Il 3 luglio il cantautore torna a pubblicare nuova musica con un brano che ha tutto il sapore dell'estate senza rincorrere la hit

È raro, rarissimo: la bellezza della sua musica è arrivata a noi molto prima della notorietà della sua persona. Aiello, cantautore di origine calabrese diventato adulto tra le braccia di Roma, è entrato negli ascolti del pubblico (anche) grazie alle storie su Instagram, inserito migliaia di volte come colonna sonora del nostro quotidiano. “Arsenico” e “La mia ultima storia” sono alcuni degli esempi più eclatanti di quello che è a tutti gli effetti un successo non convenzionale.
Quella di Antonio infatti non è musica nata per fare trend sui social, non è musica per esprimere uno status symbol passeggero in attesa della prossima moda. Aiello si sta invece ritagliando uno spazio nel cuore del pubblico portando alla luce il suo “shaker creativo” ricco di influenze musicali, con un'intensità di scrittura e significato che abbiamo ben compreso nel suo album "Ex voto”. Anzi, "EX VOTO”, visto che in tutte le sue proposte, nome compreso sulle piattaforme di streaming, usa sempre il maiuscolo. «All'inizio era un modo per farmi notare» dice «era un tentativo forse inconscio per dire che avevo bisogno di urlare, di far fermare le persone e dire "Ehi, ci sono anche io”».
Nella baraonda di brani estivi pensati per diventare tormentoni, Aiello corre fuori dalle corsie numerate con “Vienimi (a ballare)”, una canzone nella quale si parla del superamento di una situazione difficile in amore e della voglia di tornare a vivere. Di tornare finalmente a ballare.
Ti abbiamo visto festeggiare sui social, molto, per l'arrivo di questo brano.
«È vero! Il motivo è il desiderio di tutti di tornare un po' a festeggiare la vita in modo più leggero ma non superficiale. Dall'altra sono fatto così: sono uno passionale, la gente lo sa. “Vienimi (a ballare)” è un brano che mi appartiene totalmente, che non mi fa stare fermo, non vedevo l'ora di farlo ascoltare, anche perché era da tanto che aspettavo trepidante di poter tornare con musica nuova».
Quando hai scritto “Vienimi (a ballare)”?
«È nata in inverno e l'abbiamo chiusa in piena quarantena. I giorni chiuso in casa sono stati pieni di musica, sono riuscito a lavorare a nuove canzoni. È in quel periodo che ho mosso i passi più importanti per quello che sarà il mio futuro secondo album. Poterne parlare ora mi riempie di gioia».
Sui social hai parlato molto del meridione mostrando una Calabria "cool" come forse non è mai stato fatto prima.
«Sono nato a Cosenza ed ero uno dei pochi che pur crescendo lì non parlava quasi mai in dialetto. Il fatto curioso è che ho cominciato a portare alta la bandiera della mia Calabria trasferendomi a Roma, usando i nostri modi di dire e non preoccupandomi dell'accento. La Calabria è un luogo con tanti problemi ma anche con una bellezza, una generosità e un'ospitalità che non si mostrano spesso. È un posto che definisco “wild”, selvaggio e per questo lo amo. Sono orgoglioso di rappresentarlo così».
La tua timeline su Instagram è stata archiviata. Non è un po' presto per cambiare pagina?
«Seguo un'abitudine che è quella del rap, ovvero aprire un capitolo nuovo senza rinnegare il passato, anche sui social. Nelle sonorità di questo brano sento una rivoluzione, una versione ancora più autentica di quello che sono. L'ho sempre fatto, ma da oggi e sempre di più in futuro mi sentirete cantare brani nei quali scavo a fondo in me, senza filtri e con una missione: portare nel pop gusti diversi dal consueto».
Ti riaffacci con un inedito in una delle estati più affolate in termini di singoli estivi.
«In effetti manca solo mia madre con un singolo! (ride) La verità è che non mi sono mai seduto attorno a un tavolino a scrivere una canzone e ogni mio brano nasce da un momento personale, da una storia che ho bisogno di raccontare. Il successo di "Vienimi (a ballare)”, se ci sarà, per me arriverà solo se le persone l'avranno ballato, se si appassioneranno a tutto quello che scrivo, se lo ascolteranno non solo ora ma anche dopo l'estate».
Come hanno reagito per ora i tuoi fan?
«Questa notte non ho dormito per leggere le loro parole sui social. I commenti che mi scrivono sono belli e a volte così esageratamente belli che non credo di meritarmeli. La cosa che mi ha colpito di più è sentirmi dire che “Vienimi (a ballare)” è un brano potente e elegante. Una persona mi ha scritto che si sente dentro una malinconia rigenerante. È bello che un brano possa essere visto con queste chiavi di lettura, con un'entusiasmo fortissimo e senza dovermi esprimere musicalmente in modo rozzo o grottesco».
Niente competizione quindi?
«Nessuna competizione. Non sono mai stato uno che vuole superare gli altri nella vita e non sono così nemmeno oggi nella musica. Quando canto, quando scrivo, quando parlo con le persone, cerco di dare il meglio che posso offrirti, mai il peggio. Se mi accogli, ecco, allora sono felice».