Brutta giornata davvero per Akito: non solo viene investito da un'auto nel centro di Tokyo, ma quando si riprende scopre che la capitale nipponica è stata investita da una nebbiolina bianca spettrale che ha fatto sparire tutti gli esseri viventi della metropoli. Centinaia di migliaia di anime separate dal corpo in un attimo e ora il centralissimo quartiere di Shibuya è diventato un regno dell'oltretomba. Akito però non si perde d'animo: grazie a KK, un enigmatico spettro "buono" che afferma di poterlo aiutare, inizia a combattere l'invasione di spiriti maligni che aleggia per la città, tra grattacieli svettanti e tempietti antichi. Inizia così la vostra avventura in "Ghostwire: Tokyo", un videogame di esplorazione e combattimenti ambientato nell’inusuale folklore giapponese dell’aldilà.
Il trailer
Un viaggio tra i fantasmi nipponici
Guiderete Akito in un'avventura single player di circa 15-20 ore (qualcosa in più se volete completare proprio tutte le attività secondarie). Potrete esplorare il distretto di Shibuya in lungo e in largo, un po' come succede nei videogame "open world" come Far Cry o il recente Horizon Forbidden West. Inizialmente le strade sono avvolte dalla nebbiolina bianca che vi uccide dopo pochi secondi, quindi dovrete "liberare" la mappa e le strade conquistando dei templi sparsi per le strade della metropoli, un po' come le torri dei primi Assassin' s Creed. Man mano che libererete la coltre mortale dalla mappa della città, non solo potrete accedere ad altre zone del distretto, ma scoprirete nuove attività e missioni: essenzialmente, dovrete aiutare tantissime anime perse “risolvendo” le loro richieste e salvare i fantasmi che vagano per la città evitando che vengano distrutti per sempre dalle presenze diaboliche.
Uno sparatutto sovrannaturale
Naturalmente, l'invasione dall'oltretomba non vede di buon'occhio le vostre interferenze e quindi dovrete prepararvi a combattere spesso e volentieri. KK, il vostro "compagno" di viaggio, vi introdurrà alle arti arcane dei duelli magici: potrete quindi utilizzare gli elementi - aria, fuoco e acqua - per colpire i fantasmi che in Ghostwire: Tokyo hanno l'aspetto di grigi avvocati in doppiopetto e studenti liceali con l'uniforme scolastica. Da questo punto di vista, il gioco è praticamente uno sparatutto in prima persona, dove userete incantesimi di fuoco e aria al posto del fucile a pompa o di quello d’assalto. La particolarità è che le munizioni scarseggiano costantemente, quindi passerete gran parte del vostro tempo a sparare o a colpire gli oggetti "lampeggianti" che troverete tra uno scontro e l'altro per rifornirvi di preziosissime munizioni.
A caccia di templi
La storia principale si snoda tra le peripezie private di Akito - essenzialmente, la sorella in ospedale che viene rapita dai cattivoni di turno - e l'invasione ultraterrena che ha preso di mira la capitale giapponese, opera di un essere metafisico a cui KK dà la caccia da tempo. Sparatorie e narrazione si alternano con il giusto ritmo e la trama principale riesce a tenervi attaccati allo schermo tra un colpo di scena e l'altro. Le attività secondarie sono meno pressanti che in altri giochi open world, anche se parteciperete sia a missioni assai sfiziose e interessanti, sia ad altre un pochino più blande e standard. Nelle missioni, principali e secondarie, si vede emergere il vero spirito di Ghostwire: Tokyo, ovvero un videogame che unisce esplorazione e sparatorie sovrannaturali alla personalità e all'originalità dell'horror "alla giapponese". Pensate al celebre film Ringu che incontra Far Cry e potrete farvi un’idea di quello che vi aspetta.
Atmosfere uniche, anche se a volte incomprensibili
Il vero protagonista del gioco è proprio il setting nipponico: per noi giocatori occidentali è assai strano e a volte criptico vedere continui riferimenti a una cultura che - tranne nel caso di appassionati sfegatati del Sol Levante e dei suoi costumi - è assai diversa dalla nostra. Per esempio, nella Tokyo conquistata dagli spiriti maligni, troveremo molti gatti "fantasma" (si chiamano "Nekomata") che ci aiuteranno, sia vendendoci delle merci che assegnandoci missioni secondarie, oppure l'aspetto stesso dei nemici è tale che, per chi non conosce alla perfezione la cultura giapponese, potrebbero sembrare più bizzarri che terrificanti. Per fortuna esiste una "enciclopedia" interna a cui possiamo affidarci per scoprire ogni aspetto della cultura giapponese.
In questo aspetto originale di Ghostwire: Tokyo troviamo sia il motivo per consigliarlo come gioco unico nel suo genere e differente dall'orda di open world già esistenti e ampiamente collaudati, che quello per cui dissuadervi dal giocarlo immediatamente, se non volete affrontare un gioco così vasto e al tempo stesso "strano" e difficile da comprendere fino in fondo senza sforzi.
Ghostwire: Tokyo è totalmente localizzato in italiano, anche se l'audio "di default" è in giapponese, e probabilmente andrebbe giocato in lingua originale con i sottotitoli per assapornare lo spirito nipponico al 100%. Il gioco è disponibile per PlayStation 5 e PC; il PEGI, il rating dell'età consigliata, è 12+.
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