Piante e fiori: i consigli per l’autunno di Luca Sardella

Con l’arrivo dell’autunno l’esperto di verde regala ai lettori di Sorrisi tanti consigli utili

Luca Sardella
2 Ottobre 2021 alle 08:10

L'autunno adorna di colori i balconi, i giardini e i boschi. Le foglie di mille sfumature ammiratele, fotografatele, ma non staccatele dalle piante! È anche il momento della frutta migliore: cachi, noci, mele, more e fichi hanno avuto molto tempo per maturare, e poi si vendemmia! È perciò una stagione pittoresca, ma anche godereccia e ricca di profumi.

Il frutto della prosperità
La melagrana è il frutto tipico dell’autunno. Nell’antica Roma durante i matrimoni la sposa sceglieva una melagrana da un cesto pieno, la gettava in aria e, quando si spaccava a terra, i chicchi indicavano la prosperità della famiglia sia economica sia per la prole. Se sgraniamo un frutto, passiamo al setaccio i semi togliendo la parte molle, facciamoli seccare e conserviamoli in un barattolo. A marzo si possono piantare nel terreno e si avranno dei bellissimi alberi di melograno.

Perché tanti colori?
Le foglie sono verdi perché contengono clorofilla in quantità: più luce c’è, più clorofilla si produce. Quando le giornate si accorciano vengono a galla tutti gli altri pigmenti prima trattenuti dalla clorofilla che agiva come una spugna: i rossi, i gialli e i blu servono durante l’anno alla pianta per difendersi dai raggi ultravioletti, dagli insetti e dalle malattie. Nelle foglie si concentrano dunque le difese della pianta.

Perché cadono?
In autunno la pianta piano piano alza un “muro” per dividere la foglia dal resto della pianta. Il “muro” divide la foglia dal picciolo. La linfa penetra sempre meno finché il canale si chiude definitivamente, la foglia viene abbandonata­, non ha più la forza di resistere, si stacca e cade.

Il miglior concime
Molti le spazzano e le buttano via, ma le foglie sono importantissime. Dobbiamo infatti lasciarle sulla terra o dentro il vaso. Possiamo addirittura andare a raccoglierle in ­un bosco, triturarle e spargerle sul vaso o sul terreno avendo cura di zappettare e annaffiare con poca acqua per farle penetrare. Le foglie si trasformano in sostanza organica molto nutritiva. Proprio per questo il terreno di bosco è il più ricco in natura: le foglie cadute marciscono, vengono mangiate dai lombrichi, e il risultato è un concime super.

L’errore da evitare
L’errore più grande dell’autunno è potare i rami se ci sono foglie attaccate. Fin quando resta attaccata all’albero, la foglia contiene sostanze nutrienti che cede alla pianta, amido e zuccheri che vanno nelle radici e nei tronchi come riserva nutriente. Per questo bisogna evitare di fare cadere meccanicamente le foglie e non si deve potare fino quando tutte le foglie sono sui rami.

Potature necessarie
Per prima cosa togliete i rami verticali, quelli che vanno verso il cielo. Le gemme che spunteranno in primavera sui rami verticali si trasformano in legno (altri rami e rametti), raramente in fiore e frutto. Questi rami assorbono nutrimento dalla pianta a discapito dei rami orizzontali, che sono più ricadenti e vanno semplicemente accorciati di 20-30 centimetri. La regola vale per le piante di mele come per le rose o le camelie.

Pulizie di stagione
A inizio ottobre per le piante perenni (che non muoiono da una stagione all’altra) serve una pulizia particolare. Sciogliamo in un litro di acqua tiepida 100 grammi di sapone di marsiglia, un cucchiaio di olio bianco, 5 gocce di alcol denaturato, 20 gocce di piretro e 20 grammi di rame bagnabile. Con un vaporizzatore spruzziamo dal basso in alto, sotto e in mezzo alle foglie (evitate di colpire i fiori). La soluzione che resta si butta sul terreno attorno alla pianta. Serve a debellare insetti, spore di funghi, malattie. Da ripetere dopo 15 giorni.

Chi torna dentro
Se avete portato all’esterno le stelle di Natale adesso vanno riportate in casa in una zona luminosa e calda e a dicembre le foglie torneranno rosse. In generale tutte le piante da interno (ficus, potus, acero, tronchetto della felicità) lasciate fuori in estate vanno riportate in casa. Per acclimatarle fino a novembre bisogna arieggiare gli ambienti e girarle per fargli prendere luce. Il terreno deve essere sempre asciutto e leggermente fresco. Le foglie vanno pulite con un batuffolo di cotone o uno straccio imbevuto in latte, acqua e qualche goccia di alcol. Per debellare eventuali insetti o malattie prese all’aperto fate una soluzione con un cucchiaino di rame bagnabile in un litro d’acqua e spruzzatela da lontano. Il concime consigliato è un buon ternario bilanciato 20-20-20 (N-P-K, ossia azoto-fosforo-potassio): versatene un cucchiaio nel terreno e annaffiate. Basterà per tutta la stagione.

Chi resta fuori
Le piante grasse devono restare all’esterno, anche senza coperture se il clima non è troppo freddo. Ma da ottobre in poi non vanno più annaffiate.

È il momento dell’orto
Questo è il momento di piantare insalata, lattuga, lattughina, carote, cavoletti, cime di rapa, broccoli. Drenate il fondo del vaso con argilla espansa, aggiungete terriccio con sostanza organica e terriccio da giardino, con una matita o un pezzo di legno livellate la terra, poi con lo stesso legno fate dei buchini (a circa 2 centimetri di distanza) e in ognuno, a un paio di centimetri di profondità, mettete due o tre semini. Se il seme è “pellettato” (semi ibridi) ne basta uno per buco. Con un vaporizzatore spruzzate dell’acqua e coprite con un foglio di giornale, al buio i semi germinano prima e si mantiene l’umidità. Appena spuntano le piante togliete il giornale, ora serve la luce per crescere.

Seguici