Il chitarrista dei Queen, Brian May, compie oggi, giovedì 19 luglio 2018, 71 anni. Oltre ad essere considerato uno dei migliori chitarristi di sempre, May è stato il fondatore del gruppo insieme a Freddie Mercurye al batterista Roger Taylor. Nei Queen ha anche firmato diverse hit, tra cui «We Will Rock You», «Who Wants To Live Forever» e «I Want It All», e insieme a Taylor attualmente porta avanti dal vivo la carriera del gruppo, con il cantante Adam Lambert. A sedici anni, dato che i genitori non possono permettersi una chitarra, costruisce con il padre la Red Special, strumento che lo ha accompagnato per tutta la carriera e che usa ancora oggi.
Negli anni ha collaborato anche con diversi artisti, tra cui Foo Fighters, Guns N’ Roses, Lady Gaga, Zucchero e Pavarotti. È noto anche per la passione per l’astronomia, che gli è valsa un dottorato in astrofisica e la dedica dell’asteroide "52665 Brianmay", e per l’impegno a favore degli animali. Abbiamo selezionato cinque grandi hit dei Queen firmate da May.
«We Will Rock You» (1977)
Una delle canzoni più celebri dei Queen (e della musica in generale) nasce da un sogno di Brian May in cui immagina di creare una canzone a cui il pubblico possa partecipare. May si chiede come può sentirsi partecipe l’audience di un concerto; sono tutti schiacciati uno sull’altro però possono battere le mani, picchiare i piedi per terra e cantare. Così compone «We Will Rock You», che viene pubblicata come singolo nel 1977 insieme a «We Are The Champions», diventando entrambe le canzoni più suonate in occasione di eventi sportivi.
Il brano non contiene alcuna parte di batteria, ma tutti i suoni derivano dalla band, i collaboratori e persino la signora che serviva il tè (di nome Betty) mentre battono mani e piedi negli studi Londinesi ricavati da una chiesa in disuso. May utilizza inoltre le proprie conoscenze di fisica per aggiungere un leggero ritardo ai vari suoni, ottenendo così lo stesso effetto di un vastissimo gruppo di persone che batte mani e piedi.
«Flash» (1980)
Nel 1979, mentre i Queen stanno già lavorando all’album che li consacrerà in America («The Game»), vengono avvicinati dal produttore Dino de Laurentiis per realizzare la colonna sonora di «Flash Gordon», un adattamento di un fumetto degli anni Trenta. Il gruppo è scettico all’inizio, ma si convince quando gli viene garantita totale libertà creativa e in particolare Brian May si appassiona al progetto. Produce gran parte della colonna sonora e scrive il tema principale, «Flash», che canta alternandosi con Freddie Mercury (mentre gli acuti sono di Roger Taylor).
«Volevamo fare un album colonna sonora che desse l’impressione di seguire tutto il film» ha raccontato Brian May «Così abbiamo inserito molti pezzi di dialoghi ed effetti sonori nelle canzoni». Questo approccio ha influenzato il modo in cui vengono pubblicate le colonne sonore, dato che ormai è prassi inserire tratti del film e citazioni dei dialoghi negli album. Era anche insolito che un gruppo rock si occupasse delle musiche di un film e, ha raccontato May, quando de Laurentiis sentì «Flash» disse «è molto bella ma non per il mio film». Evidentemente si è convinto in seguito.
«Who Wants To Live Forever» (1986)
L’unico altro film a cui i Queen hanno prestato direttamente le musiche è «Highlander», diretto da Russell Mulcahy e con Christopher Lambert e Sean Connery come protagonisti. Il regista inizialmente chiede ai Queen di scrivere soltanto il tema principale, ma dopo aver visto i primi 20 minuti di montaggio la band decide di realizzare altri brani. Brian May è particolarmente commosso dalla scena in cui il protagonista, un uomo immortale, vede la propria compagna invecchiare e morire tra le sue braccia mentre lui dovrà continuare a vivere per sempre.
Dopo aver visto la scena May scrive la canzone nel tragitto in macchina mentre torna a casa: «Stavo vivendo un periodo difficile, con la morte di mio padre e il fallimento del mio matrimonio. Sentii subito la frase “chi vuole vivere per sempre” nella mia testa e completai la canzone in macchina andando a casa. Ricordo che la cantai al mio manager mentre guidava e fu molto sorpreso». Curiosamente nel film la canzone è cantata interamente da Freddie Mercury, mentre nel disco la prima strofa è interpretata dallo stesso May.
«I Want It All» (1989)
Un’altra hit storica dei Queen a firma di May è «I Want It All». Il brano esce come singolo nel 1989 e, per la prima volta, la band decide di firmare a nome Queen tutte le canzoni per evitare discussioni sui diritti d’autore. Il pezzo è però di May ed è uno dei primi su cui lavorano a partire dal 1988, quando smettono l’attività dal vivo per la salute di Freddie Mercury sempre più debole.
Brian May ha raccontato di aver avuto in testa la parte di chitarra per mesi e di essere arrivato in studio con la canzone pressoché già completa. Il titolo deriva da una frase che la sua compagna, l’attrice inglese Anita Dobson, amava ripetere sempre e riflette l’ambizione e la voglia di combattere per i propri obiettivi. Intorno a metà brano c’è anche una piccola parte cantata dallo stesso May.
«The Show Must Go On» (1991)
Nonostante le difficili condizioni di salute di Mercury, fino all’ultimo il cantante vuole registrare più canzoni possibili da lasciare al gruppo e al pubblico. Questa determinazione e la voglia di provarci fino alla fine ispirano Brian May nella scrittura del testo di «The Show Must Go On». La nascita del pezzo deriva da un’improvvisazione del batterista Roger Taylor e il bassista John Deacon: May sente questa melodia e la usa come base per la canzone, scrivendo alcune parti del testo insieme allo stesso Mercury.
«The Show Must Go On» contiene tanti riferimenti alla malattia e al coraggio di Freddie negli ultimi giorni di vita, come quando canta «il trucco si può anche sfaldare, ma il mio sorriso rimane». In alcuni casi il cantante si aiuta con la vodka per trovare l’energia per raggiungere certi acuti. La canzone esce come singolo soltanto sei settimane prima della morte di Mercury e viene suonata al concerto tributo del 1992 in una toccante versione con Elton John alla voce.