Gazzelle e Mara Sattei: «Ecco com’è nata “Tuttecose”!»

"Tuttecose" è il brano che ha fatto incontrare i mondi di Gazzelle e Mara Sattei

23 Giugno 2021 alle 11:06

Uno si nasconde dietro gli occhiali da sole “Ne ho tantissimi e li uso proprio per questo!”, l’altra parla attraverso i suoi occhioni azzurri. Lei al mare associa l’immensità, lui senza pensarci troppo risponde “Il gin-Mare!”. Eppure a far incontrare i mondi apparentemente distanti di Gazzelle e Mara Sattei è stato il singolo “Tuttecose”, uscito il 4 giugno. «Ci siamo scoperti subito molto affini!» ammettono.

Com’è andato il vostro primo incontro?
Gazzelle: «Devo dire che è stato un incontro piacevole e spontaneo. Ero molto contento di conoscerla dal vivo perché ci eravamo sentiti solo per telefono. Abbiamo parlato molto, non solo di musica e da lì è nato subito un bel feeling!».
Mara Sattei: «Sì, confermo! Stimavo Flavio già a livello artistico, poi si è presentato bene, mi ha offerto un caffè da vero gentleman e per me è stata una conferma! Ci siamo incontrati in studio la prima volta. Ricordo che c’è stata fin da subito molta empatia sia a livello artistico che personale. É stato super bello vedere come i nostri mondi, che all’apparenza possono sembrare lontani, siano in realtà molto affini».

E la prima volta che avete parlato del singolo? Chi è stato a proporlo?
G: «Stavo scrivendo la canzone di getto, direttamente in studio. Alla seconda strofa fantasticavo su una strofa di Mara e le ho scritto su Instagram. Lei si è presa subito molto bene e ha risposto molto entusiasta… pensa che ha scritto i suoi versi soltanto in due giorni!».
M.S.:«Mi ha contattato Flavio e mi ha parlato di un brano che aveva il piacere di propormi da fare insieme. Ricordo di aver messo play e ho subito pensato fosse un pezzo davvero forte e che sarebbe uscito qualcosa di unico, così gli ho detto che volevo assolutamente farlo e che accettavo. Dopo un paio di giorni avevo già finito di scrivere la strofa e abbiamo iniziato a lavorarci».

Per registrarlo vi siete incontrati dal vivo?
G.: «Sì, ci siamo conosciuti di persona proprio in studio, a Milano, e abbiamo registrato in un paio di giorni».
M.S.: «Prima ho registrato le mie voci in studio da sola, poi una volta messo tutto insieme ci siamo visti dal vivo per conoscerci, per lavorare al brano completo e ultimarlo». 

Il titolo ha messo subito d’accordo entrambi? E Perchè “Tuttecose” tutto attaccato?
G.: «Tuttecose è un intercalare che uso spesso nella mia quotidianità in maniera del tutto colloquiale. Ho voluto trasformarlo in una parola sola, come se fosse un unico sostantivo ma con un significato nuovo, un unico mood. E poi è diventato il cuore della canzone».
M.S.: «Assolutamente sì, mi piacciono i titoli brevi e incisivi». 

Quali sono tutte le cose da portare via da una relazione che cantate nel ritornello?
G.: «Nella canzone parlo ovviamente di cose interiori, nulla di pratica. Mi rivolgo al mare e gli chiedo di portare via dolore ed emozioni negative».
M.S.: «Per me le cose che bisogna imparare a lasciare andare sono quelle che ci legano sotto vari punti di vista e non ci fanno vedere o andare fisicamente oltre. Imparare a toglierci di dosso tutto quello che è superfluo ed effimero per far spazio a tutto ciò che è realmente importante».

Nel videoclip siete separati da un muro e ognuno sta nella sua camera, ma alla fine vi ritrovate in un set al tramonto…
G.:  «Dopo aver spostato appunto tutte queste cose e dopo aver cercato di trovare il posto giusto per tutto, quel tramonto simboleggia per me la quiete dopo la tempesta, la pace… ma la pace va sempre conquistata, ci vuole tanto impegno».
M.S.: «Il video rappresenta esattamente quello che vogliamo trasmettere con la canzone. Portare man mano via le cose che non servono per tornare all’essenziale che, spesso, rappresenta ciò che viviamo solo nella nostra testa. Vuol dire sbarazzarci dei pensieri inutili che a volte ci fanno chiudere, per far spazio a cose nuove e alla libertà più vera, raffigurata con l’immensità del mare».

Quindi “Tuttecose” va letta come una relazione che 'vista mare' si può ancora aggiustare?

G.: «"Tuttecose" è una canzone in cui chiedo al mare di sistemare la mia vita e quello che ho intorno. Non c’è nostalgia, al contrario c'è molta speranza».
M.S.: «Per me va interpretata e capita a seconda di ciò che si vive. Può essere analizzata attraverso varie chiavi di lettura, ma tutte con un messaggio finale molto chiaro: è importante fermarsi e lasciare andare via tutto ciò che è di troppo». 

Il vostro rapporto con il mare?
G.: «Bellissimo. Il mare in me evoca sempre cose diverse, è un posto dove mi piace andare anche d’inverno. Lo cito spesso nei miei brani perché ci ridimensiona e ridimensiona tutte le cose piccole».
M.S.: «Mi piace molto il mare ma paradossalmente lo amo più d’inverno che d’estate. Mi piace stare in silenzio e guardarlo. Potrei passarci le ore».

Può anche guarire?
G.: «Secondo me sì, certo per essere più sicuri dovremmo chiederlo ai pesci (ride, ndr), però di base il mare è un posto evocativo, in cui vai o per rilassarti d’estate o d’inverno se sei malinconico. Alla fine è acqua, quindi vita e aiuta a ritrovare delle certezze che magari avevi perso».
M.S.: «Non può guarire tutto, ma può aiutare, è sicuramente essere curativo. Può dare spunti di riflessione e farti ritrovare te stesso».

Il posto del cuore d’estate?
G.: «Favignana».
M.S.: «Ora che vivo lontana posso dire che il mio posto del cuore è proprio casa mia. Io vengo da una città che si trova sul litorale romano (Fiumicino, ndr) e passare del tempo con la mia famiglia, gli amici e le persone più care è davvero bellissimo e non è paragonabile a nessun altro posto».

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