Quando arriva un nuovo videogame ispirato ai romanzi e film di Tom Clancy, in redazione siamo sempre molto felici. Il publisher Ubisoft ha acquisito quella che era la software house di Clancy e l’ha integrata nelle sue megaproduzioni con budget hollywoodiani, producendo capolavori come la serie di Splinter Cell (speriamo torni presto, a proposito), gli “storici” Rainbow Six e il più recente The Division, pensato per esplorazioni urbane e combattimenti in multiplayer.
Ci siamo molto divertiti anche con Ghost Recon Wildlands, videogame classe 2017 in cui il nostro team di quattro Ghost, unità speciale dello Zio Sam, si infiltrava in una nazione sudamericana e dimostrava ai cartelli del narcotraffico e ai governi corrotti cosa può fare un poker di soldati super addestrati e motivati, con alle spalle la macchina da guerra Made in USA. Wildlands è arrivato sugli scaffali magari un po’ acerbo, ma nei mesi e anni successivi Ubisoft ha saputo migliorarlo nettamente e oggi è uno sparatutto fantastico in cui l’azione scorre veloce e i giocatori si sentono davvero al centro di un romanzo techno-thriller, di quelli che sarebbero piaciuti senza dubbio a Tom Clancy. Naturale quindi che aspettassimo con giustificato entusiasmo il nuovo Ghost Recon Breakpoint.
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Dal sudamerica all’isola Auroa
Da qualche parte, nel Pacifico. Dopo la Bolivia di Wildlands, il team Ghost, la punta di diamante dell’esercito americano, viene spedito ad Auroa, un’isola fittizia nel Pacifico. C’è abbondanza di vegetazione pure su Auroa, ma a differenza della Bolivia si tratta di una location supertech. La corporazione Skell Technology ha stabilito il proprio quartier generale proprio su questo atollo: visto che il sospetto che la Skell venda armi Hi-Tech agli stati canaglia in giro per il mondo è sempre più fondato, lo Zio Sam ha spedito i Ghost in forze per infiltrarsi sull’isola e scoprire cosa stia succedendo tra spiagge da sogno e giungle impenetrabili.
Come sanno gli appassionati di arte militare, nessun piano sopravvive al contatto con il nemico: gli elicotteri d’assalto dei Ghost vengono colpiti e attaccati da un’arma non convenzionale, e la squadra viene decimata ancora prima che l’operazione inizi. Tutto è nelle mani dei pochi sopravvissuti. Soli e privi del supporto degli USA che probabilmente li crede morti, devono organizzare una specie di “Resistenza” contro la mortale macchina da guerra che si è impadronita dell’isola, i Wolves.
Benvenuti sull’isola
L’ex Tenente Colonnello dei Ghost, Cole Walker (ha il volto dell’attore Jon Bernthal, l’avrete visto nell’equipaggio del tank di Fury, ma anche in Baby Driver e The Walking Dead), si è pelo risentito dopo che ha visto la fine della sua squadra in Bolivia. Così ora ha fondato un piccolo esercito tutto suo, i Wolves, che ha occupato l’isola e utilizza la Skrell come un bancomat personale vendendo armi super segrete a qualsiasi potenza mondiale che abbia abbastanza soldi. I Ghost quindi dovranno vedersela con un avversario letale quanto loro, con il medesimo addestramento. Una super-sfida, quindi, che farà sembrare le battaglia con le bande scalcinate di mercenari di Wildlands una simpatica scampagnata tra mattacchioni armati di petardi.
Giù la testa
Il primo impatto con Auroa è di stupore. Un po’ perché la grafica del gioco è migliorata parecchio da Wildlands, che già aveva un colpo d’occhio mica male. I toni sono un po’ più “dark”, ma in generale non possiamo proprio lamentarci dell’aspetto visivo di Breakpoint, che fa avvicinare i videogame di un altro passo al fotorealismo, soprattutto nelle aree ricche di vegetazione. Vedremo il mondo da un punto di vista “dietro le spalle” del nostro protagonista (un po’ come in Tomb Raider, per capirsi), ma quando prenderemo la mira vedremo direttamente dagli occhi del protagonista, e centrare i nemici sarà decisamente più semplice.
Cambio di passo anche nella difficoltà del gioco: se Wildlands scendeva a patti con la realtà per garantire una fluidità di gameplay – quindi ferite che avrebbero ucciso una coppia di elefanti guarivano in una manciata di secondi - qua è tutto più realistico. Due colpi ti fanno fuori, e mettersi a sparare senza un piano e senza supporto contro dieci nemici vuol dire morte certa.
La squadra
Altra novità rispetto a Wildlands, la squadra di alleati controllati dall’Intelligenza Artificiale che vi accompagnava per le vostre avventure in terra Boliviana è sparita. Qua avrete a disposizione “solo” dei comodi droni, che potete migliorare e costruire, ma niente compagni gestiti da console o computer. Breakpoint unisce infatti l’impianto di Wildlands con un sistema di gioco “multiplayer” costante alla The Division: c’è una location dell’isola che funge da punto di incontro di tutti i giocatori online sul server dove vi trovate, e che è una zona franca dove riposarvi e rimettervi in forze. Qua potrete anche forgiare alleanze con altri giocatori umani da tutto il globo e andare in missione insieme. Nulla vi vieta di affrontare il gioco in solitaria, ma diventa tutto più facile e divertente giocando con altri esseri umani – proprio come in The Division.
Una sfida impegnativa
A conti fatti, Breakpoint è un gioco decisamente più “difficile” rispetto a Wildlands. L’assenza della squadra di appoggio e la presenza dei Wolves rendono molto più letale andare a spasso per l’isola senza un piano e senza stare molto attenti a dove mettete i piedi. La struttura del gioco è apparentemente identica: l’isola è piena di situazioni e location da esplorare, da missioni da completare per liberare zone dalla presenza tossica dei Wolves: tuttavia, dovrete essere pronti a giocare con altri esseri umani. Certo, esiste il livello di difficoltà più basso che disinnesca buona parte dei problemi e vi permette di giocare con più spensieratezza, ma la modalità più caratteristica del gioco è quella “difficile”, quella che vi fa vivere l’esperienza di essere un soldato supertech come quelli creati e descritti da Tom Clancy. Probabilmente, come per Wildlands, il gioco verrà modificato, adattato e migliorato da Ubisoft nei prossimi mesi, e già si parla della possibilità di far tornare il team di “alleati” controllati dalla console. Per ora, Breakpoint è un gioco dove i “Rambo” che sparano da tutte le parti hanno vita brevissima, e che va affrontato in modo molto più realistico.
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