Call of Duty: Black Ops 4, il trionfo del multiplayer
Puntuale come sempre, arriva il nuovo Call of Duty: assente ingiustificato, il single player. C'è, però, un’inedita modalità Battle Royale ispirata al gioco dei record, Fortnite
È uno dei titoli che scandiscono l’anno dei gamer: se settembre è il mese di FIFA e PES, ottobre è quello di Call of Duty, la serie di sparatutto militari che dal 2003 ci fa combattere virtualmente nelle guerre passate, presenti e persino future. Parafrasando il sergente Hartman di Full Metal Jacket, ci sono tanti sparatutto ma Call of Duty ha una fascino tutto suo: la solidità dei duelli a colpi di fucile d’assalto, le mappe studiate nei minimi dettagli, il bilanciamento delle armi.
L’edizione di quest’anno però ha due novità, una graditissima e l’altra un po’ meno spassosa. Iniziando dalle brutte notizie, non c’è il single player: potete cercare quanto volete tra i menu del gioco, ma niente campagna in singolo. Tutto questo per fare spazio alla “moda” del momento, ovvero un’inedita (per Call of Duty) modalità Battle Royale, quindi ispirata al gioco dei record del 2018, quel Fortnite che al momento vanta oltre 120 milioni di giocatori in tutto il mondo. Un passo storico nella direzione di un futuro multiplayer e di esport, o un passo falso?
Il trailer
La Modalità Battle Royale
Call of Duty Black Ops IIII è l’unione di tre anime, tutte multiplayer. La novità, come abbiamo appena detto, è l’enorme mappa di Blackout. 100 giocatori divisi in squadre da quattro vengono paracadutati su questa location. Grazie alla vostra tuta alare, potrete direzionare la vostra caduta e scegliere dove atterrare. Il primo passo è trovare un’arma – i guerrieri di Blackout partono per la loro avventura disarmati. Una volta imbracciato un fucile o una pistola, potete iniziare a muovervi sull’isola: non potete trincerarvi nel primo edificio che trovate, perché c’è una specie di tempesta che rende inabitabile la zona, tranne un’area circolare sempre più ristretta. Questo spingerà i 100 giocatori, presto o tardi, a incontrarsi e ingaggiare furiosi combattimenti. L’ultimo che sta in piedi ha vinto.
Chi frequenta Fortniteavrà riconosciuto immediatamente le somiglianze tra questi due titoli: e non è un caso, Call of Duty entra a gamba tesa nel mondo dei Battle Royale, ovvero gli sparatutto che propongono questo genere di sfida da 100 giocatori a un solo sopravvissuto. In realtà, Blackout ricorda il “papà” dei Battle Royale, ovvero Player Unknown’s Battleground: è più “serio” e realistico delle grafiche da cartone animato di Fortnite e soprattutto non è possibile costruire ripari e scale.
Solido, divertente e immediato: Blackout non tradisce le aspettative e, infatti, nei primi giorni dalla pubblicazione del gioco ha “battuto” il diretto concorrente sul suo stesso terreno, ovvero le dirette su Twitch, il sistema di streaming di video di giochi, dove da un anno Fortnite regnava incontrastato. È troppo presto per dire se conquisterà il cuore dei milioni di giocatori di Fortnite, ma di sicuro è un ottimo inizio.
Tornano gli zombi
Una modalità totalmente indipendente è quella degli zombi, che è diventata uno dei “marchi di fabbrica” di Call of Duty. Dopo gli zombi nazi, ora abbiamo tre mappe su cui affrontare le orde di mangia cervelli. La prima è la già nota ambientazione di Blood of the Dead sull’isola di Alcatraz, a cui si aggiunge l’arena romana in stile Colosseo di IX e il transatlantico di inizio secolo di Voyage of Despair. In queste mappe dovrete affrontare ondate su ondate di zombi che vi attaccano da tutte le parti. In teoria è possibile giocare da soli, ma in solitario il divertimento è abbastanza limitato. Molto meglio assemblare una squadra di quattro eroi che devono collaborare per frenare e respingere il più possibile la marea di non morti. “Stefano, vai nell’altra stanza e costruisci una barricata”, “Certo Paolo, ma preparati perché arrivano dal corridoio”, “Aiutatemi, sono circondato”: è un po’ una battaglia alla Walking Dead tra amici.
Il “solito” Multiplayer
La modalità che finora ha decretato il successo planetario di Call of Duty è il multiplayer classico: un paio di dozzine di giocatori si affrontano sulle mappe militareggianti in tutti contro tutti, oppure in due squadre che se le danno di santa ragione. Qua siamo nella tradizione più classica di multiplayer, dove Call of Duty ha sempre fatto scuola: in Black Ops III abbiamo 14 mappe di cui una decina inedite, le altre sono graditissime “riproposte” dagli episodi passati, e dieci “classi” (qua si chiamano “Specialisti”) ognuno con le sue abilità specifiche. C’è quello che può schierare lo scudo antiproiettile, quello che può rivelare con lo scanner i nemici vicini, quello che può piazzare filo spinato e barriere. Tra le modalità, ce ne è una, “Furto”, che ricorda moltissimo il gioco Counter Strike - cosa che per chi vi scrive è un grosso complimento.
Rispetto agli ultimi capitoli, Black Ops IIII rinuncia alla maggior parte delle “trovate” sci-fi, come esoscheletri, jet pack e doppi–salti, per un classico, solido scontro vecchio stile. Dopotutto, è quello che vogliono i fan della serie.
Niente single player, ma l’offerta multiplayer è impareggiabile
L’assenza del single player è un brutto colpo per chi aspettava l’appuntamento di ottobre/novembre con le nuove gesta degli eroi di Call of Duty. Oltretutto, la campagna del capitolo del 2017, ambientata durante la Seconda Guerra Mondiale, non era affatto male.
D’altra parte, è evidente che ora Call of Duty si rivolge agli appassionati di multiplayer, e lo fa con un “menu” ricchissimo e completo. In pratica, le tre modalità di cui abbiamo appena parlato sono tre giochi diversi riuniti sotto uno stesso tetto, e soddisfano praticamente tutte le esigenze di gioco online immaginabili. Gli appassionati dei Battle Royale, quelli del gioco coop in quattro con gli amici, e i giocatori che si vogliono sfidare a duelli contro altri esseri umani. Quindi, non riusciamo a vedere l’assenza di single player come un “difetto” vero e proprio: Call of Duty, nel 2018, è un gioco pensato per chi vuole giocare online, in tutte le sue forme. Casomai, potremmo storcere un po’ il naso di fronte alla scelta di vendere mappe e contenuti come “espansioni” aggiuntive sin dal primo giorno, e che costringe chi vuole l’esperienza completa a un acquisto immediato sotto forma di Game Pass per accedere a ogni mappa e modalità al 100%.
Chi vuole esperienze single player non ha che l’imbarazzo della scelta – basta pensare a titoli come Assassin’s Creed Odyssey, Shadows of the Tomb Raider o l’imminente Red Dead Redemption 2. Con questo taglio netto del single player, Call of Dutysi ritaglia una posizione di “Re della Collina” nelle arene multiplayer mondiali, e nuovo punto di riferimento per chi vuole giocare online.
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