Si chiamano “party game” e sono dei videogame piuttosto particolari: come fa intendere il nome, sono perfetti per giocare tutti insieme condividendo la console. Chiunque ci può giocare e qualsiasi occasione è buona: la festa di compleanno, la serata con gli amici, un pomeriggio piovoso in cui i vostri figli invitano un paio di compagni di scuola a casa.
Super Mario Party è uno dei migliori giochi di questo genere da decenni. Pensate, il primo è uscito esattamente venti anni fa! D’altra parte, se l’idea fondante della console Switch è proprio quella di riuscire a far giocare chiunque, anche i giocatori alle prime armi, e a qualunque età, Super Mario Party è la dimostrazione che questa filosofia funziona e alla grande!
Il trailer di Super Mario Party
Si gioca su un tabellone, come il gioco dell'oca
Fondamentalmente, Super Mario Party è il gioco dell’oca secondo Nintendo: una volta assemblato il gruppo di quattro giocatori – se non ci sono abbastanza amici a tiro, potete lasciare qualche personaggio sotto il controllo della console – dovrete scegliere il tabellone di gioco. Ce ne sono quattro, con ambientazioni che ricordano i giochi Nintendo: le Rovine Domino sono piene di Womp, dei “cosi” dispettosi che vi bloccano la strada, mentre la Polveriera di Re Bob-omba è, come dire, ricca di situazioni esplosive. L’Archipelago MegaFrutta è un intricato dedalo tra isole, mentre la torre di Kamek è un tabellone dorato in cui troverete, tra l’altro, una palla catenata che vi infligge colpi imprevedibili. Ognuno dei quattro personaggi tira un dado e avanza del numero di caselle indicato dal risultato: l’obiettivo non è arrivare primi, perché si continua a girare per il percorso, ma raggiungere le stelle che vengono distribuite sul tabellone. Naturalmente, a ogni “turno” bisogna competere a un minigioco.
Il gioco del triciclo, quello della danza di gruppo e quello della corsa con gli aerei
Difficile annoiarsi, con gli 80 minigiochi disponibili in Super Mario Party: c’è la gara su bizzarri aeroplani in cui bisogna evitare gli ostacoli, ci sono le “sparatorie” a colpi di pistola ad acqua, c’è il percorso ad ostacoli dove bisogna evitare le lame rotanti e raccogliere le monete. Molti giochi sono pensati per mettere un giocatore contro gli altri: per esempio, voi potrete essere quello che lancia delle bombe con la racchetta, mentre i vostri tre amici cercano di arrampicarsi su una rete metallica, cercando di evitare i colpi. Per giocare, bisogna utilizzare i Joy-con, i piccoli joypad che si estraggono dai lati della Switch: per sfruttare al massimo il gioco, è meglio averne quattro, uno per giocatore. Nella maggior parte dei minigiochi funziona molto bene il rilevatore di movimento, anche se in un paio di mini eventi li abbiamo trovati un pelo imprecisi.
E se avete due o più Switch…
Rispetto ai suoi predecessori, Super Mario Party ha una marcia in più: se avete amici con un’altra Switch (e una copia del gioco), potete fare interagire le console e giocare insieme, come si vede nel video qua sopra. Basta sganciare gli schermi della Switch dal loro supporto per la TV e posizionarli su un tavolo per creare delle situazioni inedite e semplicemente impossibili con altre console. Per esempio, dovrete spostare e ruotare due console per affiancarle in modo da ricostruire il puzzle delle banane, oppure combattere una battaglia tra carri armati con un campo di battaglia che cambia ogni volta, a seconda di come vengono posizionati gli schermi delle Switch.
Una valanga di modalità
Ma non è finita: esiste una mezza quintalata di modalità e versioni dei minigiochi che moltiplicano le ore con cui potrete giocarci senza ripetere la stessa esperienza. Per esempio, potrete giocare in squadre da due, per sfide mamma/papà e figli, oppure fidanzate/fidanzati. C’è una modalità “palco del ritmo” con minigiochi in cui bisogna soprattutto tenere il ritmo. Una particolarmente divertente è Acque selvagge in cui i giocatori devono collaborare per muovere una zattera in balia della corrente.
Super Mario Party non fatica quindi a vincere il trono dei party game su Switch: sfoderarlo a una festa o a una serata sarà un sicuro successo, anche se i partecipanti sono i tipici “no, ma io i videogiochi non li gioco”. Ovviamente, il suo punto di forza è anche la sua debolezza principale: per quanto l’intelligenza artificiale sia di buonissimo livello come terzo o quarto giocatore per completare il gruppo, giocare da soli senza nemmeno un amico/fratellino/compagno è molto meno divertente.
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