Damien Rice live a Milano, a cinque anni dalle ultime date italiane

In programma anche otto tappe estive in tutta Italia, a partire dal 2 luglio

1 Aprile 2023 alle 09:45

È un ambiente molto intimo quello che si è creato all’interno del Teatro Dal Verme di Milano, con Damien Rice che ha incantato il pubblico grazie a un’atmosfera magica che ha trasformato ogni brano in una vera e propria esperienza, facendo rivivere emozioni passate. Ogni canzone è sembrata essere un viaggio verso mete e sensazioni sempre diverse.

Sin dall’apertura il cantautore irlandese ha saputo essere estremamente suggestivo con la sua “The Professor & La Fille Danse”, eseguita chitarra e voce e senza alcuna amplificazione. La prima parte della serata, infatti, si è basata su esibizioni semplici, dirette ed efficaci, con solo chitarra e tastiera ad accompagnare l'artista.

«Grazie per esservi ricordati di me nonostante tutti questi anni» sono state le prime parole del cantante dopo che il pubblico si è dimostrato fedele intonando insieme a lui le note di “Delicate”, “Accidental Babies” e “Older Chests”. E durante l’esecuzione di “Volcano” ha invitato ad accompagnarlo con un coro che ha trasformato la canzone in un abbraccio reciproco tra lui e la platea.

Ciò che ha davvero cambiato l’atmosfera all’interno del teatro, è stato l’arrivo di Sílvia Pérez Cruz che, dopo aver aperto il concerto, è tornata in scena per accompagnare Damien in “I Remember”, “9 Crimes” e “Astronaut”. Proprio quest’ultimo brano ha dato vita all’esibizione più suggestiva della serata, intrappolando lo sguardo e l’attenzione del pubblico sul palco in modo quasi ipnotico. Al centro della scena c’era la coreografa Jana Jacuka che, indossando un vestito di specchi, riempiva e incantava la sala con colori e luci. 

I continui giochi di luce sono stati i protagonisti di questa serata: all'inizio soffusi e delicati, pronti a esplodere con l’arrivo dei primi ospiti, per poi spegnersi del tutto in quello che è stato il momento più toccante dell’intera esibizione: l’arrivo di Massimo De Vita (cantautore e compositore non vedente) e Greta Zuccoli (giovanissima artista che aveva già partecipato a un tour di Damien nel 2018).

«Spegneremo le luci ora, potete anche chiudere gli occhi ed entrare solo nel mondo dei suoni» in questo modo, per esaltare l’arte di De Vita, Rice ha annunciato “Cold Cold Water” e, nel buio del Dal Verme, hanno risuonato le voci dei tre artisti, con un’esibizione che si è conclusa dissolvendosi in una cover da brividi di “Hallelujah” di Leonard Cohen.

La serata si è chiusa con l’immagine chiara e definita di quel Damien Rice che tutti conosciamo: una luce fioca a renderne distinguibile solo il profilo, una chitarra e le note di “The Blower’s Daughter”. 

Per quanto un’attesa così lunga possa aver avuto un peso importante, uno spettacolo di questo valore, a livello tecnico ed emotivo, non può che ripagare in pieno, restituendo in emozione ogni istante speso ad attenderlo. 

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