Alessandra Amoroso: a Torino parte il “10 Tour”, il racconto della prima data

È partito il 5 marzo da Torino il nuovo tour dell'artista. Ecco la scaletta, le dichiarazioni e i brani più belli

Alessandra Amoroso in concerto a Torino
6 Marzo 2019 alle 12:31

Il 5 marzo 2019 ha preso il via il 10 Tour di Alessandra Amoroso, un viaggio lungo e ambizioso: 32 eventi in tutte le regioni di Italia, per lo più sold-out (molte quasi al completo). A Torino, in due ore di concerto, Alessandra ha raccontato il suo percorso nel modo più snello possibilie. In fondo, non sono volati anche per voi questi 10 anni?

Abbiamo costruito per voi una guida al concerto, con tutto quello che c'è da sapere sul live: scaletta, racconto, dichiarazioni a margine del concerto in un incontro privato con i giornalisti e i brani più belli. Non ci resta che cominciare. 

Il racconto del concerto

C'era una bambina seduta di fronte a me che a occhio e croce, non avrà avuto più di dieci anni. «Come ti senti? È il tuo primo concerto!» le ha chiesto la mamma prima dell'inizio. La bambina giustamente non sapeva come sentirsi. Come si può stare per qualcosa che non conosci?

Ho provato a guardare il concerto pensando a quella bambina, nata e cresciuta in una famiglia dove, con tutta probabilità, Alessandra Amoroso è stata colonna sonora dei suoi primi anni. Era tenera, abbracciava i genitori passando da una parte all'altra, tutto troppo elettrizzante. Chissà cosa avrà pensato, scoprendo che le persone famose esistono anche fuori dalla tv e dai video su YouTube. Chissà cosa avrà sentito capendo che le persone di talento, dal vivo, emozionano molto di più.

Alessandra Amoroso della presenza di quella bambina non poteva sapere niente, ma è anche e soprattutto a lei che Sandrina stava parlando. Stava parlando, come fa da dieci anni, a chi ha quegli stessi occhi e quello stesso modo di vedere il mondo. Il 10 tour di Alessandra Amoroso è un viaggio dentro una carriera straordinaria, legittimata al 99 per cento dal pubblico.

Le sue canzoni sono diventate negli anni un patrimonio "multigenerazionale", inserite in un percorso molto speciale. I cori più intensi e le emozioni più forti di questo concerto non sono sempre arrivate con i singoli ufficiali, quelli che abbiamo sentito alla radio. Il pubblico la segue al di là degli anni, delle tendenze, degli umori. È un pubblico che c'è, sempre.

Una parte del concerto è legata al suo ultimo album 10 e qualche brano del recente passato. Il cuore però, è un medley (Ale lo chiama mash-up) di coppie di brani simbolo dei "capitoli" della sua carriera. Ha messo dentro la sua vita e il lavoro, i sogni nel cassetto e le paure, la voglia di divertire e guardarsi nel profondo. Pur non essendo una cantautrice in senso stretto, per certi versi si è raccontata e si è fatta conoscere più di altri cantautori.

La formula del concerto è quella di sempre. Pochi fronzoli e un perfetto clima di festa. Come quando prima di un brindisi si chiede un discorso, questo concerto è stata la festa del suo ringraziamento. Tra gli aspetti più belli di questo live, ci sono le grafiche che prendono ogni parte del palco: in ogni istante, uno studio visivo non solo "decorativo", ma artistico e di intenso significato. 

Inoltre per la prima volta in tutta la sua carriera, l'artista che abbiamo visto non ha avuto alcuna paura. Questo le ha permesso di vivere il concerto senza subirlo, muovendosi libera in un live non eccessivamente strutturato, quindi molto caloroso e "alla pari". Difficilmente Alessandra crea momenti epici per rendersi iconica o superiore.

