Dalla fine degli Anni 50 a oggi Mina ha interpretato più di 1.500 brani. Ed è dura fare una selezione, perché ognuno di noi ha la sua canzone del cuore. Quindi abbiamo preso una decisione: scegliamo solo le 15 che hanno lanciato l’artista nell’Olimpo della musica.
Brano che mette in luce la modernità di Mina. Proposto a Sanremo da Wilma De Angelis e Betty Curtis nel 1959, “Nessuno” è portato al successo dalla “Tigre di Cremona”. Tutto risulta chiarissimo nel siparietto a “Canzonissima” in cui la De Angelis interpreta la canzone in modo classico mentre Mina si mostra annoiata finché la collega le cede il microfono per farle cantare la versione “urlata”, scatenata e swing.
Tintarella di luna
Mina ascolta la canzone nell’estate del 1959 a Ischia e la incide a settembre dello stesso anno. La musica è del jazzista Bruno De Filippi e il testo di Franco Migliacci, già autore di “Nel blu dipinto di blu” con Modugno. Con “Tintarella di luna” il 16 gennaio 1960 Mina raggiunge per la prima volta la posizione numero 1 nella classifica dei dischi più venduti. La canzone dà il nome al suo album di debutto.
Una zebra a pois
Sembra una canzoncina per bambini ed è tra i brani più divertenti del repertorio di Mina. “Una zebra a pois” esce a giugno del 1960. Musicato da Lelio Luttazzi con le parole di Marcello Ciorciolini e Dino Verde, il brano ha «un arrangiamento per ottoni a tempo di cha-cha-cha che evidenzia un’ascendenza jazzistica» spiega il musicologo Luca Cerchiari nel suo nuovo libro “Mina. Una voce universale” (Mondadori, 20 euro), in uscita il 24 marzo.
Le mille bolle blu
Testo di Vito Pallavicini, che ha scritto anche “Azzurro” con Paolo Conte, e musica del pianista Carlo Alberto Rossi. “Le mille bolle blu” si classifica solo quinta al Festival di Sanremo del 1961 e convince Mina a non presentarsi mai più in gara. Delle due serate della cantante al Festival, restano nella storia uno spiritoso abito bianco a bolle azzurre e il gesto della dita sulle labbra quando Mina pronuncia “blllù”, considerato uno sberleffo provocatorio verso il pubblico.
Città vuota
Il brano del 1963 è la versione italiana di “It’s a lonely town” di Gene McDaniels, scritta da Pino Cassia. Con “Città vuota” Mina torna in tv dopo mesi di censura della Rai per le sue vicende familiari, ospite di Mike Bongiorno il 10 gennaio 1964 a “La fiera dei sogni”. Fiorello ne ha fatto una cover nel 2004 e gli stilisti Dolce & Gabbana l’hanno usata in un famoso spot con Laetitia Casta, girato nel 2012.
E se domani
Una “ballad” all’italiana, melodiosa, tra chitarre elettriche, batteria e pulsare del contrabbasso, è una canzone che Mina interpreta in modo particolarmente teatrale quando insiste su quel «E sottolineo se». Presentato al Festival di Sanremo 1964 da Fausto Cigliano e Gene Pitney, viene escluso dalla finale. Ma Mina ne ha fatto un classico. Ne esistono più di 200 cover.
È l’uomo per me
A maggio del 1964 Mina è al primo posto nella hit parade con questo singolo uscito con la casa discografica Ri-Fi, l’unica disposta a pubblicarla nel periodo della cacciata dalla tv di Stato per la scandalosa relazione con Corrado Pani. “È l’uomo per me”, poi inserita nell’Lp “Studio Uno”, sembra alludere proprio a lui, ma è una cover di “He walks like a man”, della cantante country statunitense Jody Miller.
Brava
Il 71° singolo di Mina ha una storia curiosa: è il regista Antonello Falqui a chiedere al direttore d’orchestra Bruno Canfora di scrivere un brano per Mina. «Fai un pezzo dove si vede che è proprio brava, un pezzo che solo lei può fare» gli dice. Per cantare “Brava” servono agilità vocale («Vado su, vado giù...»), ma anche labiale. Mina le ha entrambe: già alla seconda prova sa il pezzo a memoria. “Brava” viene stampato dopo la sua performance a “Studio Uno” il 20 marzo del 1965.
Se telefonando
Un brano creato per lanciare Mina alla terza conduzione di “Studio Uno” nel 1966. Le parole sono di Maurizio Costanzo e Ghigo De Chiara, la musica e l’arrangiamento di Ennio Morricone, che per i fiati si ispira alle sirene della polizia di Marsiglia. Proprio il Maestro ha raccontato che il giorno della prima prova in una saletta di via Teulada, a Roma, Mina ha una colica epatica: «Nonostante questo cantò con grande dolore ma anche con una forza e una potenza che mi impressionarono».
La banda
Un allegro “tormentone” di Mina del 1967. La cantante lo presenta nel programma tv “Sabato sera” il 15 aprile di quell’anno. La canzone è una cover (il testo italiano è di Antonio Amurri) del brano “A banda”, scritta dal cantautore brasiliano Chico Buarque de Hollanda.
Insieme
«Io non ti conosco, io non so chi sei...». Così iniziano gli Anni 70 di Mina, nel segno della collaborazione con Battisti e Mogol. Lucio Battisti la propone a Mina per il 30º compleanno della cantante. Un successo incredibile che resta ben 20 settimane in classifica, anche grazie alle esibizioni in tv. Celebri quella della prima puntata di “Senza rete” il 20 giugno 1970 e quella del duetto Mina-Battisti a “Teatro 10” il 23 aprile 1972.
Amor mio
Altra splendida hit “mogolbattistiana” del 1971. Mina incide anche una versione in spagnolo, poi inclusa nelle raccolte “Colección latina” (2001) e “Yo soy Mina” (2011). Esiste anche una versione in inglese del 1972 cantata da Johnny Dorelli: “I’m a believer”.
Grande, grande, grande
Composto nel 1966 da Tony Renis che lo pensa per la voce di Mireille Mathieu, il brano viene poi accantonato in un cassetto. Su insistenza di Renis, Mina lo ascolta e lo fa riarrangiare al bassista Pino Presti. Il pezzo decolla quando lei lo canta a “Teatro 10” l’11 marzo del 1972. Da allora è una hit internazionale, che è stata interpretata anche da Luciano Pavarotti e Céline Dion.
Parole parole
Sempre a “Teatro 10”, sempre nel 1972, come sigla di chiusura dello show ascoltiamo “Parole parole”, il cui successo si deve alla collaborazione fra la cantante e il maestro Gianni Ferrio, che ne cura musiche e arrangiamento, e a una geniale trovata degli autori del programma, Leo Chiosso e Giancarlo Del Re: farla cantare da Mina assieme al co-conduttore Alberto Lupo, che recita (parlando) il ruolo di seduttore ostinato a cui la diva resiste.
L’importante è finire
Concludiamo la nostra selezione con il manifesto della Mina “trasgressiva”: una canzone dolce e lenta scritta da Cristiano Malgioglio dopo una delusione d’amore. Per i contenuti osé fa scalpore, nel 1975 viene bandita dalla diffusione nel programma “Hit Parade”. È una delle canzoni più sensuali di sempre.
Il 25 marzo la grande artista compie 80 anni. Celebriamo una voce unica, eterna. E inimitabile. Ha cambiato la storia della nostra musica ed è stata un simbolo di libertà con il suo talento straordinario