Dal 6 settembre l'artista torna con un nuovo singolo dopo il successo di "Veleno" e "Storie brevi" con Annalisa
Tananai è stato uno dei nomi dell'estate 2024. Lo dicono i numeri ottenuti in streaming, le certificazioni e anche le preferenze dei lettori di Sorrisi. "Storie brevi" è stata una dolce onda anomala in questa estate musicale. Nel mentre il suo brano "Veleno", partito un po' in sordina, ha superato i 20 milioni di ascolti, conquistando uno spazio nel cuore del pubblico italiano. "Ragni", pubblicata il 6 settembre, sembra la sua continuazione, non solo per l'assonanza semantica degli "animali spaventosi", ma nel suo essere una ballad intimista che prova (e riesce) a superare i luoghi comuni nel racconto di un amore.
"Ragni" è un brano che ha un approccio semplice: si parte con una melodia al pianoforte che si ripete nel brano, coinvolge (almeno apparentemente) pochi strumenti e racconta in modo filmico e a volte un po' tragicomico, quanto l'amore possa avere non solo i toni vellutati del romanzo rosa, ma anche quelli tipici del genere "noir", fatti di assurdità e coincidenze. Vi si inchioderà nel cervello il passaggio "Curami, curami, curami sempre, perché il dolore non vuol dire necessariamente sangue", ricordando a sé stesso e all'altra persona... che non è un'infermiera.
Questo canzone scritta e prodotta da Tananai con Davide Simonetta in fondo è il grido d'aiuto di una persona immatura che prende coscienza di non sapersi gestire, di non essere abbastanza, promettendo però di crescere, anche se non sa ancora quando e come. I ragni citati nel brano non sono necessariamente correlati alla storia raccontata, ma rappresentano delle creature minacciose di cui tutti hanno paura ma che, in moltissimi casi, non sono nemmeno in grado di farci del male. Eppure ci spaventano a morte: come l'amore, forse? "Ragni" è un brillante tassello del suo nuovo percorso musicale che si concretizzerà a novembre con il suo ritorno nei palazzetti italiani.