“Diablo IV”, ritorno a Sanctuarium

Quando “andare al diavolo” non è un insulto ma un ottimo passatempo

5 Giugno 2023 alle 11:09

Classe 1997, tre capitoli alle spalle e centinaia di milioni di copie vendute: “Diablo” è un franchise vincente, uno dei motivi per cui Microsoft sta cercando di comprare da più di un anno il suo publisher, Activision/Blizzard (lo stesso di un altro calibro da novanta, “Call of Duty”). A quasi dieci anni dall’ultimo capitolo, anche se nel frattempo sono arrivati il remake e il gioco mobile, orde di fan non vedono l’ora di mettere le mani su “Diablo IV” e lanciarsi in avventure single e multiplayer nei reami fantasy del gioco. “Diablo IV” è tra noi, sarà valsa l’attesa?

Il trailer di lancio

Iniziamo subito dicendo che “Diablo IV” non tradisce i fan. Il gioco nell’anima è rimasto praticamente identico ai capitoli precedenti. Squadra che vince non si cambia, evidentemente, e chi ha giocato a un Diablo del passato (o a uno dei numerosissimi cloni) si troverà subito a casa. Il mondo tetro e gotico di Sanctarium è sempre più oscuro: è passato circa mezzo secolo dagli eventi di “Diablo III”, ma da queste parti disperazione e morte non se ne sono mai andate, nemmeno quando abbiamo sconfitto l’antico maligno. Scopriremo infatti molto velocemente che Lilith, la “figlia” del demone del secondo Diablo è tornata e sta seminando distruzione e lutti.

Il primo passo è quello di scegliere la classe del nostro eroe: c’è il Barbaro, votato al corpo a corpo devastante e diretto, il Tagliagole, esperto nel colpire alle spalle e da lontano con balestre e archi. Il Negromante, che può rianimare i morti e farli combattere al suo fianco. Il Druido, capace di controllare la trasformazione in animali sempre più potenti e infine l’Incantatore, in grado di lanciare incantesimi devastanti. Dopodiché, sceglierete genere e nome del vostro alter ego, il livello di difficoltà scelto tra due: il primo è per chi ha poca esperienza con il franchise, il secondo per chi si sente pronto per una sfida più impegnativa e le corrispondenti ricompense di maggiore livello.

Una volta scelto il vostro personaggio, inizierete la vostra odissea in Sanctarium: completato il veloce tutorial, l’intero mondo di gioco sarà davanti a voi, potrete decidere di andare letteralmente dove vi pare e questa è una graditissima novità.

Il trailer della storia

Rimane infatti la struttura di storia divisa in capitoli, ma potrete affrontarli nell’ordine che preferite. Semplicemente, se arrivate in un’area dove grandinano schiaffoni e i nemici vi fanno fuori troppo facilmente, vuol dire che dovrete rivolgere le vostre attenzioni da qualche altra parte e far salire di livello il personaggio, prima di tornare e tentare di nuovo. Un efficace sistema di “livellamento” fa sì che anche se salirete di livello, i combattimenti non saranno mai semplici formalità, ma al tempo stesso vi fa capire se una zona è alla vostra portata oppure ancora proibitiva.

Esplorare il mondo di gioco è una gioia sia per gli occhi, visto che l’aspetto di “Diablo IV” è meraviglioso e pieno di dettagli, sia per chi ama girovagare e scoprire “cosa c’è là dietro”. Praticamente ogni sotterraneo e punto della mappa è ricco di biforcazioni e passaggi che nascondono qualche tipo di bottino e ricompensa.

Nelle varie città del gioco, incontrerete una miriade di personaggi che vi assegneranno delle missioni. Recuperare un documento di un abate disperso, scoprire che fine ha fatto un parente che non si fa vedere da qualche giorno, indagare in una certa zona. Sono dei coloriti pretesti per raggiungere zone sempre più impervie e pericolose della mappa e massacrare i mostri per strada e a destinazione.

Detto così, potrebbe sembrare tremendamente ripetitivo. Invece, dal primo episodio, “Diablo” riesce a rendere questa esperienza coinvolgente e maestosa al tempo stesso. C’è qualcosa nella chimica, anzi, nell’alchimia di “Diablo” che dà un’incredibile soddisfazione quando macelliamo dieci scheletri contemporaneamente con un colpo di falce, oppure quando colpiamo i mastini maledetti che ci stanno per aggredire con un incantesimo ben piazzato. Esplorare una delle centinaia di sotterranei è uno spasso, cercando magari un prigioniero da salvare o una reliquia da recuperare.

Il mondo di gioco è enorme: tuttavia, non ci si sente mai dispersi. Ogni missione secondaria, presto ne avrete venti e più da risolvere contemporaneamente, indica molto bene sulla mappa dove andare e cosa fare. Dopo poche missioni, capirete che il ciclo è sempre molto simile, ma rimane appassionante: andare in quel punto della mappa, far fuori tutti i nemici e tornare indietro dopo aver affrontato il boss dei mostri che offre un duello epico e mai banale. Per fortuna, l’esplorazione del mondo gigantesco di gioco è facilitata dalla presenza di “teletrasporti” che potete sbloccare una volta giunti a destinazione e soprattutto dalla possibilità di cavalcare una monta, cosa che rende l’esplorazione molto più spedita.

Per arrivare alla fine del gioco ci metterete circa venti-trenta ore. Dopodiché, potrete riporre “Diablo IV” nella vostra ludoteca, oppure continuare con quello che i gamer veterani della serie considerano il vero gioco: una volta sconfitto il nemico finale, potrete affrontare nuovamente dungeon e boss per accumulare gli oggetti più ambiti e rari, da sfoggiare nelle sessioni multiplayer. Il supporto per “Diablo IV” non è destinato a fermarsi poco dopo l’uscita del titolo ma, nelle intenzioni di Activision- Blizzard, continuerà per anni, con aggiornamenti e nuovi eventi, oltre che con l’arrivo di uno shop interno al gioco dove comprare abbellimenti estetici e nuovi oggetti con euro sonanti. Un modello, almeno nelle intenzioni del publisher, non troppo lontano da quello di “Fortnite”. Se funzionerà o meno, lo sapremo solo tra un annetto.

“Diablo IV” è disponibile per PC, PlayStation 4/5 e Xbox One/Series X. Il gioco è tradotto nella nostra lingua, peraltro con un doppiaggio di buonissimo livello, e ha un rating PEGI età consigliata 18+.

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