Mirror’s Edge Catalyst, lo spettacolo del parkour sul divano

Arriva il seguito del primo gioco che ha portato su pc e console le evoluzioni dei runner acrobatici

Mirror's Edge Catalyst  Credit: © Electronic Arts
17 Giugno 2016 alle 12:05

Magari li avete visti, in qualche “show” nella vostra città o più verosimilmente su YouTube: riescono a correre nell’ambiente urbano sfruttando ogni ringhiera, corrimano e parete per compiere evoluzioni degne di un ninja. Sono i runner appassionati di parkour, uno sport che è a metà tra la ginnastica acrobatica e un po’ di sana follia, specie quando le evoluzioni avvengono a decine di metri dal livello stradale.

Mirror’s  Edge Catalyst è il videogame del parkour, dedicato proprio a chi ama le evoluzioni tra trombe delle scale e le tegole dei tetti, realizzate però nella sicurezza e comodità del suo salotto, con un joypad in mano!

Si svolge nella candidissima città di Glass: futuristica, solo pareti metalliche bianche e vetro, pulita fino all’inverosimile, è la città del regime, che divide i cittadini in caste e obbliga al pensiero unico. I pochi ribelli sono i runner, che grazie alla loro abilità nel parkour sfrecciano fluidamente sui tetti, sulle impalcature e sui cavi sospesi nel nulla tra i grattacieli di Glass per combattere il Grande Fratello e le sue guardie.

Impersonerete proprio uno di questi runner, la velocissima Faith Connors, che riprende la sua missione contro il potere dopo un periodo passato in detenzione. Le prime missioni sono un tutorial che spiega tutte le tecniche per il parkour da joypad. Dopo un quarto d'ora, saprete come saltare su una ringhiera, aggrapparvi a un tetto, scivolare sotto un tubo, mantenere l'equilibrio su un cavo sottile o scalare una parete saltando su quella antistante. Imparerete anche come affrontare le guardie nemiche: in Mirror's Edge non utilizzerete armi al di fuori del vostro corpo, e dovrete capire come  neutralizzare i nemici con calci e pugni ben piazzati. Correndo fluidamente tra i tetti della città, oltretutto, si crea una specie di ?scudo? che vi protegge dalle armi da fuoco, quindi se diventate un bravo parkour virtuale riuscirete a sopravvivere ai mitragliatori nemici, avvicinarvi e farli fuori con mosse degne di un maestro di karate.

La sfida principale del gioco è capire come arrivare in punti apparentemente inaccessibili, scalando pareti, mobili, lampadari e passamano. Ad aiutarvi, c'è una ?striscia rossa? che vi mostra il sentiero ideale, anche se nulla vi vieta di sperimentare strade alternative. Inoltre, la città e gli interni dei palazzi sono quasi tutti bianchi per un motivo: quando un oggetto può essere utilizzato per le vostre evoluzioni parkour, si colora di rosso e diventa immediatamente identificabile.

La città di Glass è completamente aperta all'esplorazione: un po' come succede nei giochi come Assassin's Creed o FarCry, potrete decidere di girarla in lungo e in largo. A spingervi in questa esplorazione dai tetti sono le missioni secondarie: moltissime attività, dalle corse dei runner alle sfide per recapitare oggetti in giro per la mappa, oppure la raccolta di oggetti per la ?resistenza? o la possibilità di ?sbloccare? dei nodi per trasferirvi velocemente da un punto all'altro di Glass.

Tiene tutto insieme la ?storia? del gioco:  Faith dovrà affrontare una serie di missioni proprio per combattere l'oppressivo regime di Glass, ritrovando amici e nemici del suo passato. Come in molti giochi simili con un ?mondo aperto?, tipo il già citato Assassin's Creed, l'integrazione di missioni principali e secondarie funziona molto bene: il giocatore ha sempre qualcosa da fare, che sia una veloce corsetta contro i tempi degli altri runner, sbloccare un nodo per rendere più facile spostarsi sulla mappa, o accumulare un po' di esperienza con qualche ?lavoretto? per i ribelli. I punti esperienza sono molto preziosi per sbloccare delle abilità extra di Faith, ma potete anche evitare quasi tutte le missioni secondarie e concentrarvi sulla storia principale, se preferite ?vedere come va a finire?.


Non son tutte rose. Mirror's Edge però non è un videogame perfetto. Il difetto principale, secondo noi, è nella difficoltà stessa del gioco. Incontrerete diversi punti del gioco dove dovrete rifare lo stesso percorso parecchie volte, perché riuscire a temporizzare al meglio i comandi diventa un po' arduo. Per esempio, dovete correre verso un passamano, saltare al momento giusto, lanciarvi contro la parete e saltare di nuovo per ?rimbalzare? su una piattaforma sospesa. Niente di troppo diverso rispetto alle evoluzione di un  classico platform come Super Mario, ma dato che Mirror's Edge è in prima persona, diventa tutto sia più emozionante che difficile.

Le note dolenti arrivano nei punti in cui dovete sfruttare al massimo le capacità parkour di Faith, e se sbagliate morite. Si riparte dopo un caricamento (qualche decina di secondi che un po' spezzano il ritmo) e poi dovrete rifare l'ultima parte del gioco, magari affrontando di nuovo un gruppo di nemici e altre evoluzioni, prima di arrivare al punto di prima, dove se sbagliate dovrete rifare tutto da capo. Avrebbe giovato una cura maggiore nella distribuzione dei ?punti di salvataggio?, che vi facesse ripartire immediatamente prima di questi punti ?ardui?.

Anche la grafica è un po' piatta, quindi se cercate un videogame da ?mascella che cade?, Mirror's Edge potrebbe deludervi: il fatto che sia quasi tutto bianco è funzionale al gioco, perché se vedete qualche oggetto colorato di rosso capirete subito che può aiutarvi nelle evoluzioni parkour, ma al tempo stesso abbiamo trovato la grafica un po' troppo lontana dai canoni attuali, cosa che potrebbe far storcere il naso ai giocatori più esigenti.

D'altra parte, Mirror's Edge è l'unico gioco in cui si pratica veramente il parkour virtuale, e quando riuscirete a controllare Faith con naturalezza, è davvero soddisfacente saltare e rimbalzare a destra e manca. Solo, dovete mettere in conto un po' di tentativi prima di poterlo fare con naturalezza.  

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