Chi è Ditonellapiaga? “Non ti perdo mai” è il suo nuovo singolo

Dalla collaborazione con Fulminacci al futuro album: l'intervista alla cantautrice dai molteplici volti

Ditonellapiaga  Credit: © Filiberto Signorello
2 Dicembre 2021 alle 12:10

Lo scorso anno vi avevamo segnalato Ditonellapiaga tra gli artisti emergenti del 2020 da tenere d'occhio. E abbiamo fatto bene, perché la cantautrice ci ha davvero sorpreso – e probabilmente continuerà a farlo. Lo scorso aprile è uscito "Morsi", il suo primo EP, un antipasto del suo prossimo album, previsto per il 2022. Nel frattempo è uscito un nuovo singolo: si chiama "Non ti perdo mai", scritto insieme a Fulminacci che «Ha veramente saputo leggere la mia anima e capire che cosa avevo bisogno di dire in quel momento, quando non riuscivo a trovare le parole giuste» ci ha spiegato. Il brano parla di quelle relazioni che sono giunte al capolinea, ma che restano impresse in noi, come due treni che viaggiano velocemente ma non si toccano mai, non si incontrano mai.

Abbiamo raggiunto Ditonellapiaga, Margherita, al telefono per fare quattro chiacchiere sul suo nuovo singolo e per farci raccontare la sua musica dall'anima pop, ma molteplice nelle sue espressioni. Come una pièce teatrale in cui un solo attore veste i panni di molti personaggi per dare sfogo e parole ai suoi più profondi pensieri o ai giochi della sua fantasia.

Da poco è uscito il tuo nuovo singolo "Non ti perdo mai": ti va di raccontarcelo?
«È un brano che parla di quelle relazioni davvero speciali, non per forza d'amore, che sono eterne. "Non ti perdo mai" racconta quelle strade che poi, vuoi non vuoi, si dividono e ti lasciano il costante pensiero di sapere cosa sta facendo l'altra persona o, anche solo per un momento, poter risentire la sua voce. Il brano è stato scritto in due fasi diverse: la prima in un momento della mia vita in cui stavo cercando di superare la rottura di una relazione e si capisce dalla nostalgia della strofa, mentre la seconda dopo molti mesi. Questa "doppia scrittura" mi piace molto, perché si percepisce un cambiamento e ci sono delle allusioni al riprendersi, all'andare avanti, nonostante spesso sia più facile lamentarsi, non reagire, invece che prendersi il rischio di provare a cambiare e stare meglio».

Si tratta di un brano armonico, perfettamente in linea con le tue corde, ma è stato scritto a quattro mani con Fulminacci: com'è nata questa collaborazione ?
«Sono contenta che pensi che sia armonico, grazie! Confesso che all'inizio ero un po' titubante quando l'ho dovuto cantare, perché ero "spaventata" dal risultato nel complesso, invece l'ho sentito subito mio – e Filippo (Fulminacci) è stato molto bravo anche in questo. Ci conoscevamo e già lo lo stimavo molto per la sua scrittura, quindi gli ho chiesto la cortesia di darmi una mano su questo brano che secondo me si prestava molto alla sua penna. Per "Non ti perdo mai" avevo proprio bisogno di qualcuno con quella sensibilità e quella poesia nello scrivere, nel descrivere le cose, e nello scegliere Filippo penso di aver fatto una delle scelte più intelligenti della mia vita».

Spesso il tuo sound viene definito "schizofrenico" per la sua varietà di influenze e stili: quali sono le tue principali ispirazioni?
«È un modo di fare musica "schizofrenico", nel senso che ci sono tanti brani molto diversi gli uni dagli altri, e musicalmente si sentono molte contaminazioni. Le influenze principali vengono dal mondo Latin, perché sono molto fan di Nathy Peluso e Rosalía e del loro modo di rendere attuali queste sonorità. C'è molto R&B, perché per una vita ho ascoltato e cantato solo rnb, nu soul, ecc... ma cerco di interpretarlo in chiave pop. Infine, sono nata e cresciuta con tanto pop internazionale, quindi il momento clubbing-dancefloor-popstar ogni tanto viene fuori».

Il tuo ep "Morsi" ne è la prova. Mi domando come riesci a tenere tutte insieme queste molteplici personalità musicali?
«La mia voce è sicuramente è un potente fil rouge, un collante, stessa cosa vale per la musica: è molto variegata, ma ci sono dei suoni ricorrenti, che la rendono armonica e coerente. Spesso questo modo di fare non viene capito, perché viviamo in un'epoca in cui devi fare musica sempre riconoscibile, senza sbalzi. Sto ancora sperimentando, nel prossimo disco potrei ripetere questa attitudine, perché mi è piaciuto giocare con generi diversi.

Pensando al tuo brano "Repito": nella tua musica c'è anche una forte teatralità, una dimensione di "messa in scena" nei testi e uno scrivere per immagini. Com'è nato questo approccio creativo?
«Adesso che mi ci fai pensare, le prime canzoni che ho scritto che mi soddisfacevano erano vagamente teatrali, cioè attingevano a quel mio background. Ho fatto l'accademia di recitazione, poi ho deciso che non volevo più fare l'attrice e ho iniziato con la musica, con cui mi sentivo più a mio agio. Però il teatro è rimasto in me: il primo vero pezzo che ho scritto, "Parli", è veramente molto teatrale ed è la prima cosa che mi ha fatto capire che stavo prendendo la strada giusta per me. Da qui nasce il fatto che anche con la musica mi piace interpretare sempre dei personaggi, immedesimarmi in altre vite».

Interpretare dei personaggi e raccontare delle storie nelle tue canzoni è come indossare una maschera per nascondere la vera Margherita?
«Secondo me è un gioco, non penso sia una maschera, perché quando ci sono dei pezzi più intimi ci sono solo io e sono palesemente io. Ce n'è uno incredibile, che deve ancora uscire, quando l'ho scritto ho detto "Oh finalmente la cosa più autentica e bella che abbia mai fatto in vita mia". Il mio è dichiaratamente un gioco, e non sto costruendo un'immagine di me che debba piacere agli altri».

Un'ultima domanda: anticipazioni del tuo prossimo lavoro?
«Uscirà il disco a inizio 2022 e conterrà l'ep "Morsi", che è nato come un'anticipazione dell'album – si chiama così perché è come un antipasto. Ci tenevo che il primo disco contenesse l'ep, perché quei pezzi sono nati insieme agli altri e quindi non volevo restassero orfani. Sarà un disco molto eclettico, il nome, che è ancora top secret, vuole proprio sottolineare questa sua natura. E sicuramente non sarà diverso dall'ep, ovvero sarà bello schizofrenico».

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