J-Ax: essere popstar e papà, istruzioni per l’uso

Anche il decano del rap italiano, come altri colleghi, ha scritto una canzone per il figlio. Ma, ancora una volta, ha sorpreso tutti. Ecco perché

J-Ax
18 Ottobre 2018 alle 17:15

È una specie di legge non scritta. Ci sono due momenti, nella vita di chi fa musica, in cui è inevitabile scrivere una canzone: quando ci si innamora e quando nasce un figlio. In questo secondo caso la trappola è dietro l’angolo: si è sopraffatti dai sentimenti e sembrano incredibili anche le cose più banali. La gioia dei primi passi, l’orgoglio per la prima parola detta, pure la prima volta senza pannolino.

C’è chi si affida a una canzone «a elenco» (una sfilza di immagini romantiche che funziona sempre), chi resta coerente alla propria immagine rock e mantiene le distanze, chi si arrende e confessa indirettamente ai fan di aver perso la testa per l’erede (qui sotto trovate una rassegna dei brani più noti).

E poi c’è J-Ax, il padre del rap italiano (anche se non gli piace che si dica così). Lui da 25 anni fa le cose in modo non convenzionale. Così, quando è uscito il suo ultimo singolo «Tutto tua madre» dedicato alla nascita del suo primogenito Nicolas, molti hanno storto il naso e hanno pensato: «Ecco, ci è cascato pure lui». Anche perché parlare di figli per un rapper è come per una diva del cinema muto rivelare la propria età. Tutti, però, si sono dovuti ricredere al primo ascolto. Perché, con la scusa della gioia di un neo-genitore («Sono stato investito da un amore enorme, quando lui è venuto al mondo io sono rinato» ha spiegato J-Ax), la canzone racconta una storia di inquietudine, dolore, coraggio, frustrazione e riscatto. Niente manfrine, insomma.

Si scopre che J-Ax e sua moglie Elaina per diventare genitori hanno dovuto passarne di tutti i colori. «Ho voluto scrivere un pezzo per le persone che vivono il dramma di voler creare una nuova vita senza riuscirci, situazione in cui per qualche anno mi sono trovato anch’io. In Italia siamo in tantissimi, ma per qualcuno siamo troppi. Dovremmo essere zero» spiega J-Ax. Una questione che riguarda anche la politica. Ed è proprio ai nostri politici di ogni estrazione che J-Ax rivolge il suo appello: «Vi chiedo un piccolo gesto di empatia: come vi sentireste voi se, da un momento all’altro, il rumore del respiro e le risate del vostro bambino sparissero? Quel vuoto è quello che vivono tanti italiani come voi. Quel vuoto tanti non desiderano altro che colmarlo con l’amore. E l’amore, voi, o chiunque altro, non avete il diritto di fermarlo».

Ora J-Ax sta affrontando dieci concerti consecutivi a Milano (i biglietti sono esauriti da un pezzo). La sua storia artistica proseguirà. E, c’è da scommetterci, il suo Nicolas tornerà protagonista delle sue canzoni, perché J-Ax non è uno che si tira indietro. E noi abbiamo bisogno di un brano che ci spieghi cosa si prova quando un figlio chiede di uscire la prima volta, di fare scuola guida, di passare la notte fuori, di andare a Ibiza con gli amici. E siamo sicuri che, nel bene e nel male, J-Ax ci dirà la verità.

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