Trent’anni di libertà: una telefonata e il Muro di Berlino crollò

Il 9 novembre si celebra (anche in tv) la fine della divisione fra Germania Est e Ovest

Il 9 novembre 1989, nella zona della Porta di Brandeburgo, i berlinesi dell’Est iniziano a scavalcare il Muro
4 Novembre 2019 alle 09:00

Giovedì 9 novembre 1989 non è una data qualsiasi. Quel giorno, infatti, cambiò la Storia del XX secolo. Perché a Berlino crollò il Muro che non solo divideva la città tedesca in due, ma anche il mondo: i Paesi occidentali da una parte, quelli dell’Europa comunista dall’altra. E mentre la tv (vedi box sotto) celebra il 30° anniversario dell’avvenimento, riviviamo quei momenti.

Lo zampino d’un italiano
Sono quasi le sette di sera del 9 novembre 1989 e a Berlino Est Günter Schabowski, ministro della Propaganda della Ddr (la Germania Est), sta tenendo una conferenza stampa. Tra le domande, c’è quella posta da Riccardo Ehrman, il giornalista italiano corrispondente dell’agenzia di stampa Ansa. L’oggetto è una nuova legge più permissiva per i viaggi all’estero che, fino a quel momento, per i cittadini della Germania Est erano possibili solo in casi eccezionali. Schabowski assicura che i permessi si sarebbero potuti chiedere «senza condizioni, anche per semplici motivi turistici e per rapporti di parentela». Ehrman lo incalza: «Da quando?». E il ministro risponde: «Ab sofort». Cioè: «Da subito». I berlinesi interpretano la risposta come l’autorizzazione alla libera circolazione verso Ovest. E da lì a poche ore, il Muro inizia a essere abbattuto.

Talpe e spie
Anni dopo Riccardo Ehrman rivelò che un’ora prima di quella conferenza stampa aveva ricevuto la telefonata di un funzionario della Ddr che gli aveva suggerito proprio quella domanda. Ma l’apertura dei primi varchi fu possibile anche perché alle guardie di frontiera arrivò l’ordine di lasciar passare tutti. Il giorno dopo venne riaperto anche il ponte di Glienicke, il “ponte delle spie” (mostrato anche da Steven Spielberg nell’omonimo film) usato per lo scambio di prigionieri tra Paesi occidentali e comunisti.

Un mare di gente
Sono due i luoghi simbolo di quella notte. Innanzitutto la Porta di Brandeburgo, il più famoso monumento della città tedesca, che viene invasa da migliaia di persone. E poi il “Checkpoint Charlie”, il posto di blocco situato tra il settore sovietico di Berlino est e la zona di Berlino Ovest gestita dagli Stati Uniti.

Tutto è iniziato nel 1961
La costruzione del Muro risaliva al 13 agosto del 1961. Alla fine della Seconda guerra mondiale, persa dai tedeschi, Berlino si trova nella Germania Est sotto influenza sovietica, occupata dall’esercito russo da una parte e dalle truppe americane, inglesi e francesi dall’altra. Proprio nel 1961 la tensione tra le due parti è tale che i sovietici decidono di erigere il Muro. All’inizio a separare i due settori della città è un filo spinato che circonda la zona Ovest.

Fuga per la vittoria
Da lì a poco si passa alla costruzione di un muro di calcestruzzo alto 3,60 metri, di forma circolare: lungo oltre 150 chilometri,“ingabbia” Berlino Ovest. Ci sono perfino case, sul confine tra le due aree, le cui finestre vengono murate. C’è chi, per raggiungere l’altra parte, salta dai piani alti dei palazzi, chi prova a scavalcare con scale, chi si nasconde nei cofani delle auto, chi scava tunnel, chi usa mongolfiere. Circa 3 mila fughe su 5 mila ebbero successo, ma più di 200 persone furono uccise alla frontiera.

Sigarette, frutta e riviste
Una delle prime mete dei berlinesi dopo la caduta del Muro sono i supermercati, per comprare sigarette e banane (rarissime e costosissime nella Ddr), ma anche edicole e ristoranti. La sera del 9 novembre a Kurfürstendamm, grande viale di Berlino Ovest, vengono offerte bevande gratis ai cugini dell’Est. A suggellare la caduta del Muro, poi, il 21 luglio del 1990 c’è il concerto di Roger Waters, ex leader dei Pink Floyd, che sulle note di “The Wall” saluta 350 mila persone festanti.

Tutti i programmi che festeggiano la ricorrenza

Da Focus a Canale 5 fino a Raitre e La7, ecco tutti gli speciali di novembre dedicati al Muro.

Martedi 5 
Su Focus (canale 35) parte il ciclo “Berlino 9-11-89: fine della Guerra fredda”. Alle 21.15 lo inaugura la miniserie “Il tunnel della libertà” con Kim Rossi Stuart, seguita dal documentario in prima visione “Berlino: fuga per la libertà”.

Mercoledì 6
In prima serata su Focus c’è “Base Tuono, un mistero della Guerra fredda”, lo speciale curato da Massimo Polidoro. Su La7 puntata speciale di “Atlantide”.

Giovedì 7
In prima serata su Focus c’è il documentario in prima tv “Broken Arrows: le atomiche perdute, ai tempi della Guerra fredda”.

Venerdì 8
Su Raitre c’è il docufilm “1989 Cronache dal Muro di Berlino“ a cura di Ezio Mauro.

Sabato 9
La programmazione a tema di Focus parte alle 15.30 per arrivare fino alle 2 di notte. Alle 0.40 c’è lo Speciale del Tg5 su Canale 5.

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