A Manhattan, sepolto tra le strade secondarie della Grande Mela, c’è un palazzo anonimo che turisti e newyorkesi non degnano nemmeno di un’occhiata. Per Jesse Faden, la protagonista di "Control", è tutto il contrario: ha un mistero da risolvere che la consuma da anni e prova un’attrazione irresistibile e inspiegabile per questo edificio. Entra nella hall principale e capisce subito che c’è qualcosa che non va.
Gente che fluttua nell’aria, mostri rossastri che la bersagliano con ogni genere di proiettile e suppellettile, geometrie impossibili che rendono l’edificio molto più grande all’interno che all’esterno. Jesse inizia a esplorare le sue sale, un labirinto non euclideo dove si intrecciano paranormale, occulto, leggende urbane, mondo metafisico, mitologie da ogni angolo della Terra e tante voci nella testa.
Benvenuti nella Oldest House, sede del Federal Bureau of Control. Bevenuti in "Control", uno dei migliori videogiochi action degli ultimi anni.
Il paranormale è di casa, in Control. Il Federal Bureau è la sede degli studi “proibiti” dello Zio Sam: qui si analizzano telecinesi, controllo psichico, universi parallelidiciamo che i protagonisti della serie TV Fringe o X-Files si troverebbero perfettamente a proprio agio, da queste parti. La Oldest House è però sotto attacco: come capita di frequente quando il Governo si mette a giocare con le scienze occulte, la situazione è totalmente sfuggita di mano a burocrati e scienziati, trasformando le quattro (si fa per dire) pareti della House in un incubo a occhi aperti. Il misterioso “Hiss” (che in inglese vuol dire “Sibilo”, non che la traduzione chiarisca la sua natura) sta assediando la struttura, probabilmente cercando di uscire nel mondo “normale” e devastarlo. Jess, insieme ai pochi agenti rimasti sani di mente e liberi dai tentacoli paranormali dello Hiss, deve fermare questo attacco. Sebbene fucili e mitragliatori non siano tanto utili contro i guerrieri dell’occulto, Jesse per fortuna trova la “arma di servizio”, un oggetto “del potere” che le permette di far fuori abbastanza agevolmente chi si aggira con intenti ostili per la House. Non solo: scopre che in qualche modo è collegata al mondo paranormale, e può quindi utilizzare altri “oggetti del potere” per scatenare poteri telecinetici, di controllo della mente e persino volare. Qua ci fermiamo, perché Control è uno dei videogame più affascinanti degli ultimi anni, con una narrazione e una trama che se la giocano con i migliori romanzi di Stephen King. Meglio lasciarvi il gusto di scoprire cosa succede giocando.
Perché sparare? Meglio lanciare lastre di cemento!
Le vostre ore in Control (una ventina, magari trenta se vorrete esplorare ogni anfratto della House) si divideranno in esplorazione, risoluzione di enigmi e sparatorie. Iniziamo dagli scontri, furiosi e frequentissimi: Jesse deve liberare le sale della House dalla presenza dell’Hiss e dei suoi agenti. Quasi ogni sala si trasforma in una battaglia metafisica senza esclusione di colpi. Dopo un paio di ore di gioco, quando avrete preso possesso dei poteri principali della protagonista, uno scontro sarà una danza in cui prima sparerete qualche colpo dall’arma di servizio, poi lancerete con la psicocinesi una gru contro gli avversari, salterete verso l’alto evitando un terribile colpo proveniente da un ammasso rosso fuoco, e nel contempo attiverete il controllo mentale su un nemico indebolito in modo che vi aiuti nel duello. Soprattutto, funziona tutto e con precisione: se volete sparare a un tizio, riuscite a colpirlo con assoluta precisione; se volete saltare e fluttuare, salterete nella direzione voluta; se volete sollevare con l’energia mentale una lastra di cemento armato e scagliarla verso un nemico specifico, farete esattamente quello che volete. Dove molti giochi da intuizioni geniali sono inciampati su un sistema di controllo ostico e zoppicante, Control concede – appunto – un controllo deliziosamente perfetto. Ci sentiamo anche di sbilanciarci: è un gioco che riesce, nel 2019, a riscrivere le regole delle battaglie e degli sparatutto, a dimostrazione che la creatività non si è certo esaurita nelle produzioni video ludiche.
Esplorazione vecchia scuola
Girare per la House ha un fascino strepitoso. Tutto cambia attorno al giocatore, soprattutto nella seconda metà del gioco. Certo, c’è la mappa che un po’ vi aiuta, ma non ci sono bussole o “sentieri magici” che vi guidino. Dovrete capire voi dove andare e come arrivarci, e proprio come nella realtà, il metodo migliore è seguire i cartelli della House, che indicano la dislocazione dei vari reparti. Dovete andare in “parapsicologia”? Seguite i cartelli! L’esplorazione è davvero “vecchia scuola” e più di una volta ci siamo persi nella House, perché la mappa è un po’ confusa e non si capisce mai bene dove ci sono i passaggi e dove portano i numerosi ascensori. Oltretutto, c’è anche un tocco di “metroidvania” (cosa che per noi è un grosso complimento): molte stanze si sbloccano nelle fasi successive del gioco, e dovrete tornare sui vostri passi per vedere “cosa c’è in quella stanza bloccata” là in fondo. Magari un bonus per l’arma, forse un nemico particolarmente coriaceo o addirittura un oggetto del potere che vi garantirà nuove abilità.
Gli enigmi di Control
Anche qui non si scherza: Control è un gioco pieno di puzzle ed enigmi e bisogna usare una buona dose di materia grigia per risolverli. C’è un po’ di tutto, il menu è molto vario. Qualche enigma da risolvere con le leggi fisiche, chiavi nascoste, enigmi in cui dovete pensare un po’ “lateralmente” per capire i suggerimenti del gioco. Generalmente, le missioni principali propongono enigmi interessanti ma risolvibili, quelle secondarie – facoltative, ma molto piacevoli – enigmi simili ma con varianti più complicate. È anche uno stimolo per cercare e leggere (o ascoltare) i documenti sparsi un po’ ovunque, in modo da capire meglio il mondo oscuro e la mitologia di Control, tra le cui righe si annidano suggerimenti per i puzzle più astrusi.
Da giocare, a patto di essere pronti a una vera sfida
Impegnativo, originale e incredibilmente soddisfacente. Spesso si accusano i videogame di essere cloni uguali a loro stessi e di ripetere strade già battute. Control è la dimostrazione che non è sempre così: la trama è da urlo (in più di un senso), le ambientazioni sono da mascella a terra – a volte ricordano i momenti migliori di Matrix e Inception – e gli scontri sono finalmente qualcosa di diverso dai soliti sparatutto che i veterani troveranno ormai un po’ piatti e insapori, anche perché potrete decidere voi se affrontarli con le armi (comunque originali) o usando i poteri mentali di Jesse. Certo, Control è un po’ più complicato dei “soliti” videogiochi: sia trovare la strada che sconfiggere alcuni “boss” sarà particolarmente impegnativo, ma la soddisfazione – come in tutte le sfide superiori alla media – sarà decisamente superiore.
Il gioco è disponibile per PC, PS4 e Xbox One, con sottotitoli (non il parlato) in italiano.
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