Claudio Baglioni, i 35 anni di «Strada facendo»

Il 6 giugno 1981 usciva l'album di «Ragazze dell'Est», «I vecchi» e «Via»

La copertina di «Strada facendo»
6 Giugno 2016 alle 00:01

«Strada facendo» di Claudio Baglioni compie 35 anni questa settimana: uscì due anni e mezzo dopo «E tu come stai», il 6 giugno 1981.

Un album fondamentale nella discografia dell’allora trentenne cantautore romano, che qualche mese dopo sarebbe diventato padre: contiene capolavori come «I vecchi», «Ragazze dell’Est», «Fotografie», «Via» e, ovviamente, la canzone del titolo.

Per celebrare l’anniversario, abbiamo recuperato nei nostri archivi la storia di copertina di quella settimana di 35 anni fa, un'intervista nella quale Baglioni presentò «Strada facendo» a Sorrisi. Ve la proponiamo qui sotto. Buona lettura!

Intervista a Claudio Baglioni pubblicata sul numero 24 del 1981

Claudio, come mai due anni e mezzo di attesa per questo album?
«Sdrammatizziamo la lunga attesa: la mia non è stata una scelta “di mercato”. Durante questo periodo ho scritto una valanga di appunti, annotazioni, frasi musicali e proseguito per la mia strada di maturazione artistica. A un certo punto ho capito che sarei potuto ripartire e il disco è nato».

Quali universi hai toccato in questo periodo?
«Molti, ma nessuno ben definito. Una cosa è certa. Questo album non è un punto di arrivo ma rappresenta una situazione di partenza per navigare nuove acque, nuovi mari, battere strade sconosciute».

Ti sei accorto cosa è successo nella musica italiana fino a oggi?
«Io non sono mai stato un critico della situazione musicale italiana. Credo comunque che la nostra musica debba ancora cercare e mettere a fuoco una sua identità precisa».

Tu hai inciso il disco in Inghilterra, rilanciando un mito musicale degli Anni 60. Come mai?
«La scelta dello studio inglese è derivata da motivazioni tecnologiche. Il lavoro di sala d’incisione ha preso il via otto mesi fa e durante tutto questo tempo ho vissuto a Londra riassaporando un mito che per me non è tramontato».

Come hai trovato i musicisti?
«Geoff Westley, l’arrangiatore e il produttore dell’album, l’ho incontrato sul Lago di Como. Gli ho fatto sentire tutta la musica che avevo scritto. Lui ha lavorato ai suoni e in sala io gli ho chiesto di cantare in diretta, come se fossi a un concerto dal vivo».

Quali sono i temi di «Strada facendo»?
«Non l’ho concepito come un Lp a un unico tema, ho cercato di trasmettere in musica le emozioni, le sensazioni e i flash di una parte della mia vita».

Per Claudio Baglioni uomo cosa è cambiato in questo tempo?
«Ho maturato una maggiore coscienza dei miei problemi. Ho voluto esprimere il mio desiderio di comunicare con la gente».

La tua assenza ha favorito l’ascesa di qualche tuo giovane collega?
«Non ci ho mai pensato. Anche se la cosa mi fa piacere, credo che sia irrilevante».

Quale fatto ti ha maggiormente impressionato in questo periodo?
«La rassegnazione e l’assuefazione di noi tutti ai fatti gravi che accadono quotidianamente».

Cosa credi che abbia pensato il tuo pubblico di questo ritardo?
«So che molti aspettavano questo disco e ti confesso che ho sofferto nel non esserci. L’album l’ho scritto per alcuni amici, i miei più cari, e ho pensato che quel piccolo nucleo rappresentasse il grande pubblico».

Cosa sanno gli inglesi di noi?
«A livello popolare conoscono Paolo Rossi, le Brigate Rosse e il cappuccino».

Come sarà il dopo disco?
«Non lo so ancora. Vorrei riprendere a suonare dal vivo».

Hai paura del futuro?
«No. Lo aspetto sempre».

Cosa penserai quando l’album sarà in testa alla Superclassifica?
«Di aver fatto una cosa condivisa da molti. Di aver operato una scelta giusta nell’aver approfondito il tema della melodia italiana rendendola più universale possibile».

A 30 anni non pensi a un figlio?
«È da quando sono nato che ci penso».

Chi è Claudio Baglioni oggi?
«Uno che torna dopo una lunga attesa per raccontare qualcosa alla gente».

Intervista di Fabio Santini - Riproduzione riservata

**«Strada facendo»** su Spotify

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