Va bene stare comodi, ma è ora di tirarsi su!

Dopo tanti mesi di isolamento forzato è cambiato anche il nostro modo di vestire. E gli esperti dicono...

Renée Zellweger in “Il diario di Bridget Jones” trascorre spesso le sue giornate a casa con poco attraenti pigiamoni in felpa
18 Febbraio 2021 alle 08:23

A un anno dall’inizio della pandemia, la vita di tutti sta lentamente riprendendo secondo i ritmi pre-Covid. Gli uffici hanno riaperto, le scuole e i negozi anche. Ma alcune abitudini che abbiamo acquisito in questo lungo periodo si sono radicate nei nostri comportamenti.

Per esempio abbiamo un po’ disimparato a vestirci, non abbiamo più voglia di pensare ogni giorno a cosa metterci, e optiamo per abiti caldi, morbidi, confortevoli. Sia per stare in casa che per lavorare, scendere al super o a prendere un cappuccino con un amico. Non è un caso che in questi mesi le vendite di scarpe da donna con tacco alto siano crollate, mentre sono aumentate quelle di scarpe comode.

Ma non siamo gli unici: ormai spesso anche i grandi esperti che si collegano nei programmi televisivi sono più casual nel loro aspetto. Via camicia, giacca e cravatta, sì a maglioni, magliette e felpe. Si chiama “effetto quarantena” mica per niente. Ma non corriamo il rischio di lasciarci andare un po’ troppo? Ne abbiamo parlato con lo psichiatra e sessuologo Marco Rossi e con la famosa insegnante di stile Carla Gozzi.

Ogni mattina un vestito diverso
Marco Rossi: «La condizione di lockdown, la chiusura in casa in cui abbiamo a lungo vissuto, ha portato alla riduzione della cura di noi stessi: le donne tuttora vanno poco dal parrucchiere, c’è una minore attenzione rispetto al corpo. Niente panico! L’ideale è vestirsi e prepararsi ogni mattina in modo diverso. Questo sforzo psicologicamente sembra elaborato per tutti, ma a livello profondo ricostruisce le nostre vecchie abitudini. E questo vale anche per chi invece continua a lavorare da casa: alzatevi e cambiatevi, vi sentirete meglio».
Carla Gozzi: «La camicia bianca è il capo che non può mancare mai nell’armadio di ogni persona. Dà un tono ordinato, genera autorevolezza e trasmette pulizia. Ed è perfetta per donne e uomini. Questi ultimi possono sceglierla anche azzurra, magari con sopra un gilet, visto che fa ancora freddo. Se invece siete ragazzi sotto i 30 anni, potete optare per un maglione a collo alto».

Tuta sì, ma bella!
Marco Rossi: «Ricominciamo anche a fare attività fisica, dove è consentito. Questa è fondamentale, fa sentire meglio corpo e mente, incrementa il buonumore. Ma non per forza va fatta in casa: si può andare a camminare, o a correre, per le vie o si può fare ginnastica al parco rispettando i distanziamenti. Non siamo obbligatoriamente chiusi in casa, quindi se possiamo uscire, facciamolo!».
Carla Gozzi: «La comodità è diventata essenziale. Se si fa attività fisica non troppo intensa, per cui sono adatti materiali molto tecnici, esiste una versione più bella della classica tuta in felpa grigia, sempre con cappuccio ed elastico in vita, quindi pratica, ma in maglia di lana o cotone. Farete un figurone».

Diamo ritmo alle giornate
Marco Rossi: «Nella vita di tutti, prima del Covid si riusciva a incastrare più appuntamenti durante la giornata. Ora si fa molta più fatica, perché c’è stato un notevole impigrimento nei comportamenti. Bisogna cercare di mantenere vive le relazioni, darsi un ritmo preciso e smettere di lamentarsi. Ricordiamoci sempre che parlare con amici e colleghi aiuta a confrontarsi e fa bene anche solo condividere una risata».
Carla Gozzi: «Se non riusciamo più a indossare capi aderenti come quel tubino nero che risolveva molte situazioni, ma ora lo troviamo così scomodo, non disperiamo. Ci sono delle alternative: basta aggiungere un tocco speciale, delle scarpe da tennis colorate o un mocassino morbido. Per le donne, si può optare anche per un paio di stivaletti con tacchi larghi e alti. E se dobbiamo affrontare una giornata stressante, aggiungiamo orecchini o una collana con le pietre. La giada rilassa e dona equilibrio, la tormalina, blu-viola, stimola la creatività».

Rilassati sì, trasandati mai
Marco Rossi: «Ancor più quando ci si incontra con il team di lavoro, non va bene essere trasandati perché così non ci si valorizza. Bisogna evitare in tutti i modi che passi un messaggio di impoverimento della propria immagine. Questo vuol dire sminuirsi e trasmettere questa sensazione agli altri».
Carla Gozzi: «Non dobbiamo sembrare appena alzati dal letto, mai. Gli uomini ricomincino a indossare le care amate giacche. Le donne, invece, devono riprendere a truccarsi. L’attenzione è agli occhi perché sono quelli che vengono più esaltati, anche con addosso una mascherina. Meglio raccogliersi i capelli in una bella coda se la piega non è perfetta».

Quando si può, usciamo!
Marco Rossi: «Questa poca cura nella quotidianità ha anche conseguenze importanti in fatto di relazioni interpersonali. Quando ci si piace di meno, si diventa meno “seduttivi”. Attenzione, non si tratta di dover trovare un fidanzato ma di riportare alta la propria autostima. Nel rispetto dei decreti, ricordiamo che in zona gialla o arancione si può uscire di casa. Facciamolo e incontriamo gli amici».
Carla Gozzi: «Capi comodi e di una taglia più grande rispetto alla nostra sono i suggerimenti che vengono dalla moda. Sopra mettiamoci un piumino, e ai piedi scarpe da tennis o degli anfibi in stile militare per le ragazze».

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