Per finire in hit parade ci vuole CALMA

Due canzoni-tormentone, "Calma" e "Con calma" (entrambe portoricane), hanno riportato di gran moda... la tranquillità

Pedro Capò nel videoclip di "Calma"
11 Aprile 2019 alle 14:47

Il bello del giornalismo è la sua frenesia: il ritmo indiavolato con cui si inseguono notizie, interviste e scoop. Ma questa volta il direttore mi ha raccomandato di prendermela comoda: «È un pezzo sulla calma. Quindi fallo con calma». Riluttante, ho rallentato il passo e mi sono messo all’opera.

Pedro Capó & Farruko - Calma Remix

Sì dà infatti il caso che questa troppo sottovalutata virtù sia al centro di due canzoni che furoreggiano nella hit parade: una è “Calma” di Pedro Capó, cantante portoricano classe 1980, che inneggiando alla bellezza di camminare senza fretta con la sua amata ha collezionato più di 900 milioni di visualizzazioni del suo videoclip.


Daddy Yankee & Snow - Con Calma

L’altra è “Con calma” di Daddy Yankee, anche lui portoricano: il suo pezzo in realtà è parecchio ritmato (grazie anche alla collaborazione del rapper canadese Snow), ma il testo non lascia dubbi: l’artista vuol gustarsi il più a lungo e lentamente possibile la bellezza dell’amata.


E se aggiungiamo l’eco intramontabile del tormentone «Despacito» («lentamente, con calma») di Luis Fonsi, abbiamo tre indizi che fanno una prova: oggi la calma è di moda. A proposito, pure Fonsi è portoricano: evidentemente in Portorico la calma è un’ossessione.

È il segreto della felicità?

Non che questo sentimento non abbia sempre avuto estimatori. Già il leggendario saggio cinese Chuang-tzu scriveva, due millenni fa, che «a una mente tranquilla l’universo intero si arrende». E Confucio aggiungeva da par suo: «Ho imparato che la calma è molto più destabilizzante della rabbia». In occidente rispondeva loro il filosofo romano Seneca con l’opera “De tranquillitate animi”. Certo, ci sono anche i critici come Lev Tolstoj («La calma è la vigliaccheria dell’anima!») e spiritose prese in giro («Se riesci a mantenere la calma quando tutti intorno a te l’hanno persa... non hai capito il problema» recita una beffarda “legge di Murphy”). Ma secondo molti filosofi e scrittori questo sentimento sarebbe addirittura il vero segreto della felicità. Scrive infatti Nathaniel Hawthorne: «La felicità è come una farfalla: se l’insegui non riesci mai a prenderla, ma se ti metti tranquillo può anche posarsi su di te». E lo conferma Pascal: «Tutta l’infelicità degli uomini deriva da una sola cosa: dal non sapersene stare calmi in una stanza».

La parola nasce... d’estate

E pensare che all’origine della parola al centro del nostro articolo c’è il termine greco “kauma”, poi passato nel latino tardo “cauma”, che significava “vampa, calore ardente”. Dov’è il nesso? Semplice: pensate alle ore più calde di una giornata d’estate, quando nessuno osa camminare sotto il sole torrido e sulle strade deserte si ode solo il frinire delle cicale. Se non è calma quella...

La moda

In tempi di “Brexit”, intanto, su tazze e magliette impazzano le parodie dello slogan inglese “Keep calm and...”, rielaborato in tutte le versioni possibili. Anche qui, la moda parte da lontano: il motto “Keep calm and carry on” (“Resta calmo e vai avanti”)fu creato nel 1939 per sostenere il morale della popolazione britannica in vista della guerra. Dimenticato per quasi 70 anni, è poi tornato in voga grazie a un libraio che aveva ritrovato in un baule i vecchi, ormai rarissimi manifesti con la scritta, e li ha usati per tappezzare le pareti della sua Barter Books Library a Alnwick, 500 chilometri a nord di Londra. La curiosità dei clienti e i social hanno fatto il resto.

In medicina

Le ricerche più recenti hanno anche dimostrato che la calma fa bene alla salute. Come potete leggere nell’intervista al medico qui a fianco. Non solo: la tranquillità renderebbe pure più lucidi ed efficienti. E se non siete d’accordo con questo articolo, vi consiglio di mantenere la calma e voltare pagina. Ne troverete altri.

Il professore: «Ecco perché ci fa stare bene»

Giampaolo Perna, psichiatra e professore alla Humanitas University di Milano, è autore di libri sul potere delle emozioni. Per cui gli abbiamo chiesto...

Professor Perna, cos’è la calma?
«Per prima cosa bisogna sgombrare il campo dagli equivoci. Certe persone sembrano tranquille, ma in realtà sono individui ansiosi o perfezionisti che si impongono un esagerato autocontrollo. Questo non è salutare. Anche l’idea che “calma” sia sinonimo di “lentezza”, “apatia” o “mancanza di energia” è sbagliato. La vera calma nasce dallo stare bene con se stessi, dal sentirsi sicuri e soddisfatti di sé. È una questione di equilibrio».

Perché fa bene?
«I picchi emotivi sono naturali. Ma chi non riesce mai a calmarsi continua a produrre ormoni dello stress che hanno conseguenze  negative a lungo termine. Per esempio il cortisolo, che ha effetti immunosoppressivi e può favorire l’esposizione alle infezioni. Inoltre disturbi come insonnia, palpitazioni, pressione alta, malattie cardiache, alla lunga possono aggravarsi».

Come si fa a essere più calmi?
«Ci sono sostanze naturali che favoriscono la calma: camomilla, valeriana, biancospino, melissa... Ma è ancora più importante tenersi allenati. Una persona in buona forma fisica tende a essere più calma perché ha fiducia nel suo corpo e questo allontana paure e ansia. Inoltre con l’esercizio si producono endorfine che migliorano l’umore e hanno un effetto rilassante. Naturalmente parliamo di situazioni “gestibili”: se ansia o rabbia sono patologiche, bisogna affidarsi al medico».

Yoga e meditazione possono aiutare?
«Se si è predisposti. L’importante è concedersi un po’ di tempo per vedere i benefici, proprio come succede con l’allenamento fisico. Bisogna essere costanti, ma non ostinati».

E l’alimentazione?
«Non esistono ricette uguali per tutti. Per esempio, alcune persone “soffrono” la carne, che le rende più ansiose; altre la tollerano bene. Ma di sicuro è meglio evitare regimi drastici e sbilanciati, che sottopongono l’organismo a stress. La dieta mediterranea
è la più indicata per trovare l’equilibrio».

* Nota della redazione: non è affatto un caso che questo articolo sia stato affidato a Paolo Fiorelli. Giornalista curioso, brillante, bravissimo e… calmissimo.

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