26 Novembre 2019 | 17:53 di Paolo Paglianti
Palm City, costa est degli Stati Uniti. Un vero paradiso in terra per chi vuole vivere il brivido della velocità sfrenata, delle gare urbane e delle derapate millimetriche: palme, spiagge e grattacieli sono solo uno sfondo per la vera attività della città, le corse a quattro ruote.
Need for Speed è una delle saghe racing più longeve della storia dei videogame: il primo episodio risale addirittura al 1994! Da allora sono usciti più di due dozzine di titoli, con impostazioni assai varie e con risultati altalenanti: chi vi scrive ha adorato i due "Underground" e "Shift", ma ha trovato parecchio meno interessante il capitolo del 2017, "Payback".
Nel caso di "Heat", ci sentiamo di rassicurare tutti i piloti digitali: non è un gioco straordinariamente originale, né cambierà le regole del genere dei giochi di guida, ma è sicuramente tra i capitoli “riusciti bene”, pur con qualche piccola sbavatura. I riferimenti cinematografici sono evidenti: sembra di vivere dentro la serie di Dominic Torretto e soci, "Fast & Furious", tra poliziotti corrotti, gare clandestine e tante, tante sportellate.
Il trailer

Di sera, leoni!
Di giorno, Palm City ospita decine di gare a quattro ruote: basta girare per le strade di quella simil-Miami per trovare occasioni a ogni angolo. Le corse di Heat sono lontane dal realismo di giochi come Assetto Corsa, Forza Motorsport e soci, sono molto più confinanti con racing immediati tipo Grid e Forza Horizon. Qui l’importante è correre veloce, driftare in curva, arrivare primi e soprattutto divertirsi: il realismo è un optional, spesso non pervenuto.
Le gare rispecchiano questa filosofia “arcade”: tanti avversari, tante sportellate, il classico effetto “elastico” per cui è possibile recuperare posizioni anche se si è rimasti indietro. L’intelligenza artificiale fa il suo lavoro, senza comportamenti strani o assurdi, ma i veterani di Horizon riusciranno a trovare facilmente la strada per il podio.
Di notte, Palm City cambia faccia: quando tramonta il sole, le strade della metropoli diventano circuiti illegali dove gareggiare senza quartiere, con la costante minaccia dell’arrivo delle pattuglie della polizia, da cui chiaramente bisogna fuggire mettendo la quinta e con iniezioni di nitro.

Centinaia di auto
Nel garage del gioco troverete un numero a tre cifre di auto, appartenenti a case che esistono nel mondo reale: Pagani, Jaguar, BMW, Porsche, persino Alfa Romeo e Aston Martin, classici come Ferrari e Volvo, parecchie auto “made in USA” come Pontiac e Plymouth. Data la natura arcade del gioco, c’è da dire che passare da un’auto all’altra non cambia enormemente l’esperienza di guida: sono tutti dei bolidi super resistenti, che potrete migliorare con upgrade dei componenti e del motore. Anche in questo caso, il realismo abita da un’altra parte: cambiare semplicemente gli pneumatici trasforma radicalmente il vostro bolide, tutto pur di spingervi sulla strada dell’elaborazione sfrenata.

Un bel vedere
Dal punto vi vista visivo, abbiamo poco da criticare giocando a Need for Speed: Heat. I panorami sono da mozzare il fiato e le auto sfrecciano alla grande, specie se giocherete su una console e un TV 4K. A volte c’è qualche leggero rallentamento, ma niente che crei problemi particolari. Si poteva fare di più nelle scene di intermezzo, con “attori” digitali un po’ troppo ingessati, ma la trama – a base di auto pirata, corse clandestine e polizia corrotta – è talmente banale che difficilmente la seguirete con trasporto. Vorrete passare il più velocemente alla gara successiva per aumentare il vostro gruzzoletto in banca per comprare un nuovo bolide e migliorare la vostra rispettabilità tra i racer notturni. Quello sì che è divertente! Heat non porta novità grandiose ma elabora – è il caso di dirlo! – i successi del recente passato nel racing arcade. Niente di nuovo, ma tutto piacevole.