Addio a Giancarlo Bigazzi, autore di canzoni immortali. Ecco, nelle sue parole, come sono nate «Gloria», «Ti Amo» e…

È morto a 71 anni Giancarlo Bigazzi. Era ricoverato nell'ospedale Versilia di Viareggio

Giancarlo Bigazzi
19 Gennaio 2012 alle 06:45

È morto stanotte a 71 anni Giancarlo Bigazzi. Era ricoverato da qualche giorno nell’ospedale Versilia di Viareggio. Come paroliere, ma spesso anche come compositore, aveva firmato i più grandi successi di Umberto Tozzi («Ti amo», «Gloria»), Marco Masini («Disperato», «Ci vorrebbe il mare»), Massimo Ranieri («Erba di casa mia», «Vent’anni», «Rose rosse»), Gianni Bella («Non si può morire dentro»), Marcella («Montagne verdi») e tante altre hit, comprese «Lisa dagli occhi blu» di Mario Tessuto, «Luglio» di Riccardo Del Turco e «Self Control» di Raf.  Ma come nascevano le sue canzoni? Bigazzi ne aveva parlato più volte sulle pagine di Sorrisi.

Gloria - Umberto Tozzi

«L’ispirazione mi venne nello stesso istante in cui ascoltai un brano di Elton John: si trattava di “Saturday night’s alright (for fighting) contenuto nell’album “Goodbye yellow brick road del 1973». Così Giancarlo Bigazzi, l’autore, racconta come nacque «Gloria», il più grande successo di Umberto Tozzi in Italia e all’estero. «Cercavo un pezzo molto ritmato e grazie al tema di chitarra di quel brano ne venni a capo. Lo proposi poi a Umberto un giorno in cui ci trovammo entrambi in Toscana, alle terme di Saturnia: fu subito entusiasta dell’idea di dedicare il brano a tutte quelle donne che, una volta perse, lasciano un grande vuoto». Il brano, uscito nell’estate del 1979, fu un successo travolgente dal primo momento. «Ma non riuscì ad arrivare al vertice dell’hit parade, battuta da “Tu sei l’unica donna per me di Alan Sorrenti» ricorda ancora Bigazzi. Si sarebbe però rifatto qualche anno dopo. «Nel 1982, grazie alla versione cantata da Laura Branigan, arrivò al primo posto negli Stati Uniti». (Paolo Grugni)

Non si può morire dentro - Gianni Bella

Ricorda Gianni Bella: «Era il 1976 quando Giancarlo Bigazzi mi segnalò che in un convento di Firenze potevo trovare un pianoforte usato. Visto che fino ad allora avevo composto solo con la chitarra, non potendomi permettere altro, lo comprai e, quando lo suonai, le prime note che ne uscirono furono quelle di “Non si può morire dentro ». Continua Bigazzi, autore del testo: «Gianni mi portò la musica e la frase che sarebbe diventata il titolo, io aggiunsi il resto». Conclude Bella: «Ci fu però anche dell’amarezza. Quello era il tempo dei cantautori impegnati e chi cantava canzoni d’amore era malvisto: fui persino insultato!». Ma il 10 luglio il brano arrivò al 1 posto in classifica e ci rimase per dieci settimane. Vendette 2.000.000 di copie e stravinse il Festivalbar. (Paolo Grugni)

