“The Outer Worlds”, il gioco di ruolo davvero spaziale
Sembra uno sparatutto, ma è molto di più. Vedrete il mondo di gioco in prima persona, ma non fatevi ingannare. È a tutti gli effetti un gioco di ruolo, completamente e solo single player
Niente nazioni né stati: il futuro è delle corporazioni, che saranno talmente potenti da colonizzare addirittura lo spazio e spartirsi i mondi tra loro. Il protagonista del gioco era salito su una enorme astronave diretta ai confini della galassia e si era immerso nel criosonno fiducioso che al risveglio avrebbe potuto contribuire all’espansione dell’umanità nel cosmo. Invece, viene risvegliato da Phineas Vernon, un ribelle – qualcuno direbbe un criminale – che cerca di mettere i bastoni tra le ruote alle corporazioni nel sistema di Halcyon. Diventate così agenti involontari della sua piccola rivolta, ma non temete: in The Outer Worlds, nulla è deciso e potrete persino decidere di vendicarvi di Phineas.
Il trailer
Decollo immediato
Sembra uno sparatutto, ma è molto di più. The Outer Worlds vi fa vedere il mondo di gioco in prima persona, come capita in giochi come Far Cry o Call of Duty, ma non fatevi ingannare. È a tutti gli effetti un gioco di ruolo, completamente e solo single player: lo capirete fin dall’inizio, quando creerete il vostro alter ego scegliendo ogni aspetto della sua personalità, arrivando a definire caratteristiche specifiche come, per esempio, quanto è abile a mentire, la sua mira con le armi a canna lunga o le conoscenze mediche e tecnologiche. Giocare con un personaggio che ha una parlantina spigliata è molto diverso che affrontare The Outer Worlds con un guerriero votato allo scontro fisico. Per esempio, se incontrate un gruppo di soldati che controllano un posto di guardia, se avrete un’abilità molto sviluppata nella contrattazione potrete convincerli a farvi passare senza colpo ferire. Un personaggio particolarmente guerrafondaio potrebbe intimidire i soldati, spingendoli a farvi passare senza sollevare troppe questioni. Oppure un esperto di tecnologia potrebbe violare un computer per aprire una porta secondaria, mentre un medico navigato potrebbe spaventarli attribuendo loro i sintomi di una malattia letale quanto inesistente. Non ci sono percorsi obbligati, in The Outer Worlds e raramente due partite sono uguali, sebbene basate sulla stessa serie di missioni.
La vostra scelta
The Outer Worlds ricorda giochi come Deus Ex, Bioshock e soprattutto i Fallout, con cui condivide non a caso parte del team di autori: titoli dove il giocatore è molto più libero nelle sue scelte. Sebbene il “canovaccio” delle vicende sia unico, potrete decidere come completare un determinato compito. C’è un delinquente che ha rubato un oggetto e non vuole consegnarvelo? Potete rubarglielo di soppiatto mentre non vede, oppure parlargli per capire cosa vorrebbe in cambio, ma nessuno vi vieta di scegliere la strada più diretta e estrarre le armi per fulminarlo. Ogni fazione e città del gioco ha poi una “opinione” del vostro personaggio: compiere una strage al saloon peggiora notevolmente i rapporti, ovviamente, mentre completare missioni per i suoi cittadini vi farà diventare più popolari e simpatici.
Mondi da esplorare
Ogni mondo, luna e satellite del sistema, ha una “mappa” che potrete esplorare in lungo e in largo. I pianeti più grossi hanno diverse città e installazioni, mentre la mappa di una piccola base spaziale è molto più circoscritta. Rispetto a giochi come Far Cry o gli ultimi Fallout, quindi, tante mappe più piccole rispetto a un solo mondo enorme, ma anche molta più varietà. C’è l’installazione militare, il satellite spaziale dai robot spaziali, la città tech, il pianeta pieno di mostri con troppe zanne nei posti sbagliati. Questo frazionamento aiuta anche a creare tante situazioni diverse con le varie fazioni: su un certo pianeta magari vi odieranno per una missione finita male o una vostra scelta – diciamo così – azzardata, mentre su un altro sarete letteralmente adorati.
Missioni e combattimenti
Girando per i pianeti di The Outer Worlds, incontrerete moltissimi personaggi: molti hanno una storia interessante e dialoghi molto articolati e magari vi proporranno delle missioni “secondarie”. C’è un po’ di tutto: il corriere dei contrabbandieri che non si fa vedere da un po’, il figlio di una colona che si è unito a una congrega “religiosa”, la sala macchine che si sta surriscaldando e qualcuno deve andare a effettuare una riparazione di fortuna tra formiconi troppo cresciuti e robot impazziti. In quasi tutti i casi è possibile risolvere la situazione con una buona parlantina, ma prima o poi dovrete anche combattere, usando armi da fuoco e da corpo a corpo. Come in ogni buon gioco di ruolo, scegliere l’equipaggiamento giusto è l’arma vincente negli scontri: i fucili al plasma sono devastanti contro gli umani, mentre gli alieni sono generalmente più suscettibili alle esplosioni e al veleno e i robot soffrono i colpi “elettrici”. Il vostro personaggio può anche “rallentare” il tempo e prendere meglio la mira, caratteristica che – come tutte le altre – può essere migliorata con l’esperienza fino a diventare letale.
Compagni di viaggio
Vi capiterà anche di incontrare dei personaggi che vogliono unirsi al vostro team: ogni volta che uscirete dalla vostra astronave – si chiama non a caso “L’Inaffidabile” – potrete scegliere due personaggi da usare in squadra con voi tra quelli che si sono uniti al vostro equipaggio (su un massimo di sei). Ognuno ha delle abilità diverse e una storia “personale” che potrete seguire, per rendere il vostro equipaggio ancora più felice e fedele (e raggranellare punti esperienza e crediti). The Outer Worlds diventa un po’ come I Guardiani della Galassia o Firefly, la mitica serie tv sci-fi “western”, dove i protagonisti si muovevano da un pianeta all’altro risolvendo situazioni e missioni sempre diverse, cosa che per noi è un gran complimento.
Partiamo per lo spazio?
Molto vario, completo, ma non complesso, assai divertente e con una “scrittura” parecchio ironica. The Outer Worlds appartiene a quella categoria di giochi di ruolo e d’avventura che vi “prendono” per 30 e più ore, vi spingono a risolvere ogni missione per “vedere come va” e a esplorare ogni angolo dell’enorme mappa di gioco (anche se frazionata su diversi mondi, cosa che come abbiamo detto la rende ancora più varia e interessante). Se proprio vogliamo cercare un difetto, i caricamenti tra una location el’altra sono abbastanza lenti. Inoltre, il doppiaggio italiano – molto curato – non include il parlato, quindi dovrete leggere le linee di dialogo – e sono molte! Un gioco della stessa pasta dei migliori capitoli di Bioshock e Deus Ex, Fallout e Dishonored: magari un po’ più impegnativo di tanti altri giochi “normali”, ma sicuramente più appagante e immersivo.
Il 2019 è stato un anno particolarmente fortunato per i videogiocatori. Abbiamo selezionato i titoli ideali da completafre quando si ha un po' più di tempo a disposizione