Quanti videogame avete giocato nella vostra vita? Che siano 10, 100 o 1000, non importa: siamo sicuri che molti sono stati divertenti, moltissimi vi hanno fatto passare ore davanti alla tv o al monitor, ma solo alcuni si sono stampati nella vostra memoria. Ancora meno saranno i giochi che vi hanno lasciato “qualcosa” per la loro storia e i loro personaggi.
La separazione tra film, serie tv e videogiochi non si può più misurare per la grafica, ormai i videogame sono eccellenti dal punto di vista visivo e hanno ben poco da invidiare a Hollywood. Però, film e serie distanziano ancora i videogame per la capacità di raccontare delle storie che interessino e colpiscano lo spettatore-giocatore. È così divertente andare in giro per le foreste norrene di God of War o per i mondi alieni di Halo che è veramente difficile riuscire ad appassionarsi alla semplice storia dei personaggi. A chi importa del dolore di Kratos o della disperazione di Master Chief, è molto meglio affettare i mostri o blastare gli alieni. Ci voglio degli autori veramente in gamba per rendere impattante e importante la parte narrativa di un videogame.
Non è un caso che, parlando a livello personale, sono uno di quei videogiocatori che nel 99,9% dei casi “salta” a piè pari le sequenze narrative. Da un videogame voglio la battaglia, l’esplorazione, l’avventura. Il brivido di saltare da un tetto all’altro della Firenze medioevale e piombare sui miei nemici ignari, di partecipare allo sbarco in Normandia, di paracadutarmi dietro le linee nemiche, di comandare le legioni romane contro i cartaginesi o di assaltare quella nave dei pirati. Se voglio una storia, guardo una serie tv dove non “agisco”, sono uno spettatore passivo e mi gusto ogni momento del racconto.
The Last of Us 2è l’eccezione, quello 0,1% che capita così di rado da riuscire a stupirmi. È quel videogioco in cui vi appassionerete alla storia, in cui seguirete ogni dialogo, in cui proverete malinconia, disperazione e persino dolore per quello che vedrete sullo schermo. E non stupitevi se, durante i momenti in cui ammazzate nemici e controllate il vostro personaggio, non vedrete l’ora di arrivare alla prossima sequenza animata per “sapere cosa succede”, proprio come quasi quasi sperate che il weekend finisca presto perché il lunedì sera c’è la nuova puntata della vostra serie preferita. The Last of Us 2 è una storia fantastica, è un’epica del post-olocausto umano, in cui si combatte e si spara, si esplora e ci si nasconde, ma soprattutto arrivano colpi di scena.
Anzi, per essere precisi, arriveranno colpi allo stomaco, più che di scena.
Il trailer
Dove eravamo rimasti
Se non avete giocato il primo The Last of Us, smettete subito di leggere questa recensione e recuperatelo su PS4. La versione “remastered” costa meno di 20 euro e li vale tutti. Rinfreschiamo la memoria per ci ha giocato sei o sette anni fa (uscì originariamente per PS3, addirittura), ma se per qualsiasi motivo non lo avete provato, rimediate subito perché – giustamente – The Last of Us è uno di quei 10 videogame che tutti dovrebbero giocare per legge.
In The Last of Us, abbiamo vissuto le avventure di Joel: sopravvissuto disilluso e disperato in un mondo sconvolto dall’apocalisse. Niente bombe atomiche o zombi, qua l'azzeramento della civiltà umana arriva sotto forma di infestazione di spore che trasforma il 90% della popolazione in Runner sensibili al suono e affamati di carne umana, il restante 10% in sopravvissuti senza scrupoli che passano il poco tempo che gli rimane sulla Terra a ammazzarsi senza pietà. Non ci sono “buoni”, nel mondo di The Last of Us, è bene capirlo subito.