Ti amo - Umberto Tozzi

Un successo da 20 milioni di copie in tutto il mondo che quando fu scritto non convinceva appieno nemmeno il suo autore. Questo il segreto di «Ti amo», il brano portato al successo nel 1977 da Umberto Tozzi. Ce lo racconta Giancarlo Bigazzi, autore insieme con Tozzi: «Una sera andai a vedere a teatro “La gatta Cenerentola , un melodramma di Roberto De Simone. Rimasi colpito dalle musiche e quando tornai a casa mi misi immediatamente al pianoforte scrivendo la partitura di un brano in tre quarti ispirata a quella che avevo appena ascoltato. In più cominciai a scrivere un testo provvisorio in cui la frase “ti amo ricorreva spesso». Bigazzi però non era soddisfatto: «Mi sembrava che titolo e ritornello fossero troppo semplici, banali, per cui pensavo di fare dei cambiamenti. Ma il pezzo, dopo che lo feci cantare a Tozzi, piacque subito tantissimo alla casa discografica, l’allora CGD». Questo nonostante un singolare aneddoto: «A furia di ascoltare e riascoltare il brano, il nastro su cui lo avevamo inciso si era rovinato e le parole non erano più così chiare. Ma decidemmo di non rifarlo e di stampare quella versione. Un po’ per evitare costi aggiuntivi, ma soprattutto perché il difetto dava un effetto speciale alla voce di Umberto». Fu la scelta giusta: «Ti amo» rimase prima in classifica dal 23 luglio al 22 ottobre ’77 e in totale 7 mesi in hit parade. (Paolo Grugni)

Luglio - Riccardo Del Turco

«L’idea di scrivere “Luglio mi venne in mente leggendo dei versi del poeta francese Jacques Prévert. Il testo che ne emerse fu completamente diverso, però devo l’ispirazione del soggetto proprio al grande autore». Così Giancarlo Bigazzi racconta la nascita di uno dei più travolgenti successi della musica italiana legati al ricordo di un’estate (insieme a «Sapore di sale» e «Azzurro», è una delle tre canzoni estive più suonate di sempre), scritto in coppia con Riccardo Del Turco che ne fu anche l’interprete. Ricorda Bigazzi: «Abitavamo entrambi sulle colline di Firenze: io a Settignano, lui a Fiesole. Ci aveva presentato, nonostante le titubanze di Riccardo per l’allora giovane sconosciuto che ero, un suo cugino di cui ero amico. Era il 1966 e insieme lavorammo al lato B di «Figlio unico». Non smettemmo però di frequentarci e un giorno di maggio del 1968 iniziammo a strimpellare con la chitarra qualcosa di semplice, ironico, quasi buffo nel suo incedere sudamericano. Ne venne fuori «Luglio» e pensammo di dare la canzone a Orietta Berti, ma alla fine Riccardo decise di cantarla lui stesso». Tutto poi accadde in modo rapidissimo: «Allora, la discografia italiana non perdeva tempo, sapeva cogliere al volo le opportunità: dieci giorni dopo, il pezzo era già stato inciso. A giugno vinse a Saint Vincent il seguitissimo “Un Disco per l’estate”, battendo “Ho scritto t’amo sulla sabbia”, un’altra straordinaria hit di quell’estate. Ma non era finita: la prima settimana di luglio, evidentemente un segno del destino, il brano era 1 in classifica e tutta Italia lo cantava». (Paolo Grugni)

Lisa dagli occhi blu - Mario Tessuto

«Nel 1968 la Rca mi aveva incaricato della versione italiana di un brano del francese Michel Fugain. La canzone, che poi sarebbe stata affidata a Mal, s’intitolava Betty Blue » racconta il paroliere Giancarlo Bigazzi. «La cosa non è andata in porto, ma “Betty Blue mi è rimasto in testa. Finché ho trasformato quel titolo in “Lisa dagli occhi blu . Ho chiamato il mio amico chitarrista Claudio Cavallaro e in mezza giornata il pezzo era pronto. E’ ovvio che ci ho messo dentro anche un po’ delle mie esperienze. Nella sezione B, ci sono stato per davvero ai tempi del liceo scientifico Giuseppe Giusti di Firenze. Quando, poi, assieme ai discografici della Cgd, c’è stato da scegliere l’interprete non abbiamo avuto dubbi: Mario Tessuto con quella sua voce tremula si adattava a meraviglia». Una vera e propria hit dell’estate ’69. Di più: un clamoroso successo di vendite, quasi due milioni di dischi. (Luca Testoni)

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