Anastasio, la data zero: ecco com’è il concerto del rapper-cantautore

È iniziato il tour dell'artista vincitore di “X Factor” e noi di Sorrisi abbiamo assistito alla prima tappa

Anastasio
21 Marzo 2019 alle 12:08

C'era molta curiosità per la “data zero” di Anastasio, rapper campano vincitore dell'ultima edizione di “X Factor”. Anche perché negli ultimi anni il talent di Sky non ha prodotto effetti di rilievo nel mondo discografico (degli ultimi tre vincitori Giosada, Soul System e Lorenzo Licitra si sono perse le tracce). E provenire da un programma “mainstream” di certo non giova a chi fa rap.

Al “Live” di Trezzo sull'Adda, 20 chilometri a Nord di Milano, Anastasio è arrivato con un talentuoso trio di giovanissimi musicisti (un batterista e due polistrumentisti) ricreando un'atmosfera più da jazz club che da concerto rap. Si rompe il ghiaccio con la reinterpretazione di “Another brick in the wall”, di cui tanto si è parlato per l'entusiasmo che aveva generato in Mara Maionchi, poi subito la scaletta “deraglia” su qualche pezzo meno noto tratto dal primo ep “Disciplina sperimentale” (prodotto quando Anastasio si faceva ancora chiamare ancora Nasta MC e aveva appena finito le scuole superiori) e sul singolo “Intro (esercizio di stile)” del 2017. Nel testo, acutissimo, c'è l'unico accenno della serata ai colleghi rapper e trapper (“Non è questione di trap o di doppia H/non è che il tuo pezzo spacca perché tu dici che spacca”): da qui in poi in un'ora e 20 di show c'è spazio solo per vere e proprie storie da cantautore.

Anomalia anagrafica

Fa un certo effetto constatare che applausi e ovazioni non provengano da ragazzini delle medie: è un fatto non comune nella scena rap italiana. Anzi, il pubblico è insolitamente adulto, come nei casi di Fabri Fibra, J-Ax, Mondo Marcio. Ma se gli artisti appena citati sono cresciuti negli anni con i propri fan, qui l'anomalia è rappresentata dal fatto che chi ha pagato il biglietto sembra avere, in media, dieci anni in più di chi si esibisce sul palco. La scaletta procede con tutti i brani sentiti a “X Factor” e nell'ep pubblicato immediatamente dopo (manca solo la rielaborazione di “Stairway to Heaven” dei Led Zeppelin) alternati ad alcuni degli esordi. Perfino “Rosso Malpelo”, ispirata a una novella di Giovanni Verga e scritta quando Anastasio era ancora al liceo, mostra di essere un brano “a presa rapida”. Poche parole tra un brano e l'altro, molta ironia, molta discrezione: niente proclami, niente atteggiamenti machisti tipici del rap commerciale italiano. Poi, citando un verso di “Costellazioni di Kebab”, Anastasio imbraccia una chitarra e, in acustico, sfiora il cabaret con il brano “Giro di Do”.

Citando Battiato, Fossati, De Gregori

Tutto funziona, tutto fila, anche quando arrivano i brani costruiti per “X Factor” partendo da versi di cantautori (“C'è tempo” di Fossati, “La porta dello spavento supremo” di Battiato, “Mio fratello è figlio unico di Rino Gaetano), pezzi che hanno il merito di indirizzare il rap italiano in una direzione inedita, letteraria, meno inconcludente e vanitosa, finalmente dotata di un vocabolario profondo e senza cliché. I due bis, l'acclamatissima “Generale” basata sul classico di De Gregori e una seconda versione del singolo “La fine del mondo” simile a quella presentata ai provini di “X Factor”, chiudono la sequenza di una ventina di brani che hanno un formato insolitamente breve e di rado arrivano a tre minuti: forse anche questo rende intenso il “live”. Dopo lo show Anastasio, che a tratti pareva sorpreso per l'affetto dei circa 1.500 fan, salta giù dal palco per fare selfie con le prime file.

Un tour che merita attenzione

Un piccolo show perfetto, insomma, e molto difficilmente catalogabile, come dovrebbe essere sempre nel rap e quasi mai è. Ora il tour di Marco Anastasio proseguirà fino a tutto aprile: il 22 marzo a Milano, il 24 e 25 a Bologna, il 26 di nuovo a Milano, il 28 a Firenze, il 29 a Torino, il 3 e 4 aprile a Roma, il 5 a Brescia, l'11 a Parma, il 12 a Nonantola (MO), il 13 a Livorno, il 17 a Napoli, il 19 a Bari, il 23 a Firenze, il 24 a Senigallia (AN), il 26 a Perugia, il 27 a Padova. Le date sono già quasi tutte sold out da mesi. Ma se vi capita l'occasione, Anastasio merita attenzione. Il rapper-cantautore senza piercing e tatuaggi che parla in modo letterario di emarginazione, di dipendenza da social, di smarrimento, di fragilità, di voglia di lottare, è una colossale, avvincente provocazione nella scena italiana.


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