Egreen e il nuovo singolo “Luce a Milano”

Un brano nato durante la quarantena e reso possibile grazie alla disponibilità di Memo Remigi, che ha concesso il campionamento della sua “Innamorati a Milano”, tra le più note canzoni dedicate al capoluogo lombardo e portata al successo anche da Ornella Vanoni

Nicolas Fantini, in arte Egreen  Credit: © Lucio Gelsi
25 Giugno 2020 alle 09:40

Uno degli artisti più “integralisti” e hardcore della scena rap italiana e uno dei raffinati “grandi vecchi” della tradizione melodica riuniti con naturalezza sulla stessa traccia. È il piccolo miracolo compiuto da Egreen, al secolo Nicolas Fantini, con “Luce a Milano” - dal 25 giugno su tutte le piattaforme di streaming - brano nato durante la quarantena e reso possibile grazie alla disponibilità di Memo Remigi, che ha concesso il campionamento della sua “Innamorati a Milano”, tra le più note canzoni dedicate al capoluogo lombardo e portata al successo anche da Ornella Vanoni.


«Milano e la Lombardia sono state duramente attaccate in queste settimane», sottolinea Egreen, «e questa canzone parla della città che mi ha adottato e della sua capacità di rialzare la testa dopo una crisi. La presenza di Memo Remigi è fondamentale: lui è della generazione più colpita da questa situazione e la sua voce dà tutto un altro peso a questo brano».

Appoggiato alle “barre” del rapper e all'incisiva produzione di Nais, che riesce a far convivere con gusto due stili musicali di epoche molto diverse, il brano di Remigi è del 1965, si cala così in una profonda riflessione sul dopo pandemia («Il mondo è cambiato, tu quando sei disposto a cambiare?») e diventa un omaggio dal sapore dolce-amaro alla città adottiva sia di Egreen, nato in Colombia, sia del brianzolo Remigi. Un rap introspettivo e malinconico che fotografa il periodo di grandi cambiamenti che stiamo vivendo, ma anche quello personale del rapper che, dopo una carriera da “duro e puro”, spesso in aperta polemica con le derive più commerciali del rap italiano, a 35 anni ha firmato un contratto con la Sony, suscitando le consuete e prevedibili critiche di chi pensa che un artista per essere tale debba per sempre restare confinato nell'underground, ma soprattutto sfornando un album solido come “Fine primo tempo”.

Ma come ha fatto un rapper devoto alla tradizione dell'hip hop della East Coast e che ha collaborato, oltre che con nomi storici della scena italiana, anche con personaggi d'oltreoceano del calibro di Craig G o Masta Killa del Wu-Tang Clan, a incontrare Remigi? «Ci sono diversi pezzi, contemporanei e non, che, in qualche maniera, ritengo possano essere riconducibili a quel tipo di atmosfera “elegantemente” agrodolce che contraddistingue una grande città con le sue contraddizioni e le sue opportunità, come per esempio “Milano” di Dalla», ci spiega Egreen. «Appena ho sentito il campione di “Innamorati a Milano” mi sono emozionato e ho capito che avrebbe meritato riflessione e rispetto, cercando il più possibile di uscire dai cliché del “pezzo d’amore”.

D'altronde Egreen ama spiazzare. Uno, per usare le sue parole, che non lascia ma raddoppia. Anche se ammette che «non è stato facile. Ho avuto la strumentale nel mio hard disk per diversi mesi, è stata come una bottiglia di un vino prestigioso e invecchiato, che talvolta, quasi per magia, è lui a decidere quando deve essere aperto e decantato».

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