Il vostro alter ego Joel infatti è un contrabbandiere che cerca di sfuggire alla caricatura di potere centrale rimasto dopo la pandemia zombi-fungosa. Nei primi trenta minuti di gioco, ammazza insieme alla sua compagna una ventina di contrabbandieri rivali e uccide il loro capo. Non nel classico duello “fine di livello” con un boss più forte con cui bisogna orchestrare una tattica particolare: Joel gli spara in testa quando è a terra inerme e supplicante.
Subito dopo, Joel accetta l’incarico di portare fuori dalla città, chiusa da una specie di quarantena, una ragazzina di nome Ellie. Scoprirà presto che Ellie è l’unico essere umano immune al fungo, da cui il gruppo di ribelli che si fa chiamare Luci vuole “estrarre” il vaccino per curare il genere umano. Dopo una odissea tra città morte e tra i morti viventi, arriva nell’ospedale delle Luci dove scopre che per studiare Ellie devono ucciderla.
Così prende il fucile a pompa e ammazza tutti, non solo le guardie, ma anche dottori, infermieri, pazienti. Non c’è un lieto fine, in The Last of Us. C’è il giocatore che controlla un personaggio più oscuro che lucente, che ammazza la speranza dell’umanità di guarirsi dalla spora micidiale per salvare una ragazzina che gli ricorda sua figlia Sara uccisa nel day 1 della pandemia e lo fa sentire un po’ meno solo e disperato. Un atto enormemente egoistico, non certo il cavaliere che sfida il drago. Se avete giocato The Last of Us, saprete perché viene considerato uno dei pochissimi videogame in grado di divertire e anche raccontare una storia non banale, capace di lasciare un nodo allo stomaco dopo i titoli di coda. Cosa avreste fatto, al posto di Joel?
La nuova avventura
The Last of Us 2 è prima di tutto una storia da seguire, con i suoi colpi di scena e i suoi pugni allo stomaco. Sarebbe quindi semplicemente criminale rovinarvi la sorpresa raccontandovi anche solo le prime due ore di gioco. Vi basti sapere che la storia riprende qualche anno dopo la conclusione del primo The Last of Us, e che questa volta la protagonista sarà Ellie, più matura e “dura”. La ritroveremo nel remoto villaggio di Jackson, una piccola oasi di serenità nel mondo da olocausto pseudo zombi del gioco, ma da cui dovrà allontanarsi per la sua personale odissea di questo secondo episodio.
The Last of Us 2 non è il primo videogame che affronta il mondo post-apocalisse ma è quello che, nell’opinione di chi vi sta scrivendo, lo fa meglio. In Stalker, Metro, Fallout, ZombiU, Daylight e compagnia, il mondo post devastazione (atomica o pandemia zombi non importa) era magari realizzato altrettanto bene, ma il clima oppressivo, la malinconia per quello che era il mondo pre olocausto, la caduta della civiltà passano in secondo piano: dopo qualche ora, questi videogame svelavano il proprio volto da parco giochi post atomico o post epidemia zombi in cui andare in giro e ammazzare zombi o mutanti è uno spasso.
The Last of Us 2 no: ti ricorda sempre, quasi a ogni passo, che l’umanità ha perso il mondo ed è diventata una razza in via di estinzione. Lo fa con i dialoghi di Ellie con i suoi amici e compagni di viaggio, lo fa con le case devastate che visiterete per trovare le poche, pochissime risorse per sopravvivere, lo fa mostrandovi il lato malvagio dei sopravvissuti. Tutti i sopravvissuti, anche quando vi guarderete allo specchio.
