Alessandra Amoroso: «Mia nonna vive sempre in me»

È famosa e amata. E 10, il suo ultimo album, è un successo. Ma qui ci racconta (anche) un grande dolore

23 Novembre 2018 alle 15:31

Lei sogna di avere presto dei bambini ma nell’attesa del momento giusto è nato uno dei «figli musicali» più desiderati: «10», il nuovo album in cui Alessandra Amoroso celebra il suo primo decennio di successi. Nell’ultimo mese grazie ai «firmacopie» ha visitato ogni parte d’Italia per abbracciare le persone che la seguono da così tanto tempo. È venuta a festeggiare questo traguardo anche nella nostra redazione, tra sorrisi ed emozioni.

Alessandra, è da un mese che non si ferma un secondo, ma è fresca come una rosa. Come fa?
«L’energia arriva dalle persone che ho incontrato! Loro mi tengono in piedi».

Ha scelto di andare in ben 17 città. Non è da tutti, come mai?
«Era l’unica occasione per poter scambiare due chiacchiere con ogni singolo fan».

Le avranno raccontato un sacco di cose, ma lei a loro che cosa ha detto?
«Grazie. Solo grazie».

Quali sono i regali più belli ricevuti?
«Le lettere. Mi danno la possibilità di conoscere chi sono attraverso le loro storie».

Ma è vero che da marzo 2019 farà 30 concerti toccando tutte le regioni italiane?
«Ho sfidato ogni limite tecnico e burocratico. Ho scelto di essere ovunque e mi hanno detto che era possibile. Non vedo l’ora».

Il 12 dicembre 2008 cantava ad «Amici» il suo primo singolo, «Immobile».
«Mi sono rivista da poco! Che tenera che ero, mi ero tuffata in quel mondo del tutto impreparata».

In cosa è cambiata oggi?
«Nella consapevolezza di quello che posso fare con la mia voce».

Non sembra cambiato però lo sguardo che Maria De Filippi ha verso di lei.
«Maria ha creduto nel mio talento quando ancora io stessa non credevo in me. È lei che 10 anni fa mi ha convinto a rimanere nel programma, quando volevo lasciare tutto».

Un altro dei primi a sostenerla è stato Claudio Baglioni.
«Lui e Gianni Morandi. Per un periodo ho tartassato Claudio di chiamate perché non sapevo di chi fidarmi. Ci ho messo del tempo ad accettare la mia prima popolarità».

Dal negozio in cui era commessa a Lecce si è fatta conoscere fino in America Latina.
«Mi manca non esserci ancora tornata. Non ho trovato solo nuovi fan della mia musica, ma amici. Loro hanno valori simili ai miei».

A quali valori si riferisce?
«Sono cresciuta con dei nonni che per tanti anni mi hanno fatto mangiare solo i prodotti della loro terra. È per questo che io canto quei valori semplici che oggi, in questi tempi così duri, paiono rivoluzionari. In particolare, in Messico ho conosciuto persone e realtà che mi hanno colpita nel profondo».

Questa esperienza l’ha segnata così tanto da imprimerla sulla pelle.
«Sì, sulla coscia ho tatuato un teschio messicano, che loro considerano un portafortuna e un simbolo di vita. Questa gente ha spesso poco o niente, ma sorride anche di quello che non ha».

Ha un altro tatuaggio di cui si sa poco: una luna e una stella sulla caviglia.
«È un ricordo legato alla mia nonna Maria, che da poco non c’è più. Una volta mi ha regalato un uovo di cioccolato con dentro un “bijou” con una luna e una stellina. Ecco, mi piace pensare di essere io la luna e lei la stella vicina più luminosa. Non è stato facile per me accettare la sua malattia».

Come ha affrontato quel periodo?
«Tra alti e bassi. All’inizio quando le ho presentato il mio compagno (Stefano Settepani, produttore esecutivo di “Amici”, ndr) l’Alzheimer l’aveva già un po’ portata via. Continuava a ripetermi di avermi cresciuto e io la prendevo in giro, era il mio modo di sdrammatizzare».

Era un modo per reagire al dolore.
«Già. A un certo punto per me era difficile tornare a casa, ma una tappa dai nonni la facevo sempre. Il giorno più difficile è stato quando andando da lei non mi ha più riconosciuta. Lì, per rabbia, ho preso per un po’ di tempo le distanze. D’altronde lei mi diceva sempre: “Sei più importante dei miei figli”. Ero la sua principessa».

Qual è l’album di questi 10 anni al quale è più legata?
«Li amo tutti ma direi “Vivere a colori”, un disco che ha rappresentato per me una svolta, non solo a livello musicale. È stata un’ancora di salvezza per tante situazioni difficili che ho vissuto. È proprio vero che la musica, a volte, può fare miracoli».

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