Quel suo essere "una di noi" per lei è legge, sempre. È complesso spiegare quanto diverso possa essere un suo tour da quello di qualsiasi altro artista italiano, ma credo che il suo intento sia stato raggiunto: creare un posto accogliente dove tutti possano sentirsi inclusi e a casa. La "Big family", senza retorica, è un cerchio aperto per tutti.

A proposito di inclusione: quella bambina di cui vi parlavo all'inizio durante Forza e Coraggio ha stretto la mano delle sue due mamme. Non riuscivo a vedere i suoi occhi, ma credo fosse davvero felice. 

Le dichiarazioni

«Di questo concerto mi piace tanto il palco e il lavoro grafico fatto da Sergio Pappalettera. Sono passata dalle luci soffuse all'atmosfera da festa, con grafiche credo di grande impatto».

«La musica può davvero fare del bene alle persone. Ho ricevuto 10 giorni fa una lettera di una persona che ha subito degli abusi. Mi ha raccontato che la mia musica l'ha salvata».

«Ad un certo punto mi sono emozionata dopo "La vita in un anno" perché ho ripensato alla mia nonna e al mio cane Buddy, che mi hanno lasciata qui. L'amore che danno i cani, chi non li ha non può capire di cosa sto parlando, è superiore ed eterno. Quando invece è andata via nonna, credo che una parte di me se ne sia andata via con lei».

«Avrei voluto cominciare con "Immobile" a cappella, ma abbiamo poi deciso con il gruppo di lavoro per una scelta un po' diversa, riprendola poi dopo. Quel brano l'ho cantato così per ricollegarmi alle mie origini soul, che tengo sempre a rimarcare».

«Mi è spiaciuto tanto per quello che è successo a Emma in questi giorni. Credo che lei abbia tutto il diritto di esprimersi come crede al suo concerto di fronte alla sua gente. Il commento che le è piovuto addosso suo social credo che sia stato frutto di ignoranza».

«Vedo spesso i servizi de Le Iene intitolati "dietro la tastiera leoni, davanti...". Sono tempi duri, in cui non puoi essere felice perché ti puntano tutti addosso il dito. Con i social, non voglio demonizzarli, ma il fenomeno è sempre più visibile».

«Pensa a quante cose belle si potrebbero fare nel mondo se solo si cercasse di unire le persone invece di continuare a seminare odio e a dividerle».

«Finito questo ciclo, come dico da tanti anni, vorrei occupami di mia nipote e di me stessa. Mi sono tanto trascurata, sono felice però ho bisogno di guardarmi per un po' giù dal palco, magari pensare a un bambino. I miei fan, lo so di per certo, saranno felici di questa scelta».

«La band è identica a quella di 10 anni fa. Si è aggiunto Davide Aru in veste di direttore artistico che costruisce le sonorità del concerto e i tappeti sonori».

«Nei miei concerti farò suonare anche gli autori che hanno lavorato con me perché hanno dato una loro costola per me e voglio in qualche modo restituire, dire loro grazie. Li ho chiamati uno per uno e ho chiesto loro di vienire quando potevano».

Scaletta (e esibizioni più belle)

Con un * vi segnalerò le esibizioni le migliori e con ** le indimenticabili.

La stessa **
Fidati ancora di me
Avrò cura di tutto
Sul ciglio senza far rumore 
Dalla tua parte *
La gente non sei tu
Cadere piano **
Comuque andare

Immobile **
Stupida / Stella Incantevole 
Estranei a partire da ieri / Senza nuvole *
Urlo e non mi senti / Niente
Ti aspetto / È vero che vuoi restare *
Amore puro / Difendimi per sempre
Stupendo fino a qui **
Parlare, perdonare, baciare / In me il tuo ricordo *

Trova un modo 
La vita in un anno **
Buongiorno
Declinami l'amore
Simmetria dei desideri *
Se il mondo ha il nostro volto
Il mio stato di felicità
Vivere a colori *

Ogni santissimo giorno
Forza e coraggio **

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