Fabio Rovazzi: «Anche quest’anno vado a comandare!»

È uscito con una nuova canzone e un mini-film di cui è regista e protagonista, al fianco di tante celebrità

Carlo Cracco e Fabio Rovazzi
19 Luglio 2018 alle 13:07

Fabio Rovazzi è di nuovo in circolazione. Come un fulmine a ciel sereno, in una notte d’estate ha pubblicato all’improvviso una nuova canzone intitolata «Faccio quello che voglio». Ma che cosa vuole fare Rovazzi? Lui risponde, semplicemente: «Scrivere sceneggiature e metterci dentro un po’ di creatività». Detto in maniera più chiara: Rovazzi ha composto un pezzo musicale, poi ci ha scritto intorno una storia e ha girato un video che è un autentico «mini-film» di azione e fantascienza (che poi continuerà con altre puntate).

Dopo mesi di silenzio ecco dunque riapparire Fabio Rovazzi, 24 anni e un curriculum brevissimo (tre singoli-tormentone, tra cui il celeberrimo «Andiamo a comandare», e un film, «Il vegetale»). Lui è magrissimo ma, assicura, mangia tantissimo e dorme pochissimo. E in una di queste notti insonni dove pensa e ripensa, scrive e riscrive, gli è venuta una nuova idea: si può essere chiunque, anche senza talento, e cantare come un personaggio famoso, come Al Bano, come Emma e Nek. Basta rubare la loro voce. Rubare nel vero senso della parola. Tranne poi finire in carcere sperando che arrivi Flavio Briatore a pagare la cauzione.

Una storia surreale piena di «pa-pa-pa-ra-ra» e versi come: «Ho voglia di staccare dall’ansia generale/e tuffarmi dentro il mare».


Fabio, quando è stata l’ultima volta che hai detto: «Faccio quello che voglio»?
«Sempre».

Da bambino i tuoi genitori ti facevano fare quello che volevi?
«Non mi facevano fare assolutamente niente. Infatti a 18 anni e un minuto ho deciso di diventare indipendente e trovare la mia strada. Anche se il senso della canzone è l’opposto».

In che senso?
«L’italiano medio guarda il video e mi vede scappare dalla polizia e dalla giustizia, il che farebbe di me un figo. In realtà è un modello sbagliato, tant’è che finisco in prigione».

Il mini-film dura quasi 10 minuti. Un normale video era troppo poco?
«Mi stava un po’ stretto. Il mio sogno è fare un film scritto e diretto da me, ma ogni cosa a suo tempo. Già per fare questo video ho perso mezzo fegato».

Quando hai avuto la folgorazione di questa storia?
«Io ho dei momenti di buio totale, dopo qualche mese mi si attiva il cervello, mi sveglio di notte e dico: “Sì, facciamolo”. Anche questa volta l’idea è venuta di notte».

Come riesci a convincere tanti personaggi a girare i tuoi video?
«Molti di loro sono amici, non è che li scelgo. Al Bano l’avevo conosciuto un anno fa a un concerto di Justin Bieber. Li uso fuori dal loro solito contesto. Mi piaceva far “rappare” velocissimo Carlo Cracco, che di solito parla in modo lento e pacato».

E questi vip «decontestualizzati» come reagiscono alla tua proposta?
«Se compaiono nel video sicuramente hanno piacere. Spiego loro che li sto rendendo fighi. L’autoironia rende più umani, aiuta a scendere dal piedistallo».

Fabio Rovazzi e Diletta Leotta: nel video la presenza della conduttrice serve a distrarre gli inseguitori

I bambini continuano a fermarti come un idolo?
«Sì, anche se io non faccio prodotti per bambini. Sono una conseguenza che non avevo previsto, quindi ho un senso di responsabilità e non scado mai nella volgarità. Però mi fermano per strada anche i nonni».

Pure il divorzio dal tuo ex socio Fedez è stato un «Faccio quello che voglio»?
«Dico solo che sarò sempre grato a Fedez per quello che ha fatto per me, per la spinta che mi ha dato all’inizio. Le amicizie nascono, crescono, corrono e inciampano. Noi siamo inciampati. Ho velleità diverse dalle sue».

Ti piacerebbe fare «X Factor» come Fedez o «The Voice» come J-Ax?
«Non ho ancora approcciato per bene la televisione. Cantare non è il mio talento, forse ad “Amici” sarei più credibile, ha diversi elementi oltre al canto».

Tornerai a «Le iene» come inviato speciale?
«Sì, con loro c’è un fantastico scambio, utilizzano la mia presenza per denunciare qualcosa e io faccio vedere di me un lato più serio».

Ripeti spesso: «non sono un rapper», «non sono un cantante», «non sono un attore». Insomma, che cos’è Fabio Rovazzi?
«Penso di essere ancora “sotto forma liquida”, devo mettermi nel freezer e trovare uno stato solido. Per ora sperimento. Faccio quello che voglio!».

E questa estate cosa «vuoi» fare?
«Stacco il cervello e vado in vacanza, ne ho bisogno. Ho passato due anni abbastanza burrascosi».

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