25 Settembre 2019 | 17:14 di Paolo Paglianti
Se stessimo parlando di un gioco di calcio, potremmo parlare di “gol a porta vuota”. Ma qui siamo sul campo da 28,7 metri e giochiamo con la palla arancione e quindi dobbiamo parlare di tiro libero supplementare. NBA 2K20 è il simulatore di basket che da anni regna incontrastato e non solo per la virtuale assenza di competitor in grado di impensierirlo, soprattutto quest’anno, con il rivale NBA Live di Electronic Arts in clamoroso ritardo. Se FIFA deve vedersela ogni anno con PES (e viceversa) a suon di licenze strappate e idee più o meno innovative, NBA 2K20 quest’anno scende in campo praticamente da solo.
Se poi aggiungiamo che l'estate 2019 verrà ricordata come una delle più rivoluzionarie grazie alle numerose trade che hanno portato diverse superstar a cambiare squadra, sconvolgendo completamente gli equilibri di Western e Easterne Conference, ci troviamo davanti a un'edizione notevolmente rinnovata. A cominciare dai roster che non vedono più in prima posizione (teorica) i Golden State Warriors e, addirittura, vedono molto probabilmente dissolversi i Toronto Raptors campioni in carica.
Kawhi Leonard e Paul George sono approdati a Los Angeles sponda Clippers, Anthony Davis ai Lakers dove ha raggiunto LeBron. Russell Westbrook si è riunito con "il barba" Harden e Kevin Durant ha lasciato Golden State che dovrà fare a meno di Klay Thompson, gravemente infortunato. Tutto questo si riflette nella versione digitale della NBA, con un dettaglio mai visto prima. In attesa del 22 ottobre, NBA 2K20 ci mette a disposizione l'unico parquet sul quale confrontare i rinnovati rapporti di forza.
Il trailer di NBA 2K20
Una simulazione eccellente

Sotto canestro
Graficamente, non c’è nulla da rimproverare a NBA 2K20: le stelle del basket NBA sono riprodotte perfettamente. Non solo i volti, ma anche le corporature e gli impatti fisici. I 2,03m x 113Kg di LeBron James si sentono tutti, sia quando lo controllate voi sia quando vi carica senza pietà per arrivare sotto canestro, una differenza notevole rispetto a un playmaker agile come Stephen Curry, alto più di un metro e novanta ma sotto gli 86Kg.
Il sistema di controllo ha subito qualche modifica importante e ora la protagonista è la levetta destra del controller, che permette di creare una quantità imbarazzante di “mosse”, passaggi, attacchi e difese. Naturalmente, come in tutti i giochi sportivi, preparatevi a un pomeriggio di test per comprendere o riscoprire le meccaniche di base, quelle classiche e quelle nuove. Chi vive di pane e NBA e dedicherà al gioco le sue serate, scoprirà tanti piccoli dettagli che fanno la differenza e rendono NBA 2K20 un simulatore eccellente. Una tirata d’orecchi per i caricamenti un po’ troppo lunghi tra una partita e l’altra.

La storia
La modalità “La mia carriera” viene introdotta dalla “storia” di un giocatore al college che deve arrivare all’NBA e che diventerà il vostro alter ego digitale (potete persino importare dal cellulare un vostro selfie!). Più snella rispetto all’anno scorso e molto più “etica” – tutto nasce da una presa di posizione molto forte quando un suo compagno si fa male durante una partita – anche se poi è immersa in un mondo legato allo sfarzo, al guadagno economico e alle sponsorizzazioni quasi ossessive. Essendo prodotta dal team di LeBron James, non avevamo grossi dubbi sulla sua qualità e sulla cura con cui vengono raccontati i dietro le quinte dell’NBA. La caratterizzazione del personaggio è molto riuscita, tra le migliori “storie” degli sportivi degli ultimi anni senza però appesantire troppo la sua evoluzione.

Spazio alle donne!
Altra novità, arriva la WNBA: il campionato femminile che sta conquistando il pubblico americano. Anche la metà del cielo rosa dell’NBA propone centinaia di atlete digitalizzate alla perfezione. Un gioco più veloce e meno fisico, come prevedibile, che predilige il controllo tattico del campo piuttosto che lo scontro diretto. Potrete affrontare partite singole e il campionato, ma purtroppo non le sfide online o la modalità Mia Squadra.
Acquisti online
Difatti, la modalità Mia Squadra rimane appannaggio dei maschietti dell’NBA: ricorda molto il FUT di FIFA e vi permette di assemblare la squadra dei vostri sogni lottando duro e vincendo partite su partite online. C’è anche la scorciatoia, investendo euro sonanti e tentando la fortuna con le “loot box”: nei capitoli passati, il gioco spingeva assai per farvi pagare per queste scorciatoie e riuscir a far crescere molto più velocemente i vostri giocatori. In NBA 2K20, abbiamo fortunatamente notato un rallentamento su questo fronte ed è molto più semplice arrivare a livelli molto alti senza dover pagare soldi veri.