Il gioco è ispirato a uno dei più noti romanzi classici cinesi, “Il viaggio a Occidente”
“Black Myth: Wukong” sta ai videogiochi come “La Tigre e il Dragone” sta al grande schermo: lo si capisce immediatamente nel tutorial/intro del gioco, in cui veniamo gettati in uno scontro impari con le divinità cinesi schierate attorno a noi su un tappeto di nuvole. Combattiamo tra salti fisicamente impossibili e incantesimi devastanti, circondati da uno sterminato esercito che ci osserva silenzioso mentre verremo irrimediabilmente confitti. Non è un caso, visto che il gioco, realizzato da uno studio indipendente di Shenzhen, è ispirato a uno dei più noti romanzi classici cinesi, “Il viaggio a Occidente” di fine XVI secolo: per noi giocatori europei, una storia tutta da scoprire.
Dopo la sonora e inevitabile sconfitta, il nostro protagonista si ritrova privato della maggior parte dei suoi poteri. È l’inizio di un lungo, lunghissimo viaggio che lo porterà in diverse “zone” del gioco, da quella rigogliosa di vegetazione all’assolato deserto, dalle nevi dei picchi più alti agli abissi sotterranei. E sarà un viaggio pieno di combattimenti: “Black Myth: Wukong” è un gioco pensato proprio per chi adora i duelli e i combattimenti.
Il trailer di Black Myth: Wukong
Certo, la maggior parte dei nemici li spazzerete via con qualche semplice bastonata, ma sono i “boss” che sono particolarmente interessanti. Giganteschi, veloci, terribili sono la vera attrazione del gioco, e sono davvero tanti, oltre a quelli classici di fine livello, ce ne sono parecchi in ogni capitolo che vi aspettano non appena deviate dal percorso principale e generalmente nascondono power-up e sorprese piuttosto gustose.
Il sistema di combattimento è l’indiscusso protagonista di “Black Myth: Wukong”: il gioco non fa mistero di ispirarsi ai titoli come “Dark Souls” e soci, su cui il developer giapponese From Software ha costruito la propria fortuna, come testimoniano i quasi 30 milioni di copie vendute di “Elden Ring”. Al contrario dei soliti “Souls”, il nome che i gamer hanno affibbiato a questo genere di videogiochi, in “Black Myth: Wukong” potrete utilizzare una sola arma, il bastone, e non potrete parare i colpi, ma solo scivolare di lato per evitare gli attacchi nemici. Avrete a disposizione attacchi leggeri e pesanti, da dispensare con un certo ritmo per riuscire a ottenere il massimo danno a seconda del nemico che avete di fronte, e soprattutto potrete scegliere (una volta apprese) tra diverse tecniche, un po’ come succedeva con la katana di “Ghost of Tsushima”. Per aggiungere varietà, il nostro scimmiesco protagonista può imparare degli incantesimi devastanti, e “congelare” i nemici per qualche secondo oppure scatenare una mezza dozzina di propri cloni contro il bersaglio. Oppure, può trasformarsi nei nemici battuti, e utilizzare le loro abilità in combattimento.
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Questa cura pazzesca nel sistema di duelli rende di fatto “Black Myth: Wukong” un gioco di combattimenti intervallato da piacevoli esplorazioni: il fatto che non esista una minimappa tradisce immediatamente quanto i livelli del videogame siano piuttosto lineari. Dopo un primo capitolo in cui praticamente vi muoverete per dei “tunnel” nella giungla, visiterete delle aree un po’ più aperte e con bivi che portano a aree sapientemente nascoste: se da un lato “Black Myth: Wukong” premia moltissimo lo spirito esplorativo, dall’altra non si avvicina mai alla libertà di “Elden Ring” – cosa che non è necessariamente un male. E girare per i livelli di ogni gioco esplorando ogni angolo è un vero spettacolo, grazie alla resa visiva davvero di prim’ordine.
È un gran periodo per i souls: dopo aver giocato per dozzine di ore a “Shadow of the Erdtree” mentre stiamo aspettando il souls made in Italy “Enotria” previsto per le prossime settimane, “Black Myth: Wukong” è una graditissima novità: magari meno difficile dei souls di From Software, ma con gustose novità e trovate originali che lo rendono comunque assolutamente degno di nota.
“Black Myth: Wukong” è disponibile per PS5 e PC (in futuro è prevista una versione Xbox) e ha un PEGI età consigliata di 16+. Il gioco è tradotto in italiano, ma solo nei sottotitoli e nei menu.