Buon compleanno Mina! 13 cose che non sa (quasi) nessuno

Per i veri fan abbiamo raccolto qui un’enciclopedia di aneddoti e curiosità sulla “Tigre di Cremona”

Su questo abito scintillante fatto di tessere di alluminio, che Mina indossò nel suo secondo tour nei teatri con Giorgio Gaber, esistono due leggende metropolitane: c’è chi lo vuole creato dallo stilista Paco Rabanne, chi dal costumista Enrico Tovaglieri. La verità è, invece, che si chiama “Magic dress” ed è una creazione brevettata da Alberto Caroli, che vinse l’Oscar del giocattolo nel 1971
13 Marzo 2020 alle 11:42

Sul nome di Mina si discute (e si sbaglia) da decenni.Mina non si chiama, come riportato ancora oggi quasi ovunque, “Anna Maria Mazzini, in arte Mina”. Il suo nome è proprio Mina, come lei stessa non ha mancato di puntualizzare più volte nei suoi scritti: «Non mi chiamo Anna Maria. Ma come devo fare a farlo capire a chi si ostina a dire: Anna Maria Mazzini in arte Mina? Farò una fotocopia del passaporto dove c’è scritto Mina. Battezzata Mina, e così spero che sia finita». Ma questa è solo una di tante cose che forse nemmeno i veri fan sanno.

• La sua straordinaria carriera
• Le canzoni che l’hanno resa una star

• I ricordi degli amici e colleghi
• I mille look (e lo stile unico) di una diva
• La sua vita è un romanzo appassionato


L’esordio in radio
Il debutto di Mina come primadonna in un varietà radiofonico avviene il 30 ottobre 1960 a “Gran Gala”, in onda sul Secondo Programma.

Tra Caroselli e spot
Grazie alla grandissima popolarità, Mina è da subito una delle protagoniste più ambite dei Caroselli. Già nel 1960 Mina pubblicizza i frigoriferi Atlantic e nel 1962 per l’Industria italiana della birra, interpreta 12 divine, da Rita Hayworth a Marilyn Monroe, da Judy Garland ad Anna Magnani. Tra le collaborazioni più fortunate, quelle con la Barilla negli Anni 60 e con la Cedrata Tassoni negli Anni 70. Negli ultimi 20 anni Mina è stata protagonista di campagne-kolossal per Wind, Fiat, Barilla e Tim.

Mina al cinema
Sono 13 i film, tutti musicarelli e italiani (meno uno, uscito in Germania), in cui Mina è comparsa dal 1959 al 1967. La particolarità incredibile è che, per le parti parlate, viene sempre doppiata. Anche Federico Fellini ha cercato di convincerla a lavorare con lui, nel mai realizzato “Il viaggio di G. Mastorna”. Come ha ricordato la stessa Mina: «Sì, è vero, avevamo discusso una mia partecipazione a quel film e anche a “Satyricon”, ma io, dopo aver preso parte a ben 13 dimenticabili filmetti, mi ero resa conto che non sapevo proprio recitare. E quindi, con grande dolore, rifiutai».

La sua firma nei giornali
Mina ha tenuto la sua prima rubrica nel 1993, all’interno del settimanale “Noi” diretto da Gigi Vesigna.

A fumetti su Topolino
Nel numero 3029 di “Topolino”, uscito l’11 dicembre 2013, la cantante è stata protagonista della storia intitolata “Paperino, Paperica e il Natale in sordina”. Mina, ribattezzata per l’occasione Mina Uack, si esibisce con tanto di lunga treccia color mandarinetto e di gesto “pollice contro indice” mentre canta i suoi successi

Influencer per caso
La prima foto social di Mina l’ha condivisa su Instagram la figlia Benedetta il 27 ottobre 2019. La si vede di spalle, sul divano, davanti al televisore della casa di Lugano.

Lettrice onnivora
Mina è una grandissima lettrice. Tra i suoi autori del cuore, Aldo Busi, che le ha dedicato la canzone “Mi chiamano Mina (ma il mio nome è Aldo)”, e Joseph Roth.

La conquista (mancata) dell’America
Come racconta il giornalista Michele Bovi nel suo libro “Note segrete”, nella seconda metà degli Anni 60 Frank Sinatra voleva lanciare Mina negli Stati Uniti come sua erede “ufficiale”, con la collaborazione di Dean Martin che l’avrebbe ospitata nel suo seguitissimo show televisivo, il “Dean Martin Show”. Ci furono contatti e trattative, ma Mina, inspiegabilmente, disse di no, dimostrando la consueta preveggenza: l’intermediario per il lancio americano era Joe Adonis, che si era presentato in Italia in veste di manager. Ancora non si sapeva che Adonis era un boss della mafia italoamericana…

Un biglietto in prima fila
Nell’estate del 1978, in occasione dei suoi ultimi concerti (nessuno poteva immaginare che sarebbero stati tali), la poltrona in prima fila per vedere Mina a “Bussoladomani” costava 15 mila lire, 12 mila 500 lire la seconda fila, 10 mila le poltrone in terza fila. I prezzi popolari in gradinata scendevano a 7 mila lire.

Sogni e onorificenze
Se non avesse abbandonato gli studi per cantare, Mina avrebbe voluto iscriversi a Medicina. Dal 1° giugno 2001 l’artista è Grande Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica.

Tifosa agguerrita
Mina è un’appassionata tifosa di calcio. La sua squadra del cuore è l’Inter. La notte del 12 luglio 1982, dopo la vittoria dell’Italia sulla Germania per 3 a 1 ai Mondiali di Spagna, si avvolse in una bandiera tricolore e scese a festeggiare in Piazza del Duomo a Milano insieme a migliaia di persone.

Ama le carte
Quando si esibiva in concerto, per rilassarsi amava passare il resto della nottata a giocare a carte con gli orchestrali. Una passione che l’ha accompagnata per tutta la vita. Memorabili, negli Anni 70, le serate trascorse al ristorante Santa Lucia di Milano in compagnia di fidatissimi amici a giocare a scopone. La passione di questi ultimi anni è il burraco, un amore non soltanto di Mina. Tra le altre appassionate di burraco “made in Italy” ci sono Raffaella Carrà, Maria De Filippi (che vince quasi sempre), Mara Maionchi (che quando perde s’infuria e sbraita), Alessia Marcuzzi e Laura Pausini.

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