L’apocalisse zombie va di moda. Dopo nove stagioni di "The Walking Dead", decine di serie come la recente "Black Summer" e film come "World War Z", probabilmente penserete di sapere tutto sui non-morti. Anche a videogame siamo messi bene: "The Last Of Us", "Dead Rising 3", "Zombi U", "Left for Dead", tutti i "Resident Evil" e altre centinaia di interpretaziooni.
Ma quando si tratta di eiminare orde di zombie, c’è sempre spazio per nuovi titoli. "Days Gone", che in italiano suonerebbe più o meno “i tempi andati (in cui non c’erano orde di non morti in giro per l’Oregon) porta nuova linfa vitale a questo genere di videogame.
Il trailer
Oregon, qualche anno dopo l’invasione
Come da copione-zombie, c’è stata una epidemia globale e il 99% degli esseri umani si è trasformato in “furiosi”, ovvero i classici non morti che passano il tempo a divorare gli esseri viventi – non disdegnando qualche spuntino undead se proprio non ci sono uomini nei paraggi. I furiosi di Days Gone sono simili a quelli di Z Nation/Black Summer: corrono e scattano, entrano dalle finestre e si arrampicano sui tetti per inseguirvi, quindi evitarli non sarà semplice.
Il vostro alter ego è Deacon St. John (gli presta il volto virtuale l’attore Sam Witwer, veterano di diverse serie TV tra cui Smallville): ex militare, nel post olocausto-Z vaga tra un accampamento e l’altro di sopravvissuti massacrando zombi per strada. È tormentato dalla separazione dalla sua dolce metà Sarah, gravemente ferita durante le prime fasi dell’invasione zombi e finita chissà dove. Così Deacon passa le sue giornate a ricacciare nella tomba gli zombi in modo definitivo, girando per le strade dell’Oregon a bordo della sua moto.
Easy Rider, ma con gli zombie
La due ruote di Deacon è una dei protagonisti del gioco: la mappa di gioco è assai vasta, e dovrete esplorarla in lungo e in largo in sella alla vostra moto. Dovrete prendervene cura: ripararla quando si guasta, recuperando i rottami da altri veicoli abbandonati, e facendole il pieno. Capiterà, come è successo a noi, che rimarrete in mezzo a una strada, magari di notte, a secco o con il motore in panne, e dovrete cercare lì intorno altro carburante o pezzi di ricambio per rimettervi in strada. Nel dopo-pandemia non c’è il servizio di soccorso stradale. Dovrete cavarvela da soli, sapendo che ogni area di servizio, ogni abitazione, ogni vagone può nascondere nugoli di furiosi assetati del vostro sangue. Da questo punto di vista, l’esplorazione di Days Gone ricorda molto i migliori episodi di The Walking Dead, e abbiamo notato più di una somiglianza con il personaggio scontroso, solitario e cinico di Daryl, soprattutto quando ci siamo ritrovati ad imbracciare la balestra.
Non solo non-morti
L’Oregon di Days Gone è un posto pericoloso, e non solo per gli zombie. Ci sono uomini che hanno deciso di approfittare della situazione senza grosse preoccupazioni morali, ma i grattacapi maggiori arrivano dai “ripugnanti”, esseri umani che venerano l’apocalisse e ammazzano chiunque capiti loro a tiro. Questo si traduce, in termini di gioco, a sparatorie e combattimenti molto frequenti. Deacon va in giro con fucile e pistola, e può “upgradare” il suo inventario con canne mozze, fucili d’assalto, mitragliatori. Ha anche un’arma bianca – dall’ascia dei pompieri a un’asse chiodata, che diventa particolarmente utile quando i proiettili scarseggiano – frangente tutt’altro che infrequente in Days Gone. Gli scontri hanno anche un’anima “stealth”: arrivare di soppiatto alle spalle di zombi e umani è il modo migliore per farli fuori senza sprecare munizioni e tempo, anche perché l’Intelligenza Artificiale dei nemici, sia quelli dotati di materia grigia che quelli che se la sono mangiata, è piuttosto basilare. Se deciderete di muovervi in silenzio e colpire cercando di non farvi vedere, diventa molto utile la sopra citata balestra, che permette di far fuori nemici di ogni tipo da lontano e senza far troppo rumore, generalmente con un colpo solo.
Tonnellate di missioni
Days Gone si appoggia su una serie di missioni che narrano la sua storyline principale: sebbene il filone degli zombie, come abbiamo visto, sia molto affollato sia in TV che tra i videogiochi, la storia è più che interessante e, soprattutto nella seconda metà del gioco, vi farà venire voglia di scoprire cosa sta per succedere. Sempre nella seconda metà di Days Gone avrete a che fare con i gruppi di furiosi: anche 500 zombi che si muovono in massa e che dovrete attirare, sviare, far fuori poco alla volta. Una pianificazione attenta è necessaria: colpire di primo mattino funziona meglio, così come attaccarli quando sono nelle loro tane e facile preda delle vostre molotov. È quasi un peccato che questi eventi “di massa” arrivino dopo ore di gioco (l’avventura dura circa 30-40 ore, a proposito).
L'unico rischio è che la prima metà del gioco vi sembri, all'inizio perlomeno, un po' ripetitiva. Non ci sono grosse sorprese né ricompense nell'esplorare e nel liberare le vallate attorno alle basi "alleate", e le missioni tendono a assomigliarsi. Tenete duro, perché nella seconda metà del gioco il ritmo riprende di intensità.
Oltre alle missioni “principali” ci sono moltissime cose da fare: ogni accampamento “umano” può aiutarvi con upgrade per le armi o per la moto, a patto che “risolviate” delle missioni per loro. A differenza di molti giochi simili con mondi esplorabili, da Far Cry a Horizon Zero Dawn, in Days Gone l’esplorazione è lasciata però al vostro gusto personale: se vi farete prendere dalla voglia di scoprire “cosa c’è dietro quella collina” oppure liberare tutti i campi di ripugnanti, aggiungete anche 10 ore da passare in Days Gone. Vi consigliamo anche, nel caso siate alla ricerca di un gioco veramente “survival” di alzare la difficoltà al massimo, rendendo ancora più unici e pericolosi gli scontri e quell’esperienza “là fuori in mezzo al nulla” contando solo su voi stessi, e sulla vostra moto.
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