“No stress” di Marco Mengoni: il primo ascolto

Dal 6 maggio il nuovo singolo che continua il percorso iniziato con “Materia (Terra)”

6 Maggio 2022 alle 10:38

Aveva promesso un ritorno in breve tempo e così è stato. Il 6 maggio 2022 Marco Mengoni lancia un nuovo brano, “No stress“. Istintivamente verrebbe da scrivere che quello proposto oggi è un brano di rottura rispetto al passato, ma la verità è che raramente (anzi, mai) i brani di Marco ripropongono schemi già sentiti, affidabili, poco rischiosi. Di certo c'è la volontà di portare a galla, l'ha fatto spesso, la sua anima divertente, caciarona, perché il grande pubblico ancora magari non lo sa o finge di non accorgersene, ma Marco è decisamente anche questo.

“No stress”, scritta da lui con Davide Petrella e la produzione di Zef, ci porta verso sonorità club e con un testo in apparenza leggerissimo tutto da ballare. Lui la definisce "Detroit Techno”, che effettivamente è un genere figlio del funk e che si lega in modo inaspettato ma perfetto con il progetto “Materia (Terra)”. Su Spotify il brano si posiziona come brano di apertura del disco, prima di “Cambia un uomo” e questo dato è parecchio interessante perché sottolinea l'importanza che Marco ha deciso di dare al brano e sotto un certo punto di vista ci fa forse già respirare quello che sentiremo nel futuro.

Il testo della canzone ha alcune immagini cinematografiche e citazioni iconiche che ci portano un po' nel passato ma sono anche nel presente, come la liberazione di Britney Spears dopo 13 anni di custodia del padre. Si parla di libertà conquistata ma soprattutto di sentirsi autorizzati a non avere fretta, consapevoli dagli imprevisti che a volte non possono essere schivati, iniziando a vedere l'esistenza come una rocambolesca pista da ballo sulla quale ballare.

Interessantissime sono le raccomandazioni sullo smettere di correre che citano (volontariamente?) uno dei suoi brani più famosi, “Pronto a correre”. Nel brige di questo pezzo canta: “E vedi che non serve correre? / È vero che oggi danno nuvole / Anche sentirci alieni a volte ci fa bene / Che il buio se ne va”. Se l'immobilità è un problema e la frenesia a tutti i costi è tossica, Marco ci mostra un'opportuna via di mezzo.

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