Project Cars 3, l’inversione di marcia di Codemasters

C’è chi corre verso la simulazione, chi verso la guida arcade e chi cambia idea

Project Cars 3
22 Settembre 2020 alle 12:45

Nel mondo dei videogame, forse metà dei titoli sono seguiti. Creare un seguito di un gioco è un ottimo modo per attirare chi ha comprato e giocato il primo della serie: “ehi, se ti è piaciuto il primo Assassin’s Creed, il primo Call of Duty, il primo Halo, che dici di provare il secondo episodio?”. O terzo, o dodicesimo, in alcuni casi.

A volte, però, gli sviluppatori cambiano idea. Ecco quindi che il nuovo capitolo di una serie che in precedenza è andata in una direzione, genera sgomento e stupore se cambia tutto d’un tratto personalità e obiettivo. Capita raramente, ma capita. Ne è un esempio lampante Project Cars 3. La saga di simulatori profondi e accurati a quattro ruote, che nei primi due capitoli aveva fatto sognare centinaia di migliaia di appassionati di tuning dettagliato, di giocatori che volevano verificare l’impatto della pressione di uno pneumatico quando si sfreccia a quasi 250 km/h in pista, cambia anima e diventa più arcade. Alto tradimento o rivoluzione benvenuta?

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