Ed Sheeran: la forza di un sogno conquista San Siro

Pochi sanno tenere il palco come lui: il cantautore ha incantato il pubblico milanese per la sua terza (e ultima) tappa italiana dell'"European Tour 2019"

20 Giugno 2019 alle 10:42

In un video amatoriale di qualche anno fa, più precisamente del 2010, Ed Sheeran si esibiva nella stazione londinese di St.Pancras davanti ad un pubblico quasi incantato da quel ragazzo garbato all’apparenza molto semplice, ma con una voce che da quel momento in poi non avrebbero scordato facilmente.

«La mia musica non colpisce tutti, altrimenti sarei un uomo molto fortunato» aveva dichiarato quel giovane cantautore dai capelli rossi che, a distanza di nove anni, non si sarebbe mai immaginato di diventare una delle popstar più conosciute e apprezzate dei nostri tempi.

Ed Sheeran: la popstar che sembra uno di noi

Cambia la platea, è decisamente più numerosa rispetto a quella dei pub, i suoi concerti diventano sempre più grandi e le sue hit maledettamente orecchiabili salgono sul podio delle classifiche mondiali. Cambia il contesto, ma non Ed Sheeran: 28 anni, sorride sempre al pubblico ed è come fosse una rimpatriata di vecchi amici. È questa la chiave che ha aperto le porte di San Siro, dove il “menestrello” ha concluso la tranche italiana del suo Divide Tour 2019.

Non si trova davanti ai passeggeri distratti di una ferrovia londinese, questa volta si sono mosse quasi 60mila persone per assistere al suo concerto, tra i più belli degli ultimi tempi. Forse molti lo avevano messo in conto, dato che i biglietti sono andati esauriti subito dopo la messa in vendita. Prima di Milano, ci sono stati i live a Roma e Firenze, ma lui ammette: «San Siro, questo è il più grande concerto che abbia mai fatto in Italia».

ED SHEERAN, IL RE DEL POP MODERNO

Per molti è un mistero come la giovane star riesca a riempire gli stadi solamente portando sul palco una chitarra. Lui e la sua "personale idea di band" si posizionano a San Siro, dopo che per molte settimane era diventata la casa di Vasco Rossi. Dopo il rock che ha raccontato intere generazioni, ecco il pop che ne rappresenta altre: tra gli spalti non solo adolescenti, ma tutti quelli che condividevano la curiosità di vedere dal vivo un tale fenomeno musicale.

«Il mio scopo è fare grandi concerti, del resto non mi interessa granché, né mi fermo a guardare i dati di vendita» aveva raccontato a Sorrisi qualche anno fa. Questo disinteresse nei confronti di atteggiamenti tipicamente da star lo ha portato a rappresentarne l’opposto: è sorridente, brillante, attento ed estremamente limpido. Alla sua sensibilità avvicina la meticolosità nello studiare i suoi colleghi e trasformare ogni canzone in una hit globale.

La musica di Ed Sheeran è accogliente e iper moderna: c’è il suo amore per l’hip-hop, l’R&B, il rock elettronico, ma abbraccia anche il soul, ci mette un tocco di influenze folk e rap. E questo è solo lo sfondo sonoro di tutte le storie di sentimenti e vita quotidiana che racconta con le sue canzoni, alle quali aggiunge sempre una buona dose di magia.

20 CANZONI IN DUE ORE DI CONCERTO

Un calderone di stili che ritroviamo distribuito all’interno di una setlist della durata di due ore, senza pause. Non è cambiato molto dalle serate nei locali: sul palco solamente lui, una chitarra e la loop station.

C’è ancora il sole a Milano, e dopo Zara Larsson e James Bay, alle nove spaccate entra Ed Sheeran: accompagnato da due guardie, nel silenzio della folla inizia a strimpellare la sua chitarra. Una semplice entrata in scena che dà il via alle danze: «Ciao San Siro!» grida forte dopo aver intonato Castle On The Hill. I ricordi della sua terra d’origine lasciano spazio all’esplosione di rosso che inizia a colorare il palco, arriva anche ai grandi schermi dove è sempre proiettato in primo piano il volto dell’artista.

Il tempo di bere, come farà al termine di ogni canzone, e San Siro si accende per The A Team: «Questo brano l’ho scritto a 18 anni e già la cantavo nei primi concerti italiani di fronte a poche persone. E continuo a suonarlo da allora, in ogni concerto». Si procede con Dive, Bloodstream e la divertente collaborazione con Justin Bieber in I Don’t Care, primo degli quindici duetti presenti nel nuovo No.6 Collaborations Project.


«I love you guys» dice ridendo, il suo sorriso è quello di chi sa che lo spettacolo è quello davanti ai suoi occhi e non quello che sta facendo. O almeno lo pensa prima di mettere in fila tre assi spaccacuori: prima Thinking Out Loud («Questa è la preferita da tutte le donne. Ora canterete questa canzone dalla prima all’ultima parola, perché se non la conoscete vuol dire che siete al concerto sbagliato»), poi Photograph e Perfect, con annessa proposta di matrimonio tra gli spalti e ritornello finale in italiano. Una tripletta emozionante, ma non c'è nemmeno il tempo per asciugare le lacrime che arriva subito il ritmo folk di Nancy Mulligan e Sing. Quest'ultima è tra le migliori performance della serata: «Ho la sensazione che ci divertiremo» e il palco si trasforma in una gigantesca slot machine che avverte il pubblico, attento e ubbidiente, quando è il momento di cantare insieme all'artista.

Ed Sheeran è il condottiero del suo show, dirige il pubblico per aggiustare l'atmosfera a lui più congeniale, ed è pazzesco pensare che sia solo. Ci ha abituati ad un'altalena di suoni durante la serata, ma è con l'adrenalina che torniamo a casa: indossa la maglia dell'Italia per eseguire Shape of you, poi You Need Me, I Don’t Need You. La realizzazione dal vivo è spettacolare.

«Questa sera perderò la voce con voi, voi la farete con me» ci dice ad inizio concerto. Promessa ampiamente mantenuta, no?

LA SCALETTA

Castle On The Hill
Eraser
The A Team
Don't / New Man
Dive
Bloodstream
I Don't Care
Tenerife Sea
All Of The Stars
Galway Girl
Poor Wayfaring Stranger / I See Fire
Thinking Out Loud
Photograph
Perfect
Nancy Mulligan
Sing

Shape Of You
You Need Me, I Don't Need You

Seguici