Vietato ai minori
The Last of Us 2 non fa sconti. Fosse un film, farebbe sembrare Pulp Fiction una pellicola da collegiali. La violenza è all’ordine del giorno: non solo perché chiunque cerca di ammazzarvi (male, peraltro), ma anche perché le bande di sopravvissuti sono tutte, e sottolineiamo il “tutte”, formate da persone che hanno perso ogni briciolo di umanità e sono pronte a fare qualsiasi cosa per sopravvivere. Le scene violente sono ovunque: non è disturbante perché i nemici del “gioco” The Last of Us 2 cercano di uccidervi – ci siamo abituati dai tempi del primo Doom e lo troviamo quasi scontato – ma perché la “storia” The Last of Us 2 è raccapricciante. Sempre in tema di paragoni, è un po’ come Walking Dead – l'ambientazione è anche simile oltretutto – ma dove l’ultimo garzone della banda di sopravvissuti più scalcagnata è peggio di Negan. Negan in The Last of Us 2 scapperebbe sotto il letto piangendo. Di conseguenza, non è un gioco adatto ai ragazzini impressionabili: se non fareste vedere loro Pulp Fiction, spegnete la PS4 quando sono in giro per il salotto.
In giro per Seattle e l’America devastata
Della “storia” vi abbiamo già detto abbastanza: aggiungiamo solo che sarà tutta da seguire. Nonostante le sequenze “video” che raccontano cosa succede e l’evoluzione dei personaggi siano una parte importante delle venti-trenta ore che passerete davanti a The Last of Us 2, non vi verrà mai la tentazione di “saltarle”. Vorrete vedere cosa si dicono i personaggi, cosa fanno e come si comportano, anche se in queste scene non potrete intervenire. E rimarrete incollati davanti alla TV, spesso con la mascella aperta per lo stupore.
Il gioco The Last of Us 2 è un’avventura semplicemente eccellente: Naughty Dog, gli sviluppatori di questa serie e di quell’altro capolavoro che è la serie di Uncharted, sanno e possono prendersi i loro tempi. Dall’ultimo The Last of Us sono passati più di sei anni, e si vedono tutti nella cura certosina e maniacale per ogni singolo ambiente che esplorerete. Non ci sono due stanze uguali nel gioco. Non ci sono due rovine simili. La “storia” e il dramma del mondo devastato dal fungo viene raccontata anche da mille dettagli che potrete assaporare solo se affronterete il gioco anche come spettatori di quello che c’è attorno a voi: un ufficio in cui entrerete frantumando le finestre, perché i sopravvissuti si sono barricati dentro per sopravvivere all’orda di Runner nei giorni successivi all’epidemia; le lettere sparse per mezzo quartiere che raccontano la fine di chi si è opposto coraggiosamente ai gruppi di sopravvissuti senza pietà. Un paio di cadaveri nella stanza chiusa che hanno condiviso la lettera con le ultime volontà.
Sony può e deve sentirsi molto orgogliosa della sua esclusiva. In tutto il gioco non c’è un’incertezza grafica, un difetto, un poligono che si incastra malamente. Una perfezione difficilmente riscontrabile nella maggior parte dei videogame moderni, e che testimonia la cura e la passione messe in questo gioco dai suoi autori. O forse sarebbe meglio chiamarli “registi”.
Graficamente, tra il meglio di questa generazione
The Last of Us 2 è a tutti gli effetti il canto del cigno della gloriosa PS4, che negli ultimi sette anni è stata nostra compagna di giochi inseparabile. Graficamente, il mondo post disastro di The Last of Us 2 è tra i migliori titoli della generazione che si sta per concludere, assieme a giochi come Horizon Zero Dawn o The Order: 1886, e anche se giocato su una “vecchia” PS4 non Pro se la cava più che egregiamente, dimostrando di cosa è capace l’hardware del puledro di razza di Sony. I tramonti sulle valli attorno a Jackson, la neve che circonda le montagne più alte, la Seattle distrutta, abbandonata e colonizzata dalla vegetazione e dalle mostruosità delle spore è praticamente a livello cinematografico, non solo come resa visiva ma come “regia” delle inquadrature e delle scenografie.
Se per qualche bizzarro motivo vorrete giocare un solo videogame nel 2020 e siete in cerca di una avventura semplicemente eccezionale, fate che sia The Last of Us 2. Non ve ne pentirete.
Il gioco esce, solo per PS4 e PS4 Pro, il 19 giugno 2020.