70 anni fa usciva il primo libro con James Bond protagonista. Oggi quel mondo di intrighi è ancora attuale
Scambi di prigionieri e agenti segreti, allarmi continui sulla sicurezza dei nostri dati, “incidenti” sospetti di oligarchi che precipitano dai balconi e misteriose esplosioni in mezzo al Baltico, palloni-spia abbattuti con i jet e arresti improvvisi di politici, diplomatici e imprenditori accusati di spionaggio. Sembravano scenari tramontati con l’epoca della Guerra fredda. E invece... Da quando, circa un anno fa, i servizi segreti americani hanno annunciato l’imminente invasione dell’Ucraina (e quasi nessuno li ha ascoltati; ma poi ci siamo dovuti ricredere) il mondo è tornato a essere un grande gioco di spie, come quello raccontato nei libri di Graham Greene e Ian Fleming. A proposito: proprio 70 anni fa usciva il primo romanzo di James Bond, “Casino Royale”, e Tv8 festeggia l’occasione con un ciclo dedicato a tutti i film di 007 interpretati da Daniel Craig, ogni lunedì in prima serata fino al 15 maggio.
Casi clamorosi
Mentre l’America manda a processo il 21enne Jack Teixeira, sospettato di essere la “talpa” che ha rivelato al mondo documenti segreti del Pentagono, anche l’Italia è stata protagonista di un clamoroso caso di spionaggio: quello di Artem Uss, imprenditore russo accusato (tra l’altro) di esportazione clandestina di tecnologia militare dagli Stati Uniti alla Russia per aggirare l’embargo imposto a Mosca. Uss, arrestato il 17 ottobre all’aeroporto di Malpensa, avrebbe dovuto essere estradato negli Stati Uniti, ma il 22 marzo è evaso da un appartamento di Borgo Vione a Basiglio (Milano), dove era agli arresti domiciliari, e pochi giorni dopo è ricomparso in Russia. E ora la procura milanese indaga sul coinvolgimento dei servizi segreti russi. Mosca ha reagito arrestando a Ekaterinburg, nella regione dei monti Urali, il giornalista del “Wall Street Journal” Evan Gershkovich, sempre con accuse di spionaggio. Accuse che Washington ha definito “ridicole”. Nel grande gioco delle spie ha poi un ruolo sempre più centrale la Cina, come dimostrano il clamoroso abbattimento sull’Oceano Atlantico di un pallone-sonda, che aveva sorvolato e fotografato il territorio degli Stati Uniti, e le proposte americane di bandire l’uso della piattaforma social (cinese) TikTok.
Dalla Bibbia ai romanzi
Del resto le spie ci sono sempre state. La prima missione di “intelligence” documentata è raccontata già nella Bibbia, nel libro di Giosuè: prima di invadere la terra di Canaan, il successore di Mosè inviò due spie nella città di Gerico. A ospitarle e aiutarle a fuggire fu una prostituta, Raab, che per ricompensa fu poi risparmiata dall’eccidio degli abitanti. Egizi, Fenici e Romani avevano tutti ottimi servizi di “intelligence”, mentre nel Medioevo (e oltre) era potentissimo e ammirato quello di Venezia: uno dei suoi ultimi agenti fu, nel Settecento, Giacomo Casanova. Con Mata Hari, attiva durante la Prima guerra mondiale, poi condannata e fucilata dai francesi nel 1917, le spie entrano a far parte dell’immaginario popolare. Ma a dare loro un posto immortale nella storia della letteratura e nella cultura furono un manipolo di scrittori anglosassoni. Non solo il già citato Ian Fleming, ma anche Eric Ambler, Graham Greene, John le Carré. Autori che sapevano bene di cosa scrivevano, dato che erano stati quasi tutti a loro volta agenti segreti. A Greene fu addirittura vietato per decenni l’ingresso negli Stati Uniti, finché nel 1977 non riuscì a entrarvi con un sotterfugio: un passaporto diplomatico ricevuto direttamente dal governo di Panama, che non si poteva respingere senza creare una crisi internazionale. Oggi però il lavoro di spia è molto cambiato rispetto alle atmosfere mondane e brillanti descritte da Fleming (che ovviamente idealizzava quel mondo, tanto da dire che «James Bond è tutto quello che vorrei essere io») e a quelle più torbide e oscure di Greene o le Carré. La tecnologia svolge un ruolo fondamentale, tanto che si può spiare tranquillamente... seduti a un computer. E gli “hacker” sono diventati protagonisti assoluti.
Pronti a scendere in campo?
Comunque, se questo mondo vi affascina, diventare agenti segreti è meno difficile di quanto pensiate. Sul sito www.sicurezzanazionale.gov.it, alla voce “lavora con noi”, c’è addirittura un modulo che potrete compilare per essere presi in considerazione. Dovete avere meno di 40 anni (ma esistono deroghe) e nessun precedente penale. Molto apprezzata la conoscenza di lingue straniere e la possibilità di viaggiare nel ruolo di imprenditori, studiosi, sportivi o diplomatici (ruoli ideali per missioni “sotto copertura”). E se tutto va bene entrerete in una delle due principali agenzie italiane: l’Aisi (Agenzia informazioni e sicurezza interna) e l’Aise (Agenzia informazioni e sicurezza esterna). Ma se ci riuscirete, non andate a raccontarlo in giro...