa alla data più vicina.
«I più previdenti, che dovevano sposarsi nei mesi scorsi, avevano già un’alternativa. Ora non trovi più niente, soprattutto a settembre, perché si sono accumulati anche i matrimoni già rimandati dal 2020».

Non ci sono date libere neanche in settimana?
«Lancio un appello: care sposine, visto che ora la situazione è difficile per tutti, cercate di essere comprensive ed elastiche. Al motto di “il lunedì è il nuovo sabato” sposiamoci tutti i giorni della settimana. Anche se, ribadisco, a settembre non si trova più niente, a meno che non si ripieghi su un luogo che piace meno».

Però lei mi insegna che la scelta del posto è importante più che mai.
«Il ricevimento, secondo le nuove regole, può essere fatto all’aperto o al chiuso, ma se si sceglie uno spazio con un grande giardino o una parte all’esterno, ci sono meno limitazioni. Basterà rispettare la distanza di due metri tra i tavoli. E non c’è più un numero massimo di invitati se si rispettano le distanze. Quindi, per essere sereni, preferite in ogni caso una struttura che abbia anche un “fuori”».

Adesso, per chi organizza la cerimonia, c’è l’obbligo di tenere l’elenco dei partecipanti per 15 giorni.
«Sì, ma è il minore dei problemi perché noi organizzatori di eventi già prima del Covid facevamo la “mappatura” dei tavoli con i posti assegnati agli invitati. Invece di buttare tutto una volta finita la festa, come si faceva di solito, basterà tenerlo per due settimane».

Si era parlato di alcune novità: il Covid manager e il Green pass.
«In realtà secondo le ultime direttive l’obbligo del Covid manager sembra essere stato accantonato, quindi non ci sarà più la necessità di avere una figura di questo tipo ogni 50 invitati. L’idea era quella di una specie di tutore con il compito di fare rispettare il protocollo di sicurezza. Tuttavia è ovvio che il costo sarebbe andato a incidere sulla spesa totale. Figure di questo tipo esistevano già per altre situazioni, per esempio i set cinematografici».

Anche il Green pass, letteralmente “foglio verde”, che viene rilasciato in caso di vaccinazione, guarigione o dopo un tampone negativo, sarà a carico degli sposi?
«Non si sa ancora, ma sarebbe giusto che le spese per i tamponi fossero deducibili, come quelle per montare i pannelli di plexiglas per i ristoratori».

A proposito di plexiglas, è vero che i tavoli, se troppo vicini, vanno separati con dei pannelli?
«No, per fortuna. Basta che la distanza minima tra i tavoli sia di due metri e di un metro tra le persone sedute».

Quindi quante persone possono stare allo stesso tavolo?
«Non si sa. Per evitare problemi, facciamoli da quattro, come prevede la legge, oppure con più persone solo se conviventi. Se invece volete il tavolo imperiale, quello lungo e unico, dobbiamo trovare una disposizione alternativa: invece di tenere gli ospiti a 70 centimetri di distanza come si faceva prima, li si tiene a un metro, ma devi avere una sala enorme o essere all’aperto».

Come funziona con i percorsi separati per ingresso e uscita?
«Questa è una raccomandazione, non un obbligo: la metà delle location non potrebbe lavorare. Se il locale non ha due ingressi, basterà posizionare degli addetti che evitino che si formi un’eventuale calca».

È vero che la mascherina va tolta solo a tavola o se si sta fuori, ma a distanza di almeno un metro?
«Sì, è così. Però un’idea carina è ricoprire la mascherina con un’altra su cui è stampato il logo dell’evento, una fantasia particolare o la data delle nozze».

Aperitivo sì o no?
«Se voglio offrire qualcosa all’aperto, è concesso un drink portato dal cameriere. Non è chiaro se si possa mangiare del cibo confezionato in monoporzioni. Per il pranzo o la cena, invece, si resta seduti a tavola e si viene serviti dal personale che dovrà essere tamponato e avere guanti e mascherina. Assicuratevi che sia così. Per questo, consiglio di affidarsi a strutture serie e ben attrezzate».

Potrà esserci la musica dal vivo?
«Non c’è una regola contraria a questo, l’unica indicazione è il divieto di assembramento. Se siete all’aperto a ballare in un prato, a distanza, nessuno può dire niente. Al chiuso, uno sull’altro, non è consigliato, anche se potrebbe succedere. E in questo caso utile avere degli addetti che riprendano chi esagera, ma sempre con il sorriso».

Le bomboniere, invece, come vanno consegnate?
«Io riprenderei la sana abitudine di farle distribuire dagli sposi direttamente ai tavoli, durante il pranzo, magari aiutati da un assistente».

Per le foto con parenti e amici come si può fare?
«A meno che non si sia congiunti, credo sia necessario indossare le mascherine. Oppure si possono allestire dei gradoni dietro agli sposi e fare salire a turno i diversi gruppi, come fa la Famiglia Reale britannica. In alternativa, sarebbe carino che le foto venissero realizzate durante la cena, magari quando gli sposi si avvicinano ai tavoli per salutare gli ospiti o consegnare loro le bomboniere».

Ci spiega infine come possiamo rendere il ricevimento una festa, pur con le limitazioni necessarie?
«La leggerezza deve essere dentro di noi. Le persone hanno voglia di uscire, socializzare e sorridere, ascoltare musica e stare bene. Il matrimonio è un’occasione per fare tutto questo a prescindere dalle restrizioni. Non importa che la tavola sia più o meno ricca. Il bello, ora più che mai, è stare bene assieme. Regaliamoci una gioia. Ne abbiamo bisogno».

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