20 anni senza Lucio Battisti: le foto inedite

Il cantautore morì a Milano il 9 settembre 1998. Lo ricordiamo con un articolo del direttore Aldo Vitali e una gallery di immagini bellissime

Lucio Battisti era nato il 5 marzo 1943 a Poggio Bustone (RI), un paese a 750 metri di altezza, oggi amato dai deltaplanisti
6 Settembre 2018 alle 12:06

Lucio Battisti è morto il 9 settembre 1998, alle 8 del mattino. Aveva 55 anni. Era ricoverato da una decina di giorni all’ospedale San Paolo di Milano, un palazzone enorme alle porte della città. Da anni soffriva ai reni, un giorno sì e un giorno no andava all’ospedale di Lecco, reparto di nefrologia, per sottoporsi alla dialisi. Se ne stava sul lettino per tre, quattro ore alla volta, chiedendo all’infermiere ogni possibile informazione su quello che stava facendo, sul processo di purificazione del sangue che i suoi reni non erano più in grado di svolgere. La situazione era via via peggiorata e il 29 agosto era stato ricoverato al San Paolo in condizioni disperate. Aveva accettato di essere sottoposto a terapie sperimentali, ma la malattia era ormai in stato troppo avanzato. «Nessun accanimento terapeutico» dirà il direttore sanitario dell’ospedale. Battisti si aggrava nella notte tra l’8 e il 9 settembre, perde conoscenza, viene portato in terapia intensiva. La moglie Grazia Letizia e il figlio Luca vengono avvertiti e si precipitano a Milano dalla casa di Molteno, in provincia di Lecco, a 68 chilometri di distanza.

La notizia della morte di Battisti si sparge in un baleno, fuori dall’ospedale ci sono centinaia di fan, ma la moglie e il figlio di Lucio stabiliscono che la camera mortuaria resterà vietata a tutti. Accanto a Battisti c’è la salma di un ragazzo di 19 anni, in un primo momento viene impedito di entrare persino ai parenti del ragazzo. La tensione sale, finché si arriva a un accordo. I funerali si svolgono in forma privata al cimitero di Molteno. Per anni la cappella dove riposa Lucio sarà meta di fan, che lasciano fiori e biglietti. Finché un giorno la vedova si scoccia e decide di spostare la salma. Oggi potrebbe essere a Rimini. O a Roma. È un segreto.

Battisti non parlava e non si esibiva in pubblico dal 1982, dopo aver sciolto il suo sodalizio artistico con Mogol. Da allora, si divideva tra Roma e la sua casa a Molteno, in una collina «privata» al Dosso di Coroldo, inaccessibile per i non residenti e dove si trovano diverse ville (tra cui anche quella di Mogol). Scriveva musica incessantemente, dipingeva, era un appassionato di elettronica e di matematica (in un’intervista a Sorrisi, il padre Alfiero, morto nel 2008 a 95 anni, dirà che il figlio stava per laurearsi in matematica), curava il suo giardino e le sue rose. Ogni tanto andava a cena al ristorante Negri sul lago di Pusiano. Il ristoratore aveva bisogno di legna per il forno e il camino. Battisti ne aveva a quintali: il conto lo pagava così in natura, legna in cambio di risotto al pesce persico.

Io lo amavo sin da quando ero bambino. Da grande, ho passato giorni interi a Molteno sperando di incontrarlo. Non ci sono mai riuscito (il contatto più vicino è stato col suo fuoristrada che entrava al Dosso e lui alla guida: l’ho visto solo di spalle). Qui non vi ho parlato della sua carriera e delle sue meravigliose canzoni, che conosciamo tutti. Ciascuno ha la sua preferita, a me piacciono tutte, comprese quelle del suo ultimo periodo, quello del disco con i testi della moglie («E già») e dei cinque album scritti con Pasquale Panella. Qui sotto trovate delle eccezionali foto inedite di Lucio tratte dal nostro archivio. Per me è stato e sarà sempre il numero uno.

Seguici