Il dopobomba in versione russa: qualche mese dopo le atomiche di Fallout 76, arriva il terzo capitolo di Metro, lo sparatutto ambientato in un prossimo futuro (speriamo solo ipotetico) in cui tutto il mondo è stato devastato dalla guerra nucleare. Gli unici a essere sopravvissuti sono i 50.000 “fortunati” (per modo di dire) che sono riusciti a ripararsi nei dedali sotterranei della metropolitana di Mosca. Nei primi due capitoli abbiamo vissuto le avventure “underground” di Artyom, un coraggioso sopravvissuto che è riuscito a sventare minacce umane e mutanti, unendosi addirittura ai ranghi del corpo d’elite degli Spartani, i “poliziotti” super partes dei rifugiati nella metropolitana. Artyom però non si dà per vinto: è sicuro che qualcuno, in superficie, sia sopravvissuto all’olocausto nucleare e così si avventura costantemente all’esterno a caccia di tracce umane, violando gli ordini dei suoi superiori. Riuscirà a trovare qualcuno, oppure finirà ucciso dalle radiazioni e dai mutanti?
Il trailer di Metro Exodus
Un nuovo mondo
Oltre Mosca. In uno dei suoi giri di esplorazione, Artyom vede una locomotiva muoversi per le strade della capitale russa devastata: segno che qualcuno effettivamente è sopravvissuto anche al di fuori della metro. Inizia così una vera odissea, che porterà Artyom e i suoi compagni di viaggio in giro per mezza Russia. Se i primi due Metro erano degli sparatutto ambientati in stretti tunnel sotterranei e l’esplorazione era relegata a pochi cunicoli secondari, Exodus cambia completamente le regole del gioco e propone un “mondo aperto” con vaste aree in cui potrete muovervi liberamente. Certo, gli acquitrini, le foreste e le rovine di Metro Exodus sono piene zeppe di mutanti e malviventi dal grilletto facile, ma non ci sono più muri a limitare i vostri giri esplorativi. Vi verrà assegnata sempre una “missione principale”, indicata sulla mappa da una esplicitissima “X” bianca, ma tutto intorno troverete delle location da esplorare a caccia di equipaggiamenti migliori o per far valere il vostro spirito di Spartano e liberare prigionieri da schiavisti o salvare esseri umani circondati da mutanti.
Meglio di nascosto o sparando a tutto quello che si muove?
Nei panni di Artyom potrete quasi sempre scegliere se giocare d’astuzia o privilegiando l’approccio da forza bruta, alla Rambo. Memori delle ore passate nei primi due Metro, potrete nascondervi nell’ombra e aggirare i nemici invece che affrontarli, oppure metterli fuori combattimento silenziosamente invece che sparando caricatori su caricatori a ogni incontro. Una soluzione quasi obbligata ai livelli di difficoltà più elevati: il gioco diventa progressivamente molto più avaro di proiettili e di risorse per costruirli “in casa”, e quindi sarete costretti a risparmiare i colpi e trovare altre soluzioni più “stealth”. Almeno una buona metà delle missioni può essere completata quasi senza sparare un colpo e se proprio dovrete aprire il fuoco vi conviene farlo con le armi con silenziatore, colpendo le guardie in modo chirurgico e senza far troppo rumore.
Un gioco per veterani
Non solo a livello “difficile”, ma anche a “normale” Exodus è una sfida piuttosto impegnativa: vi occuperà per almeno una ventina di ore (anche di più se sceglierete di esplorare ogni angolo delle mappe “aperte”) e spesso e volentieri vi ritroverete con pochi colpi, un solo medikit e un misero filtro per la vostra maschera antigas, magari circondati da branchi di mutanti e radiazioni. Da questo punto di vista, Metro Exodus è uno sparatutto “vecchia scuola”, cosa che per chi vi scrive è un grosso complimento, ma che potrebbe essere un ostacolo per i giocatori alle prime armi. Se però cercate una sfida con la “S” maiuscola, Exodus è il proverbiale pane per chi ha i denti. Pane radioattivo, magari, ma molto soddisfacente.
Da dove nasce la serie di Metro
I videogiochi di questa serie sono ispirati al romanzo Metro 2033, scritto da Dmitry Glukhovsky agli inizi degli anni 2000. Nei suoi racconti narra di una Mosca post guerra nucleare in cui gli abitanti si sono rifugiati nella metropolitana e in superficie un eterno ghiaccio radioattivo copre gli scheletri dei palazzi devastati dalle atomiche. Il romanzo è stato scritto in modo collaborativo: Glukhovsky ha distribuito il suo manoscritto su Internet e chiunque ha potuto proporre modifiche, ma anche usare il background per romanzi ambientati in altre città. Esiste anche un romanzo della serie, Le Radici del Cielo, scritto dall’autore italiano Tullio Avoledo e ambientato a Roma.
Da questo romanzo e dai suoi seguiti sono stati tratti i primi due videogiochi, Metro 2033 e Metro Last Light, che recentemente sono stati ridistribuiti per Xbox One e PS4 in una versione remaster, Metro Redux. Per gustarvi Exodus non è necessario averli giocati, ma sono degli sparatutto assai sfiziosi e con un’ambientazione molto interessante, quindi vi consigliamo di recuperarli.
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