1992, l’anno in cui gli 883 erano i nostri Nirvana

A inizio anni '90 negli Usa esplodeva il fenomeno grunge con la band di Kurt Cobain, mentre da noi il portavoce generazionale era un altro: Max Pezzali

19 Marzo 2015 alle 17:50

Nel 1992 gli Stati Uniti sono stati travolti dal ciclone Nirvana. La band capitanata dal compianto Kurt Cobain aveva da poco pubblicato il suo secondo album Nevermind. Trascinato dal successo di Smells Like Teen Spirit, il gruppo di Seattle era in cima alle classifiche di mezzo mondo e anche dalle nostre parti aveva un seguito notevole, soprattutto all'interno del pubblico rockettaro. In Italia il fenomeno musicale più clamoroso dell'anno era però un altro: gli 883.

Mentre Kurt Cobain dall'altra parte dell'Oceano guidava, volente o nolente, un'intera generazione, quella del grunge, del disagio adolescenziale e delle camicie di flanella, nello Stivale Max Pezzali si faceva portavoce di una gioventù italiana meno tormentata e più terra terra. Stessi anni, ma modi profondamente diversi di intendere non solo la musica, ma in generale la vita.

In attesa dell'uscita di Cobain: Montage of Heck, il film documentario sul leader dei Nirvana in arrivo nei cinema italiani dal 24 marzo, abbiamo provato a fare un confronto tra due visioni del mondo che più distanti non si potrebbero immaginare. Voi da che parte state? Da quella di Max Pezzali o da quella di Kurt Cobain?

Seguici