In arrivo «Bohemian Rhapsody», il film biografico su Freddie Mercury

Uscirà il 29 novembre nelle sale italiane ma è già disponibile il trailer. Il film seguirà Mercury e i Queen dagli esordi fino all'esibizione al Live Aid


18 Luglio 2018 alle 11:07

Si chiamerà «Bohemian Rhapsody» il tanto atteso film biografico sui QueenFreddie Mercury, interpretato dall’attore della serie tv «Mr. Robot» Rami Malek. Il film uscirà inizialmente in Inghilterra il prossimo 24 ottobre e arriverà in Italia il 29 novembre; nel frattempo è stato pubblicato il primo attesissimo trailer.

Il film ha avuto una gestazione lunga, già una decina di anni fa erano uscite voci sul coinvolgimento di Sacha Baron Cohen nel ruolo di Freddie Mercury, prima di entrare in conflitto con la produzione che non voleva esplorare i lati più oscuri della vita del cantante. Negli anni sono uscite diverse altre notizie ma soltanto la scorsa estate gli ex membri dei Queen Brian May e Roger Taylor hanno confermato di aver scelto Malik come attore.

La scrittura è stata affidata a Anthony McCarten («La teoria del tutto», «L’ora più buia»), per la regia di Bryan Singer e Dexter Fletcher. Gli altri membri della band saranno interpretati da Ben Hardy (il batterista Roger Taylor), Gwilym Lee (il chitarrista Brian May) e Joseph Mazzello (il bassista John Deacon).

«Bohemian Rhapsody» si concentrerà su un periodo di 15 anni, dalla formazione dei Queen fino alla loro celebre performance al Live Aid del 1985, sei anni prima della scomparsa di Mercury.


La nascita dei Queen

Il film racconterà la genesi di una delle band più celebri di sempre, che risale ai primi anni Settanta a Londra, quando Brian May e Roger Taylor lasciano il gruppo Smile per unirsi a un loro amico stravagante e promettente, Freddie Mercury. Con l’ingresso del bassista John Deacon il gruppo è al completo e proprio Mercury, originario di Zanzibar e studente di arte, disegna il famoso logo utilizzando i segni zodiacali dei quattro.
Dopo aver firmato per la EMI ed essersi affidati al manager Norman Sheffield il gruppo registra il primo disco, nelle pause di registrazione di David Bowie e Paul McCartney negli stessi studi. Il loro sound inizialmente è influenzato dal glam e dal progressive rock e mostra subito le caratteristiche dei Queen: grande varietà musicale, virtuosismo e lo straordinario carisma di Freddie Mercury come cantante e frontman dal vivo, con un look inconfondibile.

La svolta grazie a «Bohemian Rhapsody»

Dopo i primi tre album il gruppo si è fatto notare per il mix di hard rock, ballate, pop sofisticato e musica da cabaret inglese, ma seppure con due album e due singoli nella Top Ten inglese navigano in cattive acque economicamente. Il disco che salva letteralmente la band è «A Night At The Opera», soprattutto grazie a una delle canzoni più famose di sempre, «Bohemian Rhapsody». Scritta da Freddie Mercury, mostra il suo grande amore per la musica lirica, unendo per la prima volta rock e Opera.
Il trailer del film mostra la registrazione della canzone e l’incertezza sulla pubblicazione come singolo, data la sua lunga durata (quasi sei minuti!). Alla fine, grazie all’aiuto di un DJ amico di Mercury che suona la canzone 14 volte in due giorni, il brano diventa il terzo singolo più venduto di sempre nel Regno Unito e rende i Queen finalmente delle superstar.

L’enorme successo di «We Are The Champions» e «We Will Rock You»

I Queen sono ormai delle star in Inghilterra e proseguono il momento d’oro con un’altra canzone scritta da Mercury, «Somebody To Love», e uno storico concerto gratuito ad Hyde Park a Londra nel 1976. Ma è soprattutto l’anno successivo che la fama dei Queen assume proporzioni gigantesche: incalzato dal nuovo movimento punk, il gruppo non si dà per vinto e pubblica «We Are The Champions» e «We Will Rock You», due degli inni più celebri di tutta la musica rock.
In particolare la prima raggiunge il #2 in Inghilterra e #4 in America, oltre ad essere stata inserita nella Grammy Hall Of Fame e votata nel 2011 come il ritornello più accattivante della storia. Tuttora le due canzoni vengono suonate quasi in ogni cerimonia sportiva e sono famose in tutto il mondo.

La conquista dell’America

Con l’arrivo degli anni Ottanta i Queen si reinventano, influenzati dai suoni disco e funky che sentono durante la vita notturna a New York e Monaco di Baviera. L’emblema di questa svolta è «Another One Bites The Dust», il loro singolo più venduto con oltre 7 milioni di copie e la canzone che conquista definitivamente gli Stati Uniti. Curiosamente il gruppo viene convinto a pubblicarla come singolo da Michael Jackson, grande fan della band.
I Queen dominano le classifiche di tutto il mondo con l’album «The Game», che contiene anche la hit «Crazy Little Thing Called Love», mentre il successivo «Hot Space» è anticipato da «Under Pressure» in duetto con David Bowie e influenzerà lo stesso Jackson nella scrittura di «Thriller». Il successo porta però il gruppo, e in particolare Mercury, a perdersi negli eccessi, con uno stile di vita sfrenato che in pochi anni porterà a un tragico epilogo.

Live Aid: la performance dal vivo migliore di sempre?

Il 13 luglio 1985 va in scena un concerto-evento con alcuni dei musicisti più celebri del periodo allo scopo di raccogliere fondi per l’Africa. I Queen hanno deciso di separarsi per un po’ di tempo e dedicarsi ai propri progetti solisti, ma accettano di partecipare e la straordinaria performance allo stadio di Wembley ricompatta la band. Nei 20 minuti in cui sono sul palco i Queen suonano le hit più grandi, da «Bohemian Rhapsody» a «Radio Ga Ga», e Freddie Mercury regala una delle prestazioni più incredibili ed energiche della carriera, ingaggiando anche un duello vocale con i 72.000 spettatori.
L’esibizione è da molti considerata non solo la migliore del Live Aid ma una delle più belle di tutti i tempi. Proprio con questa trionfale reunion si chiuderà il film, in attesa magari di uno in futuro che racconti la battaglia con l’AIDS e gli ultimi tragici anni di vita del cantante.

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