La morte ha un lavoro per voi. Nei panni di uno spelacchiato corvo nero, dovrete visitare una serie di mondi per recuperare le anime dei dannati che non vogliono saperne di trapassare a miglior vita. Se le premesse non sono particolarmente allegre, non temete: "Death's Door" è un gioco assai piacevole, una di quelle "gemme nascoste" che escono solo in formato digitale, tra cento altri titoli apparentemente simili, ma che meritano davvero di essere giocate. Se amate i giochi d'avventura come Zelda e soci, risolvere enigmi logici e combattere contro una moltitudine di nemici, preparatevi a un viaggio unico.
Il trailer
La recensione
Il mondo kafkiano di Death's Door
Inizierete il gioco nel "nodo centrale", il punto da cui si dipanano le magiche porte che vi mettono in comunicazione con i mondi che visiterete. L'aldilà non è un inferno rosso lava né un paradiso angelico, ma un regno scialbo e grigio in cui tanti corvi lavorano per l'eternità in uffici tetri e monotoni. Per fortuna, il vostro lavoro non è tener traccia di chi muore e chi vive, ma andare nei vari mondi e recuperare le anime perdute che dovrebbero aver già trapassato il confine dei morti. E se non sono d'accordo, si ricorre alle maniere forti.
Una storia di cappa e spada
I mondi di Death's Door sono dei magnifici diorami isometrici: li vedrete dall'alto e in prospettiva, e vi muoverete con il vostro piccolo ma determinato corvo nel dedalo di percorsi che li contraddistingue. La grafica è deliziosa, piena di piccoli tocchi di classe e ci ha ricordato quella di Monument Valley, se l'avete provato su cellulari. In Death's Door non c'è una mappa, né un sistema di guida: dovete girare e esplorare, ricordandovi che siete andati "di qua", ma c'era un altro percorso "di là". All'inizio è un po' disorientante vedere così tante strade possibili attorno a voi, ma esplorando i dintorni scoprirete che i percorsi si intersecano e potete aprire delle scorciatoie per arrivare subito ai posti appena scoperti. Prima di tutto, quindi, Death's Door è un gioco di esplorazione.
E di enigmi
Poi ci sono gli enigmi. Niente di spaventosamente complicato, sia chiaro. Se avete affrontato uno Zelda nella vostra vita, siete perfettamente in grado di cavarvela. I giocatori con pochissima esperienza potrebbero dover riflettere su qualche enigma per più tempo, ma alla fine ci si arriva (o si dà un'occhiata ai tutorial già disponibili su Youtube). Durante le vostre esplorazioni, troverete anche dei nuovi "poteri", come l'abilità di lanciare palle di fuoco, che corrispondono puntualmente a una nuova serie di enigmi dallo stesso tema.
Sopratutto, si combatte
Death's Door spinge molto l’acceleratore anche sui combattimenti. Il vostro corvo può sferrare micidiali fendenti con una spada rossa e luminosa che non sfigurerebbe in mano a Darth Vader, compresi attacchi "caricati" ancora più forti. Poi può lanciare dei dardi a distanza, ma (almeno all'inizio) ha pochi colpi e per ricaricarli deve colpire qualcosa con la sua spada. I combattimenti, sia contro orde di nemici della vostra taglia che affrontando titanici boss di fine o metà livello, diventano una danza di "colpisci, allontanati, lancia". Gli avversari, specie in gruppi numerosi o quelli formato XXXL, vanno demoliti con logica e comprendendo i loro punti deboli.
Attenzione, è un gioco per chi vuole impegnarsi
Death's Door è un gioco difficile. Se molti suoi concorrenti cercano di condurre per mano il giocatore, qua dovrete cavarvela da soli. Gli enigmi non hanno "aiuti", l'esplorazione è a vostro carico, e soprattutto i combattimenti diventano quasi frustranti. "Quasi" perché gli sviluppatori sono riusciti a creare una sfida di alto livello, ma in cui continuerete ad aver voglia di riprovarci. Death's Door è impegnativo, con 10-12 ore di avventura piena di stile e carattere, che ricorderete per un bel pezzo.
Death's Door è disponibile per PC e Xbox One / Series X|S. Non è tradotto in italiano e ha un PEGI 12+.
Questo film con protagonista Jason Statham racconta di un carcere in cui i detenuti sono costretti a partecipare a delle gare automobilistiche e il prezzo per la sconfitta è spesso